Truffa bancaria con i diamanti, fallisce IDB. Consumatori attivi: insinuazioni al passivo entro l’8 marzo

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Barbara Puschiasis di Consumatori attivi
Barbara Puschiasis di Consumatori attivi

Dopo la nostra intervista all’avvocato Sergio Calvetti grazie anche alle informazioni ricevute dal consulente thienese Massimo Sandonà e in contemporanea con l’esplosione mediatica a livello nazionale della truffa bancaria sui diamanti, di cui ci eravamo occupati già il 25 gennaio 2018 ci arriva la nota, che di seguito pubblichiamo, di Consumatori attivi , da tempo nota ai nostri lettori anche per le sue battaglie per il Fondo Indennizzo Risparmiatori banche.

Il “bidone” dei diamanti da investimento, Consumatori attivi: fallita Intermarket Diamond Business. Scade l’8.03.19 il termine per il deposito delle domande di ammissione al passivo

La truffa dei diamanti da investimento è stata purtroppo la rovina di molti. Solo in Friuli Venezia Giulia si parla di molte centinaia. Ricordiamo come l’Antitrust con due pronunce gemelle, confermate poi dal Tar del Lazio, sia giunta nel 2017 a sanzionare la IDB (Intermarket diamond business) e la DPI (Diamond private investment) nonché gli istituti di credito che si erano prestati alla vendita di tali diamanti (Unicredit, Intesa Sanpaolo, MPS, BPM) per pratiche commerciali scorrette.

In estrema sintesi le multe comminate ammontavano a 12,45 milioni di euro nei confronti delle predette banche e 3 milioni di euro nei confronti delle due società perché quello che veniva presentato come un bene rifugio dal valore costante nel tempo veniva venduto a prezzi stellari e fuori mercato, tacendo le reali caratteristiche del bene nonché le commissioni applicate, tanto poi da comprendere i risparmiatori dopo diversi anni come quelle pietre, i diamanti per l’appunto, valessero il più delle volte solo 1/3 del prezzo pagato.

Un vero e proprio “bidone” che ha mandato in fumo i risparmi di molti ignari cittadini i quali, sfiduciati dagli strumenti finanziari da investimento caratterizzati dalla volatilità, cercavano un bene rifugio sul quale depositare i propri soldi senza correre il rischio di trovarsi a perdere i propri denari in investimenti speculativi.

Ebbene nei primi giorni di questo freddo gennaio 2019 il Tribunale di Milano con la sentenza n. 40/19 dichiarava il fallimento della IDB, la società che vendeva i diamanti attraverso Banco BPM e MPS.

Consumatori Attivi ha definito diverse posizioni di risparmiatori che avevano investito anche diverse decine, se non centinaia di migliaia, di euro facendo loro riottenere tutto quanto all’epoca pagato per acquistare i diamanti.

Purtroppo però diverse persone, clienti di Banco BPM e che attraverso questa avevano acquistato i diamanti, si trovano ancora oggi a rivendicare le loro ragioni a causa di una banca sorda verso i diritti dei propri depositanti e che al massimo in via stragiudiziale era giunta a riconoscere tra il 20 e il 40% di quanto pagato per l’acquisto.

Con il fallimento della IDB cambia in parte lo scenario per chi vuole una risposta ai propri diritti lesi, e cioè, rivuole i suoi soldi. Infatti sarà sempre possibile agire nei confronti della Banca mentre invece dovrà essere proposta istanza di ammissione al passivo fallimentare entro il 08.03.19 per poter tentare di recuperare un giorno qualcosa dal fallimento IDB. Importante è evidenziare che chi ha in deposito presso la IDB i propri diamanti dovrà rivendicarne la proprietà sempre entro tale termine!

Ricordiamo il caso di Milena, nome di fantasia, caso seguito da Consumatori attivi, che aveva acquistato 6 diamanti per circa 66000,00 €. Lei, residente in un piccolo paesino della pedemontana friulana, giunta all’età di 65 anni abituata a risparmiare e a vivere di quello che la terra le offriva, veniva avvicinata dalla sua storica banca e da quel consulente che da sempre era stato il suo riferimento.

Le veniva rappresentato nel 2011 come fosse possibile riporre i propri risparmi nei diamanti da investimento, bene rifugio per eccellenza. D’altra parte un diamante è per sempre! Ed ecco che lei, abituata per educazione e per natura a fidarsi delle cose materiali e che si vedono, assolutamente ignara della materia bancaria e finanziaria, si determinava a seguire i consigli del suo fidato consulente bancario e acquistava i predetto diamanti, per altro mai consegnati a Lei ma tutt’ora nella detenzione di IDB.

Oggi scopre che in realtà quei diamanti sono carbone, non valgono nulla e hanno mandato in fumo anni di sacrifici e di duro lavoro nelle campagne.

Consumatori Attivi resta al fianco dei risparmiatori traditi al fine di aiutarli a presentare le domande di ammissione al fallimento per i danni subiti al fine di far riottenere tutto quanto perduto senza alcuno sconto a causa di pratiche commerciali scorrette poste in essere sia dalle banche che dalle società IDB e DPI.