(Adnkronos) – Ordinativi in calo da inizio anno; eppure, la manifattura è in cerca di nuove 37mila figure da assumere nel prossimo semestre e tutte in produzione. A farne richiesta sono le imprese di Confimi Industria chiamate a rispondere all’indagine congiunturale promossa dal Centro studi della Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata. Nonostante la forte contrazione registrata da gennaio ad oggi – oltre il 30% delle pmi ha lamentato una riduzione fino al 10% delle commesse rispetto allo scorso anno – le imprese sono alla ricerca di nuovi collaboratori: oltre 27mila le figure specializzate necessarie per affrontare l’autunno alle quali si aggiungono 10.260 figure non specializzate. C’è poi il rovescio della medaglia e riguarda le previsioni dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, anche se solo il 14% degli intervistati dichiara che potrebbe farne ricorso per circa il 10% della propria forza lavoro. Ancora tema lavoro. Il Centro studi di Confimi, nel chiedere a chi fa impresa quali siano le principali problematiche con cui deve confrontarsi, individua due voci su tre che riguardano il personale: per 6/10 il principale ostacolo è trovare collaboratori, specializzati e no. Per 4/10 l’ostacolo è invece proprio il costo del personale. Sul gradino più basso del podio, è rilevato dal 32,6% del campione, l’eccessivo carico burocratico che riguarda per lo più dichiarazioni, questionari, contrattualistica B2B. Sorprende inoltre come, nonostante l’attesa e l’attenzione istituzionale e mediatica per il Piano Transizione 5.0, le imprese non abbiamo in programma investimenti per la seconda parte dell’anno. Altre preoccupazioni inoltre interessano i mercati: la manifattura italiana ha ancora come primo mercato la propria provincia/regione di riferimento oppure, al più, l’intero Stivale; come secondo mercato si afferma l’Europa ma entrambi risultano piuttosto fermi. Unico sollievo per le imprese arriva dagli USA e dal Canada che dopo diversi anni tornano ad essere il terzo mercato di riferimento per le pmi del manifatturiero. Imprese e clima: circa la copertura assicurativa sui rischi catastrofali introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, il 29% degli imprenditori si dice contrario ad assicurare terreni, fabbricati, impianti e attrezzature. Si dichiara invece favorevole il 27%. Incerta la maggioranza del campione (44%) che si pronuncerà solo una volta capito l’impatto economico di tali assicurazioni il cui costo al momento non è chiaro. Altra perplessità riguarda il fatto che avere o meno la copertura assicurativa sui rischi catastrofali potrà essere un discrimine nell’aggiudicarsi bandi e finanziamenti pubblici: assolutamente contrario il 22%, la maggior parte invece si dichiara favorevole (17%) o favorevole con riserva (il 46%), quest’ultimi a condizione che non siano toccate le garanzie del fondo pmi e che la sottoscrizione o meno della polizza non sia una informazione a disposizione delle banche o degli istituti di credito. Si “astiene” invece il 15% che non si esprime perché non utilizzatore di investimenti pubblici. —lavoro/offerte-lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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