Diga del Vanoi, il consiglio veneto approva mozione per monitoraggio progettazione. Opposizioni polemiche: “Giunta ambigua”

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diga del Vanoi, ancora un incontro a sostegno del no
Diga sul Vanoi

È stata approvata dal Consiglio regionale del Veneto con i voti a favore della maggioranza e il voto contrario delle opposizioni la mozione “Serbatoio del Vanoi: si attivino tutte le iniziative utili per favorire il monitoraggio della progettazione”. La mozione, la cui prima firmataria è Silvia Cestaro (Lega-Lv), impegna la Giunta veneta a rappresentare al Consorzio di bonifica del Brenta e alla cabina di regia per l’emergenza idrica “le istanze espresse dagli enti locali e dagli stakeholders direttamente coinvolti in ordine alla realizzazione del serbatoio del Vanoi, cooperando ad operare in trasparenza affinché si provveda all’instaurazione di un dialogo effettivo che renda gli stessi pienamente partecipi delle eventuali decisioni che impattano direttamente su quei luoghi”.

Il testo approvato impegna inoltre il governo regionale “ad attivarsi affinché si intraprendano tutte le strategie per la tesaurizzazione delle acque, peraltro già sperimentate dalla Regione del Veneto e identificate nella “Strategia regionale per il contrasto di siccità e rischio idrogeologico”.

“Il filo conduttore del progetto del Vanoi è il Pd – ha sostenuto in aula la prima firmataria – Durante il governo Renzi lo Stato ha finanziato il progetto con oltre un miliardo di euro per il post Vaia. Con il governo Conte II la ministra Teresa Bellanova ha messo a terra le azioni che riguardano le strutture irrigue e mettendo a bando i fondi del Pnrr ha dato avvio alla progettazione che riguarda il serbatoio del Vanoi, senza consultare i territori. E nell’agosto del 2022 quest’aula, all’unanimità – quindi anche con il Pd – ha votato una mozione a realizzare l’impianto del Vanoi per far fronte alla siccità di pianura. Questa volta, con questa mozione, chiediamo chiarezza, rispetto per i territori interessati e di essere parte attiva al tavolo che il ministero ha convocato”.

La consigliera Silvia Cestaro

La consigliera Cestaro ha commentato con soddisfazione l’esito del voto, pur ammettendo le sue riserve sul progetto: “L’ipotesi di una diga del Vanoi non riesce ad entusiasmarmi e mi lascia molto perplessa e fondamentalmente contraria. Ma il progetto c’è.” Cestaro poi ha poi chiamato in causa chi ha votato contro: “In politica, prima che lo studio dei documenti, serve la coerenza. Mentre confondere le acque non è utile né ai cittadini, né alla nostra montagna, che vuole e ha diritto alla trasparenza. Ecco perché oggi trovo scandaloso il comportamento dei rappresentati del Pd e del Movimento 5 Stelle: non si può essere un giorno favorevoli alle dighe e il giorno dopo ambientalisti. Io ritengo, e continuo a credere, che questa opera sia complessa, controversa e molto delicata perché s’inserisce su un territorio con diverse peculiarità. È per questo che ho presentato un atto di indirizzo, per esaminarne e metterne in luce tutti gli aspetti: spetta ai tecnici chiarire vantaggi e svantaggi”.

“Questa mozione conferma la confusione presente nella maggioranza sull’atteggiamento da assumere sul progetto del Vanoi”, ha replicato Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo), che ha cercato di emendare il testo della mozione inserendo l’invito alla Giunta a “valutare di esprimere la propria contrarietà alla prosecuzione della progettualità relativa all’invaso” (emendamento respinto con 35 no e 2 astenuti). “C’è un assessore che si è dichiarato contrario, gli enti territoriali e gli stakeholders sono contrari, c’è la provincia autonoma di Trento che ha detto no. Il territorio si aspetta chiarezza – ha affermato Ostanel – Un’opera non si monitora, si sceglie se la si vuole o no. Dopo 50 anni la politica regionale deve prendersi le proprie responsabilità, al netto delle valutazioni tecniche”.

“La mozione presentata dalla collega Cestaro – ha aggiunto la consigliera – è una pura operazione di fumo negli occhi per distrarre i cittadini dal fatto che la Giunta regionale sul Vanoi decide di non decidere. È facile demandare tutto ai tecnici mentre dentro la Giunta e dentro il proprio partito c’è chi dissente e non si riesce a trovare una quadra: i territori la risposta ce l’hanno, ed è no alla diga”.

La capogruppo del Pd Vanessa Camani ha criticato la mozione come un’operazione di ‘camouflage’, che chiedendo una cosa ovvia e scontata cerca di nascondere il problema dell’impatto ambientale del progetto. “Noi chiediamo che la Giunta esprima parere contrario all’opera – ha scandito Camani – perché mette in conflitto le necessità dell’agricoltura di pianura di avere acqua, con quelle della montagna di vedere il proprio territorio tutelato. Vorremmo capire Cestaro da che parte sta. È del tutto ovvio che vi sia bisogno del supporto tecnico attorno a questo progetto e non c’era bisogno di una mozione per dirlo. Così come non c’era bisogno di dire, come ha fatto Zaia, che devono essere i tecnici a dire se l’opera sia fattibile o meno. E ci mancherebbe. Il problema è che chi governa la Regione non ha il coraggio di dire come la pensa su quest’opera, proseguendo con un atteggiamento ondivago e contraddittorio.”.

