Sanità in Veneto, Bigon e Zottis (PD): “Mancano medici per recuperare le liste d’attesa? Si assuma il personale in graduatoria e si investa di più”

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“La carenza di personale per le visite specialistiche può essere risolta – scrivono le consigliere regionali del PD Veneto, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis -. Secondo i dati forniti da Azienda Zero, sono infatti ben 5.882 gli addetti inseriti in graduatoria e idonei a essere assunti a tempo indeterminato. Di questi, 2.300 sono dirigenti in graduatoria con concorso a tempo indeterminato e, in maggioranza, sono medici. Il resto è personale di comparto, molti dei quali sono infermieri. Probabilmente non tutte queste figure sono medici specializzati nei settori maggiormente carenti, ma possiamo dire che ormai l’emergenza attraversa tutto il sistema, visto il taglio di servizi e posti letto per mancanza di personale. Si proceda dunque urgentemente con le assunzioni per non gettare nel baratro il sistema pubblico.”

Bigon e Zottis (Pd)

“Ci chiediamo ancora il motivo della richiesta di soli 1.000 posti negli atenei veneti, a fronte di una carenza regionale di 3.500 medici dichiarata dallo stesso Zaia – aggiungono Bigon e Zottis -. Eppure, dovremmo aver imparato qualcosa dall’esperienza del Covid e dalla mancata programmazione dei medici di famiglia. È evidente che questa inadeguatezza delle richieste sia dovuta a una programmazione sbagliata e soprattutto alla volontà di non voler potenziare il sistema sanitario pubblico.”

“Una strategia di smantellamento che, tra il 2019 e il 2022, ha favorito le dimissioni volontarie di ben 1.582 medici e di 2.632 infermieri. Una situazione grave, soprattutto nelle zone periferiche e svantaggiate della Regione, dove le soluzioni messe finora in campo sono palliativi poco risolutivi. Quindi,” concludono Bigon e Zottis, “non è possibile pensare che la mancanza di medici attuale venga colmata entro il 2026, come promesso dalla Regione. Infatti, tenuto conto del numero di dimissioni e di pensionamenti, il numero non solo non verrà colmato, ma sarà ancora più grave, tenuto anche conto del fatto che, invecchiando sempre di più la cittadinanza, ci sarà ancora più necessità.”