Venezuela: “censurata” la posizione anticonformista di Alessandro Plateroti, vicedirettore de Il Sole 24 Ore

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In Venezuela gli Usa appoggiano Guaidò
In Venezuela gli Usa appoggiano Guaidò

Qualche giorno fa a Porta a Porta Alessandro Plateroti, vicedirettore de IlSole24Ore, ha fatto affermazioni molto importanti e chiarificatrici sulla crisi venezuelana e l’attacco in atto al governo chavista di Maduro. Una puntuale critica all’atteggiamento “occidentale” di quei governi che si ergono a “faro democratico” del mondo.

Ebbene, scorrendo le varie notizie su internet, si può notare come pochissimi siti informino di questo intervento di Platerot. C’è lantidiplomatico.it , imolaoggi.it , la pagina facebook della rete solidarietà rivoluzione bolivariana con il video)

Ma cosa afferma Plateroti? Qualcosa che non segue il conformismo imperante. Parla di fatti che vengono occultati (sarebbe meglio dire censurati) dalla nostra “grande” e “libera” informazione:
Non può essere che la solidarietà internazionale si fa ad uso e consumo dell’opportunità politica. Abbiamo avuto i rapporti con l’Argentina e la dittatura di Pinochet, in America Latina abbiamo avuto rapporti con i peggiori dittatori e nessun Parlamento italiano si è mai sognato di dichiarare l’illegittimità delle elezioni“. Per Plateroti non si tratta di difendere Maduro, ma un principio: “non si può tirare la coperta della sovranità dei paesi e del diritto internazionale solo perché gli Stati Uniti combattono una nota e ventennale guerra contro il Venezuela. E non mi sta bene. Abbiamo legittimato il sequestro dell’oro venezuelano a Londra contro ogni norma internazionale. Strappare queste cose significa pagare un prezzo molto alto in futuro”.

Chiediamoci perché l’opinione di Plateroti (che pure non è un pericoloso estremista né un fazioso chavista) non viene divulgata come dovrebbe essere. Forse perché è scomoda per i “padroni del mondo”, per USA e UE che riconoscono Guaidó (l’autoproclamato presidente venezuelano in barba a ogni regola istituzionale e democratica)?

Forse perché è meglio nascondere le notizie che potrebbero ostacolare il golpe in atto in Venezuela? Forse perché l’opinione pubblica deve essere educata al pensiero unico “imperiale”?

(di Alessandro Plateroti si può leggere anche questo articolo del 26 gennaio 2019)

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.