M.on.de: salari bassi e abuso di straordinari. Fiom Cgil: l’azienda del gruppo LVMH produce ricchezza ma non per i dipendenti

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M.on.de: salari bassi e abuso di straordinari.
M.on.de: salari bassi e abuso di straordinari. I dipendenti protestano

Non era così che i dipendenti immaginavano che si sarebbe evoluta la loro situazione quando, nel 2023, la divisione Métiers d’Art di LVMH ha acquisito il 100% della Renato Menegatti di Villaverla, azienda di riferimento del settore del metallo europeo dal 1980, azienda ora rinominata M.On.De “Metal-on-Demand”, che pure era stata scelta dalla LVMH proprio per l’alta professionalità, capacità e competenze dei propri dipendenti. Dopo quasi un anno sono ancora in stallo le trattative per il corretto inquadramento dei lavoratori e delle lavoratrici di M.On.De, per la stabilizzazione dei lavoratori precari, per la stipula di un accordo integrativo aziendale che ponga la dovuta attenzione alla conciliazione fra tempi di vita e di lavoro e che definisca la necessaria crescita dei salari con il dovuto riconoscimento in primis economico, delle professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici. In un comunicato stampa diffuso da Fiom Cgil, si apprende inoltre che da maggio saranno revocate le indennità di trasferimento per i dipendenti che si erano spostati da Villaverla a Zanè per esigenze aziendali, cosa che causerà un’ulteriore perdita di salario per molti di loro. Un altro dato preoccupante è l’alto numero di dimissioni che si stanno registrando in questi mesi, a causa degli straordinari incessanti, che arrivano a oltre 10 ore a settimana, e degli stipendi bassi, legati soprattutto al numero elevato di personale sotto inquadrato presente.

Per di più, durante l’ultimo incontro, tenutosi il 17 aprile 2024, la Direzione Aziendale ha comunicato alla Fiom Cgil e alla RSU la decisione di rimandare nuovamente il tavolo di trattativa a gennaio 2025. Laura Scalzo, segretaria della Fiom Vicenza, che segue la vertenza, sottolinea l’incoerenza, per un’azienda che nel 2023 ha chiuso con un utile netto superiore a quello del 2022 e con un fatturato in crescita costante negli ultimi 5 anni, nel non redistribuire la ricchezza a coloro che la ricchezza la producono, cioè, i lavoratori e le lavoratrici. “Martedì 30 aprile – conclude Scalzo -, dopo gli scioperi di questa settimana, siamo stati convocati dall’azienda e speriamo di avere dalla direzione aziendale delle risposte soddisfacenti e che vengano prese tutte le misure necessarie perché quest’azienda diventi un luogo di lavoro rispettoso della dignità e della professionalità di lavoratori e lavoratrici, altrimenti altro non possiamo dire che non ci fermeremo finché la vertenza non sarà vinta.”