Patrizio Miatello mette il governo di fronte alla rabbia dei risparmiatori

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Mai come questa volta è opportuno vedere (e ascoltare) il video accorato e “arrabbiato” di Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino III da Onara e animatore delle 13 associazioni che in tutte le riunioni convocate al Mef da Alessio Villarosa e, l’ultima volta, anche da Massimo Bitonci, i due sottosegretari ancora senza deleghe di Giovanni Tria hanno provato a collaborare lealmente con le altre tre “integraliste per uscire dall’impasse.

Con obiezioni di natura cinicamente politica (l’assunzione del merito della svolta epocale per cui chi è truffato da una banca va risarcito) è stato, prima, impedito da don Torta, Ugone e Arman di decollare alla legge 205, approvata all’unanimità fin dal 27 dicembre 2017, che andava ritoccata in alcuni suoi aspetti e rimpinguata di fondi, ma che, comunque, ha consentito ai primi 500 risparmiatori di riavere concretamente parte dei loro soldi.

Poi nella rincorsa al tutto e di più è cresciuta la bagarre tra chi cura gli interessi dei risparmiatori (e/o anche i propri) e le mille promesse di “faremo subito e bene” hanno portato alla legge 145 del 31 dicembre 2018 che ha conservato della 205 alcuni principi base, tra cui quello fondamentale della fonte delle risorse, i cosiddetti fondi dormienti resisi contabilmente disponibili ad oggi per 1.575 milioni.

Quindi c’è stata la saga delle promesse disattese: le ultime quelle del 9 febbraio a Vicenza di Di Maio e Salvini nello show da privée a loro riservato dalle tre associazioni più politicizzate che confondono la testa dei loro associati, fino a rendere tutti, dice Patrizio Miatello, “incapaci di intendere e, quindi, di volere“, accusando gli altri di avere simpatie preconcette mentre i loro capi si candidano alle elezioni.

E allora, dopo la successione di eventi già da tempo da noi riassunta e collegata al disegno che li originano, come non accogliere l’atto di accusa di Patrizio Miatello, che è anche un disperato appello alla serietà del governo del cambiamento, che pare non cambiare e viene messo alla prova di fronte alla rabbia dei risparmiatori?

“Credo ancora in voi ma così non finisce bene!…”: è il succo del messaggio.