Giuseppe dalla Massara: i suoi “spunti” dal 2004 sulla linea Tav (Tac?) a Vicenza: a futura memoria e per qualche residua riflessione

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Giuseppe Dalla Massara su Tav (Tac?): qui con Philippe Daverio
Giuseppe Dalla Massara con Philippe Daverio

Excursus storico sulla linea TAV (o meglio dite TAC?) dell’arch. Giuseppe dalla Massara (Arte e Architettura di Giuseppe dalla Massara – Vicenza 349 3946336 beppemassara1@gmail.com)

Tav (Alta Velocità) Tac (Alta Capacità) Verona Padova
Tav (Alta Velocità) Tac (Alta Capacità) Verona Padova

Tav Tac a Vicenza. Pubblicato sul Corriere del Veneto il 24.04.04 a firma dell’architetto Giuseppe dalla Massara.

Ambire alla stazione in città, in posizione comoda alle locali infrastrutture, sembra cosa doverosa, ma ad una prima verifica di sopportare tali ambizioni, ci porta a rimpiangere una più moderna pianificazione del territorio.

Non dimentichiamo che negli anni 30-40 dell’800 i politici e gli ingegneri italiani, pur sotto il dominio asburgico dibatterono circa il tracciato della nuova, nuovissima ferrovia Venezia -Milano.

Si trattava di come e se coinvolgere la bella città di Bergamo, considerata la suo posizione esterna al tracciato più breve. Fu deciso di rinunciare alla fermata di Bergamo per futuri tratti alternativi di collegamento, e così fu.

La Stazione di Alta Velocità (o TAC che sia) a Vicenza non servirà solamente alla città, ma dovrà essere capace di soddisfare l’intera provincia almeno, con i suoi centri urbani e le ormai importanti aree industriali. Siamo considerati l’area di maggiore produttività, in competizione con la stessa Milano, per densità e qualità e pure per la ricchezza distribuita.

Si tratta quindi di una Stazione di collegamento con l’Europa e non solo con l’Italia e dovrà avere ben altre caratteristiche. Deve garantire un rapido e sicuro collegamento da un qualsiasi angolo della Provincia, di un parcheggio ampio e comodo in grado di garantire in tempi brevi e sicuri gli operatori e i più semplici viaggiatori.

Una buona rete viaria e autostradale risulta nel territorio ormai predisposta. Resta solo dare le sicurezze appena citate e non certo l’imbarazzo di una sosta nei pressi di Campo Marzo o deve altro!

Per dare sostanza a tale progetto preliminare quale forma è possibile immaginare?

Sembra forse doveroso uno spostamento più a sud della tratta Verona Padova con un tracciato pensato e pesato dai bravi tecnici delle RFI, anni orsono, con alcune gallerie sotto i Berici e l’uscita nel Basso Vicentino nei pressi del casello di Longare o il successivo. Qui convergeranno le viabilità più importanti, soddisfatte di ampio parcheggio e di tutti i servizi logistici contemporanei e futuri. Importante è che il tutto confermi una scelta intelligente al più ampio bacino di utenze.

Il tema posto nel titolo, si accese storicamente con l’idea dei Corridoi Internazionali nati con la stessa Europa. Evidente era ed è tutt’ora la necessità di una integrazione infrastrutturale multimodale.

Da subito infatti e ancor più con l’allargamento ad est dell’Europa, ancor prima della coesione sociale e culturale, si pensava ad una unificazione economica e tecnologica per una moderna rete di trasporti agevole e libera per merci e persone. Memoria è la Conferenza del 1994 e 1997. Strumento primo era una rete di comunicazioni e trasporti, a cominciare dalle viabilità su gomme e su ferro, telefonia, fibre ottiche ecc., ma pure elettrodotti e gasdotti.

I corridoi in Germania furono pianificati con la loro Legge Urbanistica del 1911 e sono ben leggibili dall’alto (di un aereo) con fasce di terreno libero da nord a sud, da est a ovest come giganti centuriazioni romane.

Boschi e prati sembrano segnati dal passaggio di un enorme tosa erbe (5-600 Mt.) lasciati liberi, se non già occupati da linee elettriche con enormi tralicci e da grandi condotte in superficie o da autostrade, ferrovie e quanto non si vede.

La città di Vicenza si trova oggi in una posizione imbarazzante, tale da sembrare freno alla realizzazione della più funzionale rete TAV.

