Bancarotta nel Vicentino, in carcere imprenditore di Montegalda. Gdf esegue 3 misure cautelari e sequestro da 3 Mln

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Bancarotta fraudolenta nel Vicentino. Questa mattina, un’operazione a largo raggio della Guardia di Finanza ha portato alla luce una complessa frode nel settore della rivendita di pneumatici. All’alba, quasi 40 militari hanno eseguito una serie di misure cautelari e perquisizioni, su disposizione della Procura della Repubblica di Vicenza.

Al centro dell’indagine, un 56enne imprenditore di Montegalda, ritenuto il “capo” di un’organizzazione criminale che, attraverso una fitta rete di società “cartiere” e fatture false, ha evaso il fisco per oltre 3 milioni di euro. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per analoghi reati, è stato portato in carcere. La sua compagna, una 43enne rumena, è stata sottoposta agli arresti domiciliari, mentre per un 58enne sandricense è scattato l’obbligo di dimora a Sandrigo.

La società principale beneficiaria del raggiro è operante nel commercio di pneumatici, con due sedi fisiche a Vicenza e Sandrigo, oltre che attraverso un portale web per le vendite online. Sono 8 complessivamente le società coinvolte nella frode, dislocate tra Vicenza, Padova, Albignasego (PD), Mestrino (PD) e Venezia.

Le indagini delle fiamme gialle, avviate alla fine del 2022, hanno svelato un sistema fraudolento ben oliato. L’arrestato, durante il periodo di detenzione nel carcere “Due Palazzi” di Padova, era riuscito a riorganizzare la propria “struttura operativa” anche grazie all’ausilio di varie “teste di legno”. Tra queste, un 56enne marocchino conosciuto in galera. I prestanome risultavano formali amministratori di 3 società “cartiere”, completamente prive di reale struttura operativa ma utili ad emettere fatture false.

L’imprenditore si è fatto, inoltre, aiutare anche dalla compagna di origine rumena e dal figlio 26enne, nonché da un 47enne ragioniere di Albignasego (PD), già noto alle cronache giudiziarie, il quale non si è limitato ad un mero contributo professionale ma si è adoperato attivamente per tenere in vita il “core business” del sodalizio fornendo in prima persona gli strumenti giuridici per reiterare le condotte criminose.

Le società “cartiere”, appositamente create, acquistavano pneumatici da fornitori comunitari, evitando così di pagare l’Iva. Successivamente, emettevano fatture false verso le società effettivamente operative, omettendo di versare l’imposta dovuta allo Stato. In questo modo, l’organizzazione riusciva a vendere i pneumatici a prezzi altamente competitivi, sottraendo ingenti somme all’Erario.

In definitiva, le investigazioni hanno permesso di ricostruire l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 28 milioni di euro, con conseguente IVA evasa per oltre 3 milioni di euro, somma in ordine alla quale le Fiamme Gialle beriche stanno in queste ore operando il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Vicenza.

Mentre riorganizzavano la struttura illecita, i sodali hanno anche provveduto a “svuotare” le 2 società utilizzate nella precedente frode fiscale (all’esito della quale era stata disposta la prima carcerazione dell’imprenditore montegaldese) aggravando in tal modo la situazione debitoria delle stesse (oltre 40 milioni di euro di debiti soltanto nei confronti dell’’Erario) motivo per il quale l’autorità giudiziaria berica ha richiesto ed ottenuto dal Tribunale di Vicenza la dichiarazione di fallimento, con contestuale denuncia per bancarotta fraudolenta da operazioni dolose e distrattive.

Le indagini hanno inoltre rivelato che l’imprenditore, durante il periodo di detenzione, era riuscito a ottenere il regime di affidamento in prova ai servizi sociali grazie a false attestazioni di volontariato. Sia il presidente che un allenatore di una società di Rugby vicentina sono indagati per aver rilasciato documenti falsi per attestare la sua presenza quale piccolo manutentore degli impianti sportivi, mentre in realtà l’arrestato si stava dedicando alla gestione degli affari illeciti.

Oltre all’evasione fiscale, i membri dell’organizzazione sono accusati di bancarotta fraudolenta, in quanto hanno deliberatamente aggravato la situazione debitoria delle società del Vicentino e del Veneto coinvolte nelle precedenti frodi.

L’operazione della Guardia di Finanza nel Vicentino ha portato al sequestro di beni per un valore di 3 milioni di euro, richiesto dalla procura e concesso dal Gip, e a indagare 13 persone per i reati di emissione di fatture false, omessa dichiarazione e bancarotta fraudolenta.