I primi risultati di alcune rilevazioni su modelli statistici effettuate – nell’immediatezza dell’ondata di maltempo che sta ancora sferzando il Veneto – dal prof. Marco Marani, del Dipartimento ICEA dell’Università di Padova, Direttore del Centro Studi sugli Impatti dei Cambiamenti Climatici, sembrerebbero dare in parte ragione a chi imputa anche alla portata delle precipitazioni le conseguenze dei disagi e degli allagamenti che si sono verificati a partire dalla mezzanotte di oggi. “L’altezza di precipitazione di 230 mm in sei ore a Velo d’Astico – dice lo studio – corrispondono a un Tempo di Ritorno di più 300 anni. Ovvero un fenomeno di tale intensità si presenta in media una volta ogni 300 anni. Non significa, purtroppo, che potremo attendere cosi tanto prima di rivedere questo tipo di evento. Questo potrebbe realizzarsi anche in tempi più brevi, perfino il prossimo anno, anche se con probabilità bassa. Il cambiamento climatico lo renderà un evento purtroppo più frequente. Prendendo in analisi anche i 70 mm caduti in 30 minuti in altre zone del Veneto, è possibile affermare che vi corrisponde un tempo di ritorno di circa 200 anni”.
Nel frattempo, dato che il maltempo continuerà a sferzare il territorio almeno fino alla serata di oggi, il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto ha aggiornato l’avviso di criticità idrogeologica ed idraulica fino alle 14.00 di domani 17 maggio, che aumenta lo stato di allerta fino al livello di allarme in gran parte del territorio regionale.
Per quanto riguarda la criticità idraulica è stato decretato lo stato di allarme (rosso) nei bacini dell’Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone e Basso Brenta – Bacchiglione, e lo stato di preallarme (arancione) nel bacino del Livenza, Lemene e Tagliamento, attenzione (giallo) sul resto dei bacini eccetto sull’alto Piave.
Per quanto riguarda la criticità idrogeologica, è stato decretato stato di allarme nei bacini del Po, Fissero-Tartaro-CanalBianco e Basso Adige; del Basso Brenta -Bacchiglione; del Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna e stato di preallarme (arancione) in tutto il resto dei bacini regionali. L’allerta idrogeologica per temporali in tutti i bacini idrografici del Veneto è massima ad eccezione dell’alto Piave bellunese.
La Protezione Civile raccomanda di vigilare particolarmente le aste idrauliche afferenti ai Bacini dei fiumi Brenta, Bacchiglione, Retrone, Alpone, Chiampo, Fratta-Gorzone nonché il fiume Adige, e quelli del Veneto Orientale (Monticano, Meschio, Livenza Tagliamento).