Rossato, Zaia, Brugnotto, Possamai e Nardin firmano a Monte Berico l’accordo quadro per l’Anno Giubilare Mariano e della Rinascita del 2026

381
“Anno Giubilare Mariano e della Rinascita”, firma dell’accordo quadro (da sx priore Rossato, pres. Veneto Zaia, vescovo Brugnotto, sindaco Possamai e pres. prov. Vicenza Nardin
“Anno Giubilare Mariano e della Rinascita”, firma dell’accordo quadro (da sx priore Rossato, pres. Veneto Zaia, vescovo Brugnotto, sindaco Possamai e pres. prov. Vicenza Nardin

Nel mondo religioso, così come in quello laico, l’attesa ha un suo grande valore. Tutto quel preparare, quell’immaginare, quell’evocare… Be’ ce n’è da aspettare per l’atteso Anno Giubilare Mariano e della Rinascita che Vicenza celebrerà nel 2026, ma l’attesa è già grande.

Entusiasmo e passione si sono respirati anche nel refettorio del Santuario della Madonna di Monte Berico, alla firma ufficiale di stamattina dell’accordo quadro da parte di tutti gli attori coinvolti nell’organizzazione: il priore di Monte Berico Carlo Rossato, il vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto, il governatore del Veneto Luca Zaia, il presidente della Provincia Andrea Nardin e il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai.

La data ufficiale d’inizio dell’anno giubilare mariano non poteva che essere il 7 marzo 2026, a 600 anni da quel giorno del 1426 – in tempo di peste – in cui la Vergine Maria apparve, proprio lì dove due anni dopo sarebbe sorto il Santuario in suo nome, a una umile popolana.

Grazie all’accordo appena siglato – che prevede l’istituzione di una cabina di regia in rappresentanza degli enti sottoscrittori, coadiuvata da tre comitati consultivi con funzione rispettivamente istituzionale, scientifica ed esecutiva – sarà possibile organizzare non solo un fitto calendario di eventi celebrativi, a carattere strettamente religioso, culturale e sociale, ma anche l’accoglienza di centinaia di migliaia di persone, che arriveranno a Vicenza da ogni angolo del mondo.

Il popolo veneto – ha infatti sottolineato Luca Zaia – ha profonde radici cristiane, che ha portato con sé emigrando e la peregrinatio Mariae che porterà una riproduzione della statua della Madonna di Monte Berico nei 46 club di Vicentini nel Mondo sparsi oltreconfine non farà che alimentare ulteriormente la loro devozione alla Patrona e alla città”.

Fortissimo è l’aspetto identitario – è intervenuto Andrea Nardin – di questo grande evento, che è sì di fede e devozione, ma è anche l’ennesima occasione per un territorio di fare squadra. La recente Adunata degli Alpini, che sebbene su ben altro piano è stata comunque una promozione di valori, ha dimostrato che città, Provincia e Regione insieme possono accettare ogni sfida. Di nuovo, ci prepariamo ad accogliere grandissimi numeri in questa terra dai forti sentimenti sociali e religiosi”.

Quello del Giubileo sarà un tempo speciale – ha confermato dal canto suo Giacomo Possamai – perché speciale è il legame che lega Vicenza al suo territorio. Le iniziative per celebrare il sesto centenario dalla prima apparizione qui a Monte Berico saranno un’opportunità unica per rinsaldare questi legami e per crearne di nuovi, ma anche per raccontare la nostra città e la Provincia al mondo grazie al già forte turismo religioso, e non solo, che non potrà che aumentare in maniera esponenziale”.

Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. È citando Pablo Neruda che padre Carlo Rossato ha introdotto il tema dell’Anno Giubilare Mariano, con l’appello alla Madre celeste “che da 600 anni da Monte Berico chiude tutti nel suo abbraccio di materna tenerezza, a offrire sostegno, conforto, pace e speranza” e l’invito ai Vicentini di tutti i 5 continenti a lasciarsi travolgere “dall’incanto di una vita rinnovata”.

Quello vicentino – che segue a ruota l’anno giubilare del 2025 indetto da Papa Francesco e intitolato al Pellegrinaggio di Speranza – vede la diocesi “impegnata a favorire la rinascita delle comunità cristiane, provate dalla pandemia, e chiamate a rispondere attivamente alla sempre crescente domanda di un senso” come specificato da Monsignor Brugnotto. “L’esortazione, sulla scia del tema del giubileo 2025, è anche per noi a metterci in cammino, per riscoprire la nostra lunga tradizione di pellegrinaggio, per ritrovare un contatto con il creato e prendere coscienza delle ferite infertegli, per trovare nuovi compagni lungo il percorso”.