La spesa della popolazione veneta in gioco d’azzardo, videopoker incluso, lo scorso anno è stata stimata in oltre 6 miliardi di euro e 106 milioni. Con cifre di questo tipo è come se ogni abitante del Veneto (neonati e anziani inclusi) nel 2018 avesse speso in gioco una cifra di 1245 euro pro capite.
Questi dati – che potrebbero sembrare incredibili – sono certificati dal Libro Blu redatto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Consultando questo report si è potuto inoltre appurare come nel 2017 la spesa in gioco d’azzardo dei veneti sia cresciuta di 276 milioni di euro rispetto al 2015.
Per restituire alla realtà le dimensioni del fenomeno in Veneto, soltanto nel 2017, gli incassi legati all’industria del gioco, tra videopoker, sale scommesse, lotto, bingo, gratta e vinci e simili, hanno superato il costo complessivo per la realizzazione del Mose (il sistema progettato per tentare di controllare l’acqua alta a Venezia, costato uno sproposito per le casse dello stato, con risultati discutibili). A livello nazionale, invece, si stima che gli italiani abbiano speso in gioco d’azzardo oltre 101,85 miliardi di euro con un aumento del 142% negli ultimi dieci anni.
A riscuotere il maggior consenso da parte dei giocatori sono le slot machine e le videolottery, in particolare quelle ubicate in bar e tabacchi: si stima che le circa 40 mila macchinette sparse per il Veneto abbiano inghiottito una cifra vicina ai 4,7 miliardi di euro, circa il 77% del gioco d’azzardo nella regione.
Questi dati collocano il Veneto al quinto posto nella classifica delle regioni italiane per spesa in gioco d’azzardo, dietro a Lombardia, Lazio, Campania ed Emilia-Romagna. I veneti, tuttavia, sono al terzo posto dietro Lombardia e Lazio per ciò che concerne gli importi giocati alle slot machine, sia a quelle AWP (ritenute le più semplici e con basse giocate), sia alle VLT (le più nuove e gettonate, che consentono vincite più lucrose).
Analizzando i flussi di gioco per provincia, i volumi delle giocate relativi alle slot denotano una netta propensione per le ‘macchinette’ da parte degli abitanti del Polesine: lo scorso anno hanno puntato circa 1470 euro a testa. Subito dopo ci sono i veneziani con una spesa di 1051 euro a testa, i veronesi con 1114 euro a persona e dagli abitanti della Marca con circa 900 euro a testa. Le macchinette sono meno gettonate a Padova e provincia, con scommesse di 792 euro pro capite, e nel bellunese con 779 euro a testa.
Visti questi numeri, la Giunta regionale del Veneto lo scorso anno ha stanziato 5,3 milioni di euro (di cui circa 4 provenienti dal Fondo nazionale di contrasto al gioco patologico) predisponendo un Piano regionale di prevenzione e contrasto in collaborazione con le Ulss, i Serd e le associazioni del territorio, per sostenere campagne di sensibilizzazione, la formazione degli operatori, interventi di cura ed esperienze di mutuo-auto-aiuto.
È stato inoltre approvato un disegno di legge, inviato al Consiglio regionale affinché sia soggetto ad un’approvazione definitiva, al fine di sostenere l’iniziativa degli enti territoriali, dei servizi sociosanitari e delle agenzie educative negli interventi di prevenzione e contrasto alle dipendenze da gioco d’azzardo.