Fondo indennizzo Risparmiatori banche, la cabina di regia denuncia: solo 500 milioni e spazio a speculatori

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Associazioni riunite nella Cabina di regia al Mef per Fondo Indennizzo risparmiatori
Associazioni riunite nella Cabina di regia al Mef per Fondo Indennizzo risparmiatori

La legge istitutiva del fondo  è stata scritta da organizzazioni collaterali al governo, ci dissociamo in maniera assoluta – scrive nella nota che pubblichiamo la neo costituita Federazione Associazioni Tutela del Risparmio Tradito (in fondo l’elenco delle associazioni*, ndr).

Stravolto  il lavoro fatto dalla cabina di regia di 13 associazioni più rappresentative Il testo presenta enormi criticità tali da mettere a rischio il risarcimento del 90% dei veri  risparmiatori traditi. Nella legge è sparito 1 miliardo dei conti dormienti da noi individuati, si parla solo della cifra di 0,5 miliardi per il 2019 che nel decreto attuativo nemmeno viene indicata.

Nel decreto attuativo è stato aperto il  possibile interesse a speculatori che hanno acquisito dopo la data di messa in liquidazione delle banche che ci auguriamo venga impedito.

Ricordiamo che l’art 38 fondo di ristoro  (su base del milleproroghe aveva già pagato il 30% a 560 risparmiatori senza alcun problema) proposto da questo governo poi modificato dalle 13 associazioni passato in prima battuta alla camera che tutelava  i risparmiatori traditi, è stato da questo governo poi cancellato al senato il 16/12/2018 che ha istituito il Fondo Indennizzo Risparmiatori.

Mail inviata oggi al governo

Oggi ci troviamo con una norma di fonte primaria (Fondo Indennizzo RisparmiatoriFIR), che presenta forti criticità (qui le nostre domande sulle risorse ridotte a 500 milioni, ndr).

Sostanzialmente pare evidente che è stata riscritta da alcuni rappresentanti di associazioni collaterali al governo, come peraltro dichiarato dal vice premier Di Maio nell’assemblea privata a Vicenza del 9 febbraio, al di fuori dalla cabina di regia istituita presso il MEF e comunque in sedi non istituzionali.

Il decreto attuativo del fondo non riesce a superare la criticità del misselling: va rilevato che il concetto di truffa oggettiva di massa, sconosciuto al diritto dei mercati finanziari e di nuovo conio, crea difficoltà applicative. Ad esempio trova al limite applicazione per truffati di alcune annualità e non per tutti.

Altra difficoltà, che indubbiamente ostacolerà il cammino del fondo, riguarda le produzioni documentali da parte dei soci, ad esempio relative agli ordini di acquisto, perché non tutti, anzi pochissimi, ne hanno disponibilità. Tutto ciò è contrario alla predicata semplificazione della domanda!

Il 30% non è più considerato a titolo d’acconto, ma è divenuto definitivo, escludendo così qualsivoglia forma di ulteriore indennizzo, come ad esempio la rivalutazione monetaria e gli interessi legali: praticamente i vecchi soci prenderanno dal nulla all’elemosina!!

Forti perplessità sorgono anche relativamente alle tempistiche di effettiva erogazione degli indennizzi alla luce di un’attenta lettura dell’articolo 10 del decreto attuativo , dove si dice “….il termine di 180 giorni per la presentazione della domanda di indennizzo decorre dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Reppublica Italiana del decreto ministeriale, con il quale sono individuati i componenti della Commissione tecnica prevista dal comma 501…“.

E’ evidente un ulteriore dilatazione delle tempistiche di effettiva erogazione del fondo, basti pensare all’Inter procedurale di selezione ed individuazione dei tecnici.

Non ultimo, e per non appesantire il carico delle osservazioni, rimane il fantasma dello sbarramento da parte dell’Unione Europea, in quanto siamo ancora all’oscuro degli esiti dei chiarimenti forniti dal ministero.

Per il senso di responsabilità che contraddistingue la cabina di regia, sempre aperta alla soluzione dei problemi e attenta al bene dei risparmiatori, siamo a suggerire, con l’auspicio che questa volta trovino la dovuta attenzione, le seguenti proposte:

  • sia pure con qualche forzatura per superare il problema, si potrebbe proporre di modificare la lettera C) art. 7 aggiungendo alle parole del decreto (qui il testo da noi pubblicato in anteprima, ndr) “un pregiudizio ingiusto….” “agli aventi diritto che hanno acquistato o continuato a detenere strumenti finanziari”.
  • la lettera C) potrebbe essere poi completata con l’espressa previsione che la Commissione acquisisca d’ufficio gli atti della Commissione Parlamentare, le relazioni della Banca d’Italia, della Consob e gli atti relativi a procedimenti penali collegati alla messa in liquidazione delle banche
  • per quanto riguarda i casi di difficile produzione documentale da parte dei soci, si suggerisce, come peraltro già indicato, di far acquisire d’ufficio i documenti dal fondo interbancario.

Per concludere, per tutte queste problematiche la cabina di regia aveva trovato soluzioni con proprie proposte, inviate a suo tempo all’attenzione del governo e poi confluite in gran parte nell’accantonato articolo 38, votato in prima battuta alla Camera e poi misteriosamente stravolto in Senato senza che venisse dato alcun genere di comunicazione alla cabina di regia.

Viene istituita la FEDERAZIONE Associazioni Tutela del Risparmio Tradito.

Nella riunione di sabato 16 febbraio le associazioni dei risparmiatori presenti della cabina di regia

Adusbef Fulvio Cavallari, Casa Del Consumatori Elena Bertorelle, Per Veneto Banca Matteo Cavalcate, Movimento RISPARMIATORI TRADITI Milena Zaggia e Giovanna Mazzoni, Unione Nazionale Consumatori Antonio Tognoni, Consumatori Attivi Barbara Puschiasis, Ezzelino III da Onara Patrizio Miatello