“Marco Goldin dice addio alle mostre, si ferma Linea D’ombra“: così leggevamo il 14 giugno 2018 su Treviso Today sull’organizzatore famoso anche a Vicenza, dove ha portato al successo grandi mostre nell’era di Achille Variati accompagnate, però e sempre, dalle polemiche dell’opposizione di allora.
A fronte anche dell’assenza di introiti diretti per il Comune nonostante le centinaia di migliaia di biglietti venduti con incassi milionari per l’imprenditore della grande arte o per… la sua grande arte da imprenditore, la Basilica Palladiana gli veniva, infatti, offerta sempre in maniera gratuita, accompagnata anche da molteplici e succose sponsorizzazioni.
Tra questa spiccò quella per Van Gogh ancora ad oggi non spiegata da Ilvo Diamanti che con la Fondazione Roi, di cui era presidente, gli concesse 100.000 euro (fuori statuto?) a fronte dell’uso dell’allestimento dell’ultima mostra subito dopo distrutto…
Ebbene dopo la chiusura a Vicenza della mostra su Vincent Van Gogh e a Treviso di “Storie dell’impressionismo” e di quella sullo scultore Auguste Rodin, Marco Goldin, che si era sentito emotivamente coinvolto come “forse solo per quella dedicata al tema della sera e della notte nell’arte, tra la fine del 2014 e il 2015, sempre nella Basilica Palladiana a Vicenza”, voleva mettere in pausa la sua attività e, per questo desiderio di risposo, trova, forse, la complicità della Guardia di Finanza.
Le Fiamme Gialle, infatti, lo si legge sulla Tribuna di Treviso “hanno raccolto delibere, atti, tutta la documentazione relativa agli accordi stretti tra Linea d’Ombra e l’amministrazione Manildo per la realizzazione delle grandi mostre firmate da Marco Goldin, sugli impressionisti e sullo scultore Rodin“.
La Guardia di finanza di Treviso, aggiunge il quotidiano locale, “è entrata a Ca’ Sugana un paio di settimane fa sulla base di un esposto giunto in caserma. Sono state raccolte le carte relative alle autorizzazioni, in particolare al museo di Santa Caterina….“.