La nuova Stazione dovrà necessariamente essere una struttura nuova come sono esempi presso la città di Lione e di Liegi, sapendo che oggi sono possibili forme e funzionalità incredibili. E va detto, belle da vedere, complete quindi di ampi servizi di interscambio con le città e i centri di produzione, progettati finalmente come vere e proprie città industriali e non più a nastro lungo le strade di scorrimento, causa di tutti i mali sul nostro territorio. Si pensi al ruolo già acquisito dal veronese Quadrante Europa e da quello in corso d’opera a Isola della Scala, ma oggi si dovrebbe guardare al mondo intero.


In data 6 settembre 2022

A Dr.ssa Laura Dalla Vecchia Presidente di Confindustria Vicenza

A Direttore Marino Smiderle Direttore di Il Giornale di Vicenza

Sembra essere emersa una condizionata e dovuta scelta per i progetti già in stato di avanzamento e non più correggibili, di cui alcuni (forse) già finanziati. Non mondo dei cantieri di architettura si ripete spesso che l’opera non realizzata può ancora essere corretta o manomessa, il costo dei progetti si dimentica presto. Sufficiente fare memoria a quanti progetti e quanto costosi in merito al Ponte sullo Stretto o per quanti Stadi o per altre grandi opere, pure Atomiche. Carte moneta sperperata, pur sperando utilmente.

Nel caso della TAV di Vicenza sembra essere obbligati da un progetto esecutivo e finanziato sino a Montecchio maggiore o si dice pure finanziato il tratto sino a S. Agostino. Merita esser appurato anche questo dettaglio. Ma negli ambienti autorevoli delle Ferrovie Italiane, si dice che di fronte a proposte più ragionevoli e utili, tutto può essere sempre migliorato.

Solo un esempio, molto semplice, ma forse capace di salvare capra e cavoli, come si dice da noi, una rete semplice, quanto capace si sopportare i Treni Veloci, magari 2 volte al giorno, e altro percorso, Per soddisfare le ambizioni di cui sopra. E il recupero del progetto suggerito già a suo tempo dalle stesse Ferrovie e dal Progetto RfI: cioè sotto i colli Berici, ma a sud della città, in posizione intelligente. Quale bella vittoria sarebbe tra i dibattiti del gioco legato al dualismo del “Bianco e del Nero”, che porta sempre alla Guerra, dimenticando che la Pace è sempre nel Grigio.

Come era nata l’alta velocità.

In Francia con l’Alta Velocità ci si vanta di aver ‘decimato’ le linee aeree concorrenti e aver ridimensionato la Francia abbreviando le distanze tutte

In Italia con la Legge obiettivo n. 443/2001 nasce la Società Treno Alta Velocità spa (TAV) con un primo tracciato inizialmente più o meno parallelo alla ferrovia Torino–Venezia-Trieste e relativamente rettilineo, L’attraversamento del vicentino, per esempio, era già posto in asse ai Berici, con galleria collocata in zona Lago di Fimon…Tale progetto ha provocato la reazione di tutto il mondo ambientalista e oggi risulta un tracciato abbandonato.

Così la tratta Verona Padova in breve tempo si è dimostrata la più calda e di più difficile soluzione, sia perché il progetto iniziale non prevedeva la fermata di Vicenza, per difficoltà di ‘frenata’ più ancora che di fermata. Per le difficoltà poste dal territorio, ormai totalmente urbanizzato, era e lo è ancor più oggi capace di costituire un vero e proprio tappo, più ancora che una strozzatura.

Le richieste vicentine

Le FS con l’ufficio studi Rfi, dopo aver proposto una soluzione con tracciato in trincea a meno 10 metri e copertura a solaio, passò alle varie ipotesi più recenti. Questa più recente prevede un percorso parallelo e accostato alla ferrovia sino a Verona, per poi passare a fianco dell’autostrada A4 e attraversamento quindi della città di Vicenza grazie ad una galleria di 10 km., posta a meno 25 mt, con due rampe d’accesso per 3,80 km. della pendenza del 1,5 % e stazione sotterranea, ad imitazione di quella di Bologna.

Tale percorso con tracciato completamente rivisto viene descritto con 16 scavalcamenti su strade e ferrovia e curve con raggi evidentemente più stretti del primo progetto con curve veloci di 3500 e non più di 5000 mt. Questi ed altri motivi hanno portato a rivedere l’intero progetto tale da chiamarsi più correttamente TAC (Treno Alta Capacità), così come ora risulta sugli elaborati ufficiali.

Il progetto attualmente in esame va visto come raddoppio della linea attuale, ma non realizza il sogno del treno super veloce (se questo fosse mai stato il programma o l’ambizione).

