(Adnkronos) – Il virus Chandipura "fa paura perché estremamente letale". Ma nel nostro Paese e, più in generale, in Europa "non c'è allarme. Fino ad oggi il patogeno è rimasto confinato di poche aree geografiche". A dirlo all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Giovanni Rezza, professore straordinario di Igiene presso l'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, il merito al virus che in India ha 'acceso' diversi focolai ed è al centro di uno studio in fase di pubblicazione – guidato da scienziati dell'Università Campus Bio-Medico di Roma – che ha permesso di mettere a punto una piattaforma per monitorare al meglio i casi e pianificare azioni tempestive. Si tratta di un virus, continua Rezza, "la cui presenza, per ora, è molto ristretta geograficamente ad alcune zone dell'India, anche se sono abbastanza popolose. E' conosciuto da molti anni, almeno dagli anni '60. Qualcuno ha messo in relazione gli attuali focolai con i cambiamenti climatici, ma difficile dirlo, anche perché le temperature elevate e il caldo umido non sono una novità in India. I pappataci e i moscerini che trasmettono l'infezione sono stati trovati anche in qualche zona dell'Africa occidentale, ma al momento il potenziale epidemico sembra piuttosto basso. Solo studi specifici potrebbero dirci di più". Questa ridotta presenza "è importante perché parliamo di un virus altamente letale, simile a quello della rabbia che può essere responsabile di encefaliti in grado di mettere a rischio la vita", conclude. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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