(Adnkronos) – "Chiediamo un sistema organizzativo che metta in moto un meccanismo” per “la gestione del rischio clinico, nell'ambito delle nostre unità operative” perché sia “più attenzionata, con una collaborazione diretta degli operatori di settore”. Così Vito Trojano, presidente nazionale Sigo, Società italiana di ginecologia ed ostetricia, all’Adnkronos Salute commenta il ruolo della società scientifica sulla definizione di linee guida sulla colpa medica, intervenendo a un convegno promosso oggi a roma dal Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC) con il patrocinio dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Dopo gli ortopedici e i chirurghi plastici, i ginecologi e gli ostetrici sono tra i medici più a rischio di contenzioso in Italia. "Per lavorare con serenità – continua Trojano – abbiamo fatto un passo avanti con la legge sulla responsabilità professionale. È stata veramente una svolta epocale a cui abbiamo partecipato nella Commissione Alpa per la formulazione delle linee di guida. Con la Camera dei deputati abbiamo pubblicato un opuscolo nel quale abbiamo dimostrato che nelle procure italiane, il 98% dei contenziosi, 30 mila ogni anno, finiscono in assoluzione o in prescrizione. Questo vuol dire che solo in una minima parte c'è una compromissione dell'atto medico non" però "inteso come professionalità dell'operatore, ma molto spesso come difficoltà organizzativa della struttura". Gli specialisti chiedono pertanto "una collaborazione maggiore e un maggiore ascolto a livello istituzionale" per "offrire la migliore qualità professionale – conclude – in una organizzazione aggiornata a livello nazionale". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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