Se di raddoppio dell’attuale linea con soluzioni più aggiornate si tratta, va pure sottolineato che sarà però un percorso a slalom, semplicemente perché il raddoppio, quello razionale, parallelo all’esistente, oggi non è più possibile proprio, con previste centinaia di demolizioni, perché a suo tempo non si costituì il ‘corridoio’ di salvaguardia come abbiamo visto fare altrove.

Rinunciare all’Alta Velocità?

Qualcuno fa memoria che non solo in Giappone, ma pure in Cina già viaggiano treni a 400 km./ora e persino a 600 o addirittura a 1000 Km./ora. Personalmente chi scrive aggiunge che tra non molto (?) il treno (attuale) e così le auto potrebbero essere superate da altri mezzi di trasporto e non solo dalle ‘ovomobili’, sognate e pubblicate nel 2004 da chi scrive su quotidiano nazionale. Inoltre i ponti si faranno pure in Plastica, Poliestere e Polietilene ad alta densità HDPE.

Useremo sempre più materiali e tecnologie precarie e riciclabili da vedere con un’ottica tutta nuova quindi anche dal punto di vista Impatto Ambientale.

Questa o simile è la modernità da inseguire e oggi ben raggiungibile

Testo ripreso e aggiornato da precedente del 24 Aprile 2004

La nuova Stazione TAV di Reggio Emilia e tre visioni della Transiberiana
La nuova Stazione TAV di Reggio Emilia e tre visioni della Transiberiana

Giuseppe dalla Massara

Da Matera il 15 Maggio 2023

Coda ai pensierini sul tema  TAV Treno Alta Velocità a Vicenza

Siamo rientrati da pochi giorni dal Sud d’Italia, trovando il tutto più bello che mai.

A distanza di pochi anni (prima della Pandemia ho rivisto le città pugliesi, belle, come sempre, ma pure pulite, ricche, simpatiche. Vero che Bari era sempre stimata come la Milano del sud.

Ma ora sono così belle da sorprendere. Non parlano nemmeno più una qualsiasi forma di dialetto, padroni chiaramente delle due lingue, ma va detto che nel Vento parliamo più il dialetto di loro.

Il viaggio nel Salento è stato un professionale ancor più che turistico o culturale come si fa spesso.

Ma se raggiungete la sempre più sorprendente Matera, a buon motivo già Capitale della Cultura italiana, non perdetevi la “CRIPTA del PECCATO ORIGINALE”, già nota come la Sistina del Sud, ma pur di 1200 anni fa .

Per questo sorprendente luogo sacro, spero che nessuno pensi di agevolare l’arrivo colà con strade, autostrade o ferrovie alcuna. Per tale capolavoro non sarà però mai fatica, ma solo piacere.

Ma la ferrovia la vedete ugualmente, anche se non volete. E’ li davanti a voi per un tratto di 25 kilometri nel bel mezzo della campagna e collina e la chiamano quella di Alta Velocità.

Viaggia su un solo binario ma è sopraelevata e con ponti più o meno originali. Inizia da un bosco e si ferma su un prato, verde. E’ un capolavoro di idiozia di 25 anni fa, risultato di una disfida tra la politica e la tecnica.

I politici la volevano per valorizzare la recuperata Matera, mentre i tecnici sottolineano ancora che la ferrovia c’è già. Pur privata, da Matera infatti va tutt’oggi sino a Bari dove c’è anche l’Università. Una battaglia persa per tutti i due contendenti.

RFI ha dimostrato essere quel completamento del tutto inutile, salvo procedere al suo ammodernamento una volta resa statale o privata .

La Disfida di Matera è stata vinta quindi da RFI sulla Politica e così prossimamente molti turisti faranno un po’ di footing sulla vecchia ferrovia sopraelevata con sorpresa e gioia per tutti.

Non so ancora a chi andrà la vittoria per l’ambita stazione TAV di Vicenza, città dimostratasi fuori del tragitto e non necessaria all’Europa e per questo lontana dai progetti di RFI che reagisce con un molto lungo silenzio, nella speranza ancora di evitare tale impresa, definita enorme, spropositata come a Matera e molto ancora. Dimostratasi peraltro non come investimento utile all’Europa e neppure all’Italia, così come ribadito in più occasione.

Merita peraltro ricordare che una previsione di qualche anno fa, dava il Centro Storico di Vicenza in tale spopolamento demografico entro il 2035, che potrebbe trovarsi vuoto dei suoi abitanti, ma ancora ricco del suo Palladio e méta come moderna Pompei, non distrutta da Vulcano, ma dalla TAV.

