L’iter di attuazione del decreto Transizione 5.0 potrebbe protrarsi fino a luglio 2024 secondo Il Sole 24 Ore. Il provvedimento del ministero delle Imprese e del made in Italy è quasi pronto ad essere emanato e attualmente la bozza è sottoposta agli ultimi accorgimenti, all’esame del dicastero dell’Economia. È costituito da 23 articoli e allegati. Disciplina le regole per accedere ai crediti d’imposta finanziati dal Pnrr con 6,3 miliardi di euro.
L’iter è complesso. Oltre al vaglio dell’Economia, “va raccolto il parere del ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica (Mase), secondo la formula del “sentito”. Chiusa l’interlocuzione tra dicasteri, il decreto interministeriale dovrà essere vagliato dalla Corte dei conti – precisa il quotidiano economico -.
Il Mimit si aspetta un riscontro a giorni da Mef e Mase e continua a pensare che si possa portare il decreto al traguardo della pubblicazione entro la fine di giugno, come preannunciato dal ministro Adolfo Urso, confidando in un esame dei magistrati contabili, considerata la rilevanza del provvedimento e il fatto che il quadro delle risorse impiegate è definito e chiaro, sulla base dei finanziamenti Pnrr.
Tuttavia per gli attesi crediti di imposta – che arrivano fino al 45%, con un tetto di investimento fissato a 50 milioni – il cerchio non si chiuderà nemmeno con la pubblicazione del decreto attuativo. Perché a valle di quest’ultimo, e quindi si presume a distanza di una o di qualche settimana, il Mimit ha in programma di pubblicare anche una circolare tecnica che verterà soprattutto sugli aspetti relativi al conseguimento, attraverso i progetti di innovazione incentivati con i crediti d’imposta, di risparmi energetici pari ad almeno il 3% dei consumi della struttura produttiva, oppure ad almeno il 5% dei processi interessati dall’investimento. La circolare potrebbe dunque materializzarsi solo a luglio.
E, nel frattempo, manca anche un altro tassello, sebbene questo sia superabile da una “deroga” prevista nel decreto legge Pnrr quater che ha istituito il piano Transizione 5.0. Si tratta, in particolare, del registro a cura dell’Enea con le caratteristiche dei pannelli fotovoltaici finalizzati all’autoproduzione di energia destinata all’autoconsumo, beni che possono rientrare tra le spese ammissibili del progetto di innovazione. L’acquisto dei pannelli, se si tratta di prodotti dotati di elevate efficienza e realizzati in Stati Ue, è premiato con un incentivo maggiorato, concorre cioè a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari al 120-140% del costo. La piattaforma dell’Enea però non è ancora online anche se l’Agenzia fa sapere che si è ormai ai passaggi tecnici finali. Il problema è comunque aggirabile perché nelle more della sua pubblicazione alle imprese basterà procurarsi un’attestazione rilasciata dal produttore”.
Fonte: Il Sole 24 Ore