Autonomia differenziata, Villanova e Cestari (Lega-LV) contro Todde: “Veneto ricco grazie al lavoro.”

260
autonomia differenziata, Villanova e Cestari contro Todde

Non si sono fatte attendere le risposte dei consiglieri regionali del Presidente dell’Intergruppo Lega – LV, Alberto Villanova e della consigliera di Lega-LV Laura Cestari alle dichiarazioni del Presidente Regione Sardegna, Alessandra Todde, in merito alla richiesta di Referendum dell’Autonomia.

Alberto Villanova, capogruppo della lega in Consiglio regionale, su autonomia contro Todde
Alberto Villanova, capogruppo Lega-LV in Consiglio regionale

Villanova in particolare ha definito “disallineate rispetto alla storia” le dichiarazioni di Todde: “Sostenere, poi, che il Veneto si sarebbe fatto ricco anche grazie alle tasse versate dai sardi, significa non aver mai sentito parlare di residuo fiscale. Noi, con Roma, siamo in credito da decenni. La Sardegna di Todde con la sua specialità è l’ultima che può aprire bocca. Prima di firmare il referendum abrogativo contro i Veneti, deve rinunciare alla sua di Autonomia.” Villanova ha poi ribadito il concetto: “Sostenere che il Veneto è stato in piedi fino ad oggi con i contributi dei sardi è qualcosa che non pare nemmeno vero. Penso ai miliardi di euro di gettito IVA versati dalle nostre aziende, alle decine di miliardi di euro di tasse che lavoratori ed artigiani ogni anno pagano a Roma per mantenere carrozzoni mai visti né sentiti nominare. Se la Todde ha un minimo di coerenza, – sottolinea Villanova – prima di firmare il Referendum abrogativo per la richiesta del Veneto, rinunci alla sua Autonomia. E la ‘chiusa’ con la richiesta di rivolgersi alla Consulta nell’eccepire una Legge controfirmata dal Presidente Mattarella, risulta una ‘chicca’ di diritto amministrativo che lascia persino sgomenti”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni della consigliera Laura Cestari, che a sua volta rispedisce al mittente le accuse di una regione cresciuta grazie alle tasse versate da altri: “Il Veneto è diventato grande in pochi decenni grazie al sudore di migliaia di imprenditori e lavoratori. La nostra ricchezza non l’abbiamo ottenuta con redditi di cittadinanza o assistenzialismo, ma con la fatica della terra, nelle botteghe e in ufficio. Ogni soldo che viene da questa terra è sporco di sudore, e ne siamo fieri. I nostri genitori – ha aggiunto Cestari – hanno sacrificato, molto spesso, la loro salute e le loro famiglie, con il solo scopo di poterci dare un futuro migliore. Quel futuro, oggi, si chiama benessere. Non c’è nessun miracolo del Nord-Est, ma solo milioni di schiene che, dal dopoguerra a oggi, si sono curvate, sulla terra o in fabbrica. Chi sostiene quindi che il Veneto si sarebbe arricchito grazie alle tasse di altri, dice una falsità. E manca di rispetto al nostro Popolo. Tutta questa polemica è semplicemente vergognosa”.

Camani, Ostanel e Baldin: progetto di legge sulla giornata dell’autonomia un colpo di mano propagandistico

Sempre in tema di autonomia, sono intervenute anche le consigliere regionali Vanessa Camani (Partito Democratico), Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo) e Erika Baldin (Movimento 5 Stelle), che hanno criticato, definendolo un colpo di mano propagandistico, il possibile inserimento all’Ordine del Giorno del Consiglio il progetto di legge sulla Giornata dell’autonomia: “In barba al regolamento e alla programmazione dei lavori – hanno sostenuto le consigliere -, il presidente dell’assemblea regionale Ciambetti, su richiesta del consigliere di maggioranza Michieletto, valuterà l’inserimento del progetto di legge per l’istituzione della Giornata dell’autonomia all’ordine del giorno delle prossime sedute di Consiglio. Si tratta di un colpo di mano dal chiaro intento propagandistico. Una forzatura non casuale, visto il dibattito in corso sull’autonomia. Con l’aggravante che su questo tema il Consiglio regionale, grazie a un presidente della Regione latitante, non è mai stato coinvolto. Evidentemente, senza alcun rispetto, si usa questa istituzione solo per varare provvedimenti spot. Il tutto mentre le proposte di legge delle opposizioni devono attendere anni prima di approdare in aula”.