“Un quadro a luci e ombre”, così il presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo definisce la situazione che emerge dall’Osservatorio Economico Occupazionale di Confcommercio Vicenza, ovvero l’indagine congiunturale semestrale relativa ai settori commercio, turismo e servizi
Nei primi sei mesi del 2024, in base alle risposte date dalle circa 300 imprese che hanno risposto al questionario inviato agli associati, la sensazione è che il Terziario di mercato tenga, ma ci sono segnali se non proprio preoccupanti almeno da tenere monitorati.
L’88% delle imprese che hanno partecipato all’indagine vede il proprio stato di salute in chiave positiva, tra il discreto, il buono e l’ottimo, mentre il restante 12% lo giudica non buono o pessimo, però rispetto ai primi sei mesi del 2023 il 40% delle aziende ha riscontrato un calo del fatturato, in particolare nei settori Ingrosso (56% percepisce una diminuzione) e Dettaglio prodotti alla persona, di cui fa parte la categoria dell’abbigiamento-calzture (diminuzione percepita nel 45%). Meno preoccupante la situazione per i settori turismo e ristorazione, dove il calo è segnalato dal 20% e, al contrario, la percentuale di chi ha migliorato le entrate è del 2%, la più alta tra tutti i settori.
A spiegare, almeno in parte, le performance negative di alcune aziende sono i segnali che provengono dalla clientela: il 38% degli intervistati, infatti, ha la percezione che nell’ultimo anno la clientela sia diminuita. Nonostante le difficoltà su fatturato e clientela, però, il clima di fiducia rimane in terreno positivo: chiamati a formulare una previsione sullo stato di salute per il 2° semestre 2024, le imprese che hanno risposto al questionario lo vedono principalmente invariato (66%) o in miglioramento (23%) e solo l’11% prevede un peggioramento, benché per il 74% delle imprese che hanno partecipato all’indagine i costi aziendali risultino in aumento.
“Dà fiducia – aggiunge il presidente di Confcommercio Vicenza Piccolo – il fatto che lo stato di salute delle aziende del terziario sia sostanzialmente buono e che ci sia ancora una forte propensione ad assumere personale, certamente segnali positivi per il futuro. Ma gli elementi di preoccupazione ci sono, perché i fatturati risentono di un trend dei consumi, nel complesso, fragile, con una domanda debole che, a Vicenza come nel resto del Paese, coinvolge sia i servizi sia i beni. L’auspicio è che il rientro dell’inflazione – merito anche, come dimostra l’indagine, della prudenza dei nostri imprenditori sul fronte prezzi – aiuti la ripresa dei consumi, che deve però essere aiutata da politiche in grado di aumentare il potere d’acquisto dei cittadini, fattore essenziale per far ripartire il mercato interno”.
L’Osservatorio ha realizzato anche una media degli aumenti dichiarati da chi ha risposto al questionario, che si attesta attorno all’8%, con picchi più elevati nel settore alimentare e ristorazione. Di contro, sempre nell’elaborazione dell’Osservatorio, la media di aumento dei prezzi applicata dalle imprese in questi primi sei mesi del 2024 è stata del 3%, con un andamento piuttosto omogeneo tra i vari settori.
L’Indagine, approfondisce anche il tema occupazionale e così emerge che il 33% degli intervistati ha cercato personale nel corso del 1° semestre 2024, ma di questi il 77% dichiara di aver trovato difficoltà per mancanza di candidati o di requisiti. Un problema, questo, trasversale a tutti i settori, con picchi nelle società di servizi e nel turismo-ristorazione. E anche nei prossimi sei mesi, il 39% di aziende con dipendenti prevede di incrementare il proprio personale, principalmente nei settori del turismo-ristorazione (sono il 62% le aziende che prevedono di assumere) e nel dettaglio prodotti per la casa (42%).