Qualcuno, (pochi in realtà) chiedono a cosa e a chi può servire tanta costosa infrastruttura e una tale demolizione della città per avere in casa la TAV o TAC che sia. La TAV voluta dall’Europa è per unire le città e i Paesi della Confederazione .

Molti chiedono così perché buttare al macero miliardi di spesa solo perché disponibili, ma da restituire pur con modesti interessi, invece dell’usare la cifra prestata per investimenti produttivi come vuole l’Europa. Ora possiamo solo sperare nella recente Istituzione del Sovrintendente alle spese inutili . Chissà, speriamo bene nell’Europa più saggia.


Giuseppe dalla Massara

A quale punto il Dibattito sulla TAV a Vicenza

Propongo un riassunto di esamine, proposte e osservazioni

2 Dicembre 2023

La linea Ferroviari Tav o Tac (o Tgv francese) sono sin dall’inizio progetti dell’Europa Unita e dati in esecuzione agli Uffici tecnici di Rfi nell’ambito pel più grande progetto proposto e pianificato i quella rete atta ad riunire i paesi e le città della Nuova Grande e ambiziosa Europa.

Un NON RUOLO è dato ai Ministeri nazionali che in realtà é modesto, anzi un ruolo pressoché nullo, se non del tipo di intermediario con la cittadinanza, ma certamente non hanno mai valore di deleghe a progettare in maniera esecutiva tracciati o dare soluzioni importanti sull’Opera continentale.

Vero è che ogni proposta dettata e non certo ‘Pretesa dalle comunità’ coinvolte rimangono fasi intermedie la dove, studi preliminari e rende ring di progetto, mai potevano farsi progetti esecutivi. Evidente come ogni rinvio è stato frutto di un contributo a valutazioni e richieste nate dalle Amministrazioni Locali e alle tarde richieste delle Comiunità.

Per questi motivi abbiamo personalmente espresso quel sentimento di “ Educato silenzio di Rfi, in attesa di un abbandono alla pretesa o richiesta di avere e ottenete la Stazione di sosta dei Treni Veloci a Vicenza, e oggi finalmente ritenuto dai più del tutto inutile. Questo anche coscienti del fatto che i Treni “Frecce’ di TrenItalia sono largamente sufficienti alle necessità locali.

Fermate che dopo alcuni anni di richieste e di pretese, si è giunti alla più modesta richiesta di ‘ALMENO DUE FERMATE al giorno.

Non si tratta quindi di ‘far arrabbiare o meno Rfi’, ma molto semplicemente accettare con soddisfazione il bravo Progetto di RFI presentato in Regione già nel lontano 2004, con atti esaminati e commentati in quell’anno da chi scrive.

Importante inoltre è sottolineare che non si tratta di risolvere problemi o problemini fatti da dettagli e chiarificazioni, si tratta invece, ed é MOLTO IMPORTANTE, di non coinvolgere la Città di VICENZA con l’entrata della stessa Linea in CITTA’.

L’obiettivo quindi deve essere non cercare la soluzione meno invasiva, ma escluderla. Questo anche senza moratorie e senza maggiori spese per risolvere i non problemi .

Chiarito anche che ogni attraversamento fatto ‘volandoci’ sopra oppure passando in Galleria, peraltro tecnicamente da non farsi, come hanno dimostrato i bravi tecnici, senza troppe repliche. Utile deve essere per esempio vedere il Caso Reggio Emilia, che bene insegna, piuttosto del triste caso Matera.

Tav Tac: pensierino sulla possibile soluzione per Vicenza
Tav Tac: pensierino sulla possibile soluzione per Vicenza

PS. visto Allegato IV della Legge 108 2021 con le 10 opere strategiche Nazionali x 4,3 Mld di € Firmato : Enrico Giovannini

Per il tratto VR – VI e in particolare per quanto riguarda l’Attraversamento di Vicenza x 44 m. con fermata in Fiera manca ancora il collegamento con Padova, rinviato al 2018.

Il primo Lotto parla del tratto Verona – Bivio di Vicenza (?).

Il secondo Lotto riguarda l’attraversamento della città di Vicenza con 720 Mld di spesa atto del 18.05.2021- Parliamo quindi di PROGETTAZIONE DEFINITIVA non ancora di appalto dei Lavori per i relativi 12 Km.

Visto il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (Csllpp) e (VIA), vista la Legge 108 e prescrizioni , prendiamo atto che si è dato avvio dei lavori Ircav con RFI e alla progettazione definitiva dell’’attraversamento di Vicenza che costitiiosce il secondo Lotto funzionale dell’’Opera per un Valore di 720 Mln di € . Vincenzo Macello sarà a gestire i lavori.