Bilancio della sanità in Veneto, Anna Maria Bigon, consigliera del Partito Democratico: i “risparmi” che costano ai cittadini

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La situazione della sanità in Veneto sta attirando critiche per le modalità di gestione finanziaria adottate dalla Giunta regionale. Anna Maria Bigon, consigliera del Partito Democratico nel Veneto (qui altri suoi interventi, ndr), ha sollevato serie preoccupazioni riguardo le reali condizioni del bilancio sanitario della regione. Contrariamente a quanto presentato, i conti in positivo non deriverebbero da una gestione oculata, ma dalla mancanza di investimenti necessari.

Anna Maria Bigon (PD)
Anna Maria Bigon (PD)

“I conti non sono in rosso solo per mancanza di investimenti significativi”, sostiene Bigon, che descrive il tesoretto vantato dalla regione Veneto come il risultato di un sacrificio imposto ai cittadini. La consigliera denuncia una realtà di fondo preoccupante: dietro l’apparente ordine contabile si nasconde un grave deficit di servizi essenziali per la comunità.

Il punto di vista di Bigon è chiaro e critico: “La Giunta regionale spaccia per risparmio e gestione virtuosa quello che è in realtà una grave carenza di investimenti nella sanità”. Questo scenario sta avendo ripercussioni dirette sui cittadini, molti dei quali, secondo Bigon, sono costretti a rinunciare alle cure mediche per mancanza di risorse finanziarie. Inoltre, chi cerca soluzioni nel settore privato per interventi urgenti si trova spesso a dover affrontare sacrifici economici notevoli.

Il panorama della sanità in Veneto si aggrava con la carenza di farmaci salvavita, la mancanza cronica di medici di famiglia e i pronto soccorso sovraffollati. “Migliaia di persone hanno rinunciato alle cure perché non avevano i soldi per pagarsi le visite. E c’è chi, dovendosi rivolgere al privato per interventi urgenti, ha dovuto fare spesso grandi sacrifici”, aggiunge Bigon.

Le trattative interrotte con i medici, che reclamano maggior supporto amministrativo, evidenziano ulteriormente la crisi del sistema sanitario regionale. Nel frattempo, il settore privato sembra trarre vantaggio da questa situazione, incrementando i propri guadagni a discapito di un sistema pubblico che, sebbene non presenti buchi economici ufficiali, è effettivamente carente in termini di servizi.

In conclusione, Bigon richiede un cambio di rotta: “Almeno, di questi risparmi si faccia davvero tesoro, non attraverso una redistribuzione a pioggia ma a favore di quelle aree della sanità che soffrono maggiormente e che privano dei diritti di cura troppe persone”. Questo appello mira a una riallocazione delle risorse che possa veramente migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini veneti.