Il consigliere di Europa Verde Renzo Masolo ha ricordato le problematiche idrogeologiche, naturalistiche e turistiche dell’ipotizzato serbatoio previsto di 33 milioni di metri cubi con la diga del Vanoi, dal costo complessivo di 150 milioni di euro, per il quale è già stato speso un milione di euro per le diverse ipotesi progettuali. Sulle alternative possibili per un uso efficiente e razionale della risorsa idrica si è soffermato Andrea Zanoni (Pd). E sul dovere di ascoltare i territori interessati ha insistito Jonatan Montanariello (Pd).

“Sul serbatoio del Vanoi le valutazioni idrogeologiche sono già chiare e indicano l’alto livello di rischio”, ha replicato il portavoce delle opposizioni Arturo Lorenzoni, ricordando la formale diffida al progetto del Consorzio Brenta espressa dalla Provincia autonoma di Trento.

In favore della mozione si sono pronunciati il presidente dell’intergruppo leghista Alberto Villanova, la presidente della commissione Ambiente Silvia Rizzotto (Lega-Lv) che ha ricordato che “le scelte politiche si fanno dopo che si hanno le valutazioni tecniche”, il consigliere bellunese Giovanni Puppato, che ha messo in luce l’auspicato coinvolgimento di tutti i soggetti interessati nel dibattito, Enoch Soranzo (FdI), che ha esortato a dare credibilità progettuale ai Consorzi di bonifica e il capogruppo di Lega per Salvini premier Giuseppe Pan, che ha ricordato che la parola decisiva sul progetto è in capo al Ministero per le Infrastrutture.

Giuseppe Pan ha ribadito le ragioni del sì alla diga “Porto in quest’Aula anche la voce di 50 amministrazioni e delle categorie agricole per combattere la siccità: l’ipotesi di trattenere e regolare l’acqua dolce nel serbatoio del Vanoi è una scelta strategica. Strategica perché, lungo il suo percorso, il fiume Brenta presenta ampie zone a rischio idraulico, dal Comune di Valbrenta a Piove di Sacco e fino al mare. Questo è un problema innegabile e che una nuova diga possa migliorare questa criticità idraulica appare chiaro. I cambiamenti climatici lo richiedono: è conclamato, e lo vediamo ripetersi ormai ogni 2-3 anni, che le piogge ci siano o non ci siano, o siano tali da metterci sott’acqua – prosegue il consigliere – C’è un’importante area agricola, dalla Pedemontana fino a Padova, che resta viva perché c’è un sistema irriguo che fornisce acqua alle colture agrarie. E parlando dell’utilizzo potabile: trattenere acqua dolce e rilasciarla gradualmente avrà degli enormi benefici per la falda del Brenta, che, ricordo, rappresenta il serbatoio da cui alimentiamo ormai tutta la rete acquedottistica veneta, compresi i territori di Vicenza e Padova inquinati da Pfas. Il 2022 è stato un monito: pozzi prosciugati, agricoltura in ginocchio, Padova con problemi sanitari per l’assenza di acqua nei canali interni. Il bacino del Vanoi è un’opera strategica, necessaria, e darà risposte a tutte queste problematiche”.

Pan si è anche soffermato sui rischi della diga: “L’opposizione solleva il famoso terrore del dam-break, una valutazione che si fa su tutte le dighe. Ci sono – lo dico agli amici di Trento e altoatesini – in Val d’Ultimo, cinque dighe fino a Lago Verde, che contengono milioni di metri cubi di acqua che se si rompesse quella sopra, a 2.700 metri, arriverebbe a inondare e a spazzare via Verona. I veronesi, quindi, dovrebbero opporsi e far svuotare tutte quelle dighe, che servono a tenere in sicurezza l’Adige, a dare energia elettrica e, guarda caso, a creare anche turismo, perché un lago di montagna, come tanti laghi di montagna, ha fatto la fortuna di tanti paesi. Quindi, dico agli amici bellunesi e agli amici trentini, agli abitanti delle cosiddette “alte terre”, che queste dighe sono super controllate, sono super sicure, e adesso su questo progetto la sfida è la questione della sicurezza geologica”.

Il consigliere Pan ha sottolineato la necessità di sentire il parere dei tecnici sul progetto della diga, ma nello stesso tempo ha invitato a non avere paura del progresso: “Sono cambiate, in settant’anni, tutte le tecnologie. Andate a vedere cosa fanno in Cina, cosa fanno in Egitto, in Spagna in Grecia. Se pensate di risolvere nei prossimi decenni i cambiamenti climatici, irreversibili, il problema dell’approvvigionamento idrico per le nostre popolazioni, senza gli invasi, siete fuori dal tempo”.