Salva casa, approfondimento de Il Sole 24 Ore: “Regolarizzare costerà da mille a 31mila euro”

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I costi per la regolarizzazione di difformità edilizie nella lente di ingrandimento de Il Sole 24 Ore, oggi in edicola, alla luce del “Salva Casa”. Come riportato da queste pagine oggi, venerdì 24 maggio 2024, il Consiglio dei ministri è convocato oggi alle 9 e 30, a Palazzo Chigi, per discutere, tra gli altri provvedimenti, il cosiddetto salva casa, “misure urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica”.

Una sanzione commisurata all’aumento di valore dell’immobile, fino a un massimo di 30.984 euro. Che servirà a regolarizzare le situazioni di difformità più pesante dai progetti depositati in Comune, come una stanza in più o una veranda chiusa. Purché – va sottolineato – non si ricada in situazioni di totale mancanza di titoli edilizi: gli abusi completi non saranno, infatti, sanabili. Nella scala di difformità disegnata dal decreto Salva casa, il gradino più alto è riservato a una norma che rivede l’accertamento di conformità, cioè la procedura che già oggi consente di «ricondurre alla legalità gli abusi edilizi», come spiega la relazione illustrativa che accompagna il provvedimento”, scrive Giuseppe Latour per il quotidiano economico.

Ma, viene ricostruito, si deve ragionare in termini di “doppia conformità“: alla normativa urbanistico-edilizia vigente al momento della realizzazione delle opere e  a quella in vigore al momento della presentazione dell’istanza di sanatoria. Solo in questi casi un’opera può essere sanata. Un “doppio paletto”, dunque, che rende impossibili soluzioni senza sanzioni in quasi tutti i casi. Una circostanza che, tra l’altro, congela molti immobili, rendendo per nulla appetibile l’acquisto o la ristrutturazione.

Qui, la novità: “Le nuove regole – ancora da Il Sole – rivedono la procedura. La doppia conformità resta per gli abusi totali, che quindi restano sostanzialmente bloccati, mentre arriva una semplificazione per le ipotesi di difformità parziale rispetto al titolo depositato in Comune. Si tratta di casi come la chiusura di una veranda o la realizzazione di una stanza non dichiarata.

Sarà sufficiente, per ottenere la sanatoria, essere allineati alla disciplina urbanistica vigente al momento della presentazione della domanda e alla disciplina edilizia vigente al momento della realizzazione dell’intervento. Andrà presentata una Scia o richiesto un permesso di costruire in sanatoria, insieme al quale dovrà essere pagata una sanzione compresa tra mille e 31mila euro, commisurata all’aumento del valore dell’immobile: sono cifre ottenute moltiplicando le sanzioni già previste in caso di sanatoria con doppia conformità. Lo sportello unico edilizia del Comune potrà, comunque, condizionare la regolarizzazione a interventi considerati essenziali per garantire il rispetto di norme igieniche, di sicurezza, di efficientamento energetico o di rimozione delle barriere architettoniche”.

Fonte: Il Sole 24 Ore