Indennizzo BPVi e Veneto Banca tra show e censure a soci e VicenzaPiù: dal 100% al 30%. Forse

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Associazioni riunite nella Cabina di regia al Mef per Fondo Indennizzo risparmiatori
Associazioni riunite nella Cabina di regia al Mef per Fondo Indennizzo risparmiatori

Ad un anno data dalle elezioni vinte a marzo 2018 grazie anche alle promesse di dare un indennizzo del 100% dei soldi persi dai cittadini possessori di azioni avariate delle banche venete – scrive nell’articolo che riprendiamo da BellunoPress.it Enzo De Biasi (Team Codacons Veneto) -, gli attuali governanti non sono nemmeno in grado di presentarsi con uno straccio di decreto che inizi a ristorare almeno il 30% del danno patito.

Succede al palasport di Vicenza sabato 9 febbraio, in un’assemblea alla quale presenziano unicamente risparmiatori e loro associazioni gradite all’organizzazione privata, che valuta uno per uno chi può entrare e chi no. Mentre tre quarti delle rappresentanze degli “azzerati” (oltre 12 associazioni che hanno finora collaborato con il Ministero dell’Economia e della Finanza nella Cabina di Regia) restano fuori a protestare e fischiare gli show men giunti da Palazzo Chigi.

Persone elette dal popolo che pro-tempore svolgono funzioni pubbliche importanti, quando incontrano nel territorio cittadini con gravi problemi sono/debbono essere accessibili a tutti? oppure poiché appaltano la loro partecipazione in loco a dei privati, sono questi ultimi che permettono o negano alla stampa indipendente, ad esempio la testata VicenzaPiù ed al suo direttore Giovanni Coviello di essere in sala convegno?

Forse, senza accorgersene, stiamo sperimentando dal vivo i primi indizi di regime autoritario che – come sempre è accaduto – inizia comprimendo le libertà di movimento e di opinione. La restrizione delle libertà civili – anche questo fa parte della storia patria – riceve in prima battuta gli applausi scroscianti da standing ovation della folla che accorre, come appunto è successo all’interno del palazzetto per le due star che intrattenevano il pubblico plaudente e rincuorato da vaghe promesse della serie: “faremo”.

La dolorosa controversia del risparmio tradito rischia di trasformarsi da tragedia in farsa ed in parte ciò è dovuto, anche, alle incapacità ed inconcludenze di Movimento 5 Stelle e Lega. Sul tappeto restano inevase le sacrosante aspettative dei risparmiatori, ingannati prima da Zonin e Consoli (che pure loro erano tanto acclamati nelle rispettive assemblee dai vecchi soci oggi azionisti) ed ora abbindolati dai due Vicepremier del sedicente Governo del Cambiamento.

I precedenti

Settembre 2017. Sono resi noti i soldi (i cosiddetti fondi dormienti, ndr) che giacciono in cassa al Ministero, a seguito di un’interpellanza firmata dall’allora On. Le Daniele Pesco (5 stelle ed attuale Senatore nonché Presidente della V° Commissione Bilancio) per un ammontare di € 1.398.607.863,12 che i grillini si “dimenticano” di contestare al Governo Gentiloni quando vara la legge 205 destinando unicamente 100 milioni in 4 anni, 25 milioni ad anno.

Nonostante le contestazioni riguardanti la scarsità di risorse previste, dovute anche a ragioni tecniche inerenti la prescrizione tombale di durata ventennale dei conti dormienti, i 5 Stelle votano a favore dell’art.1 commi 1106 1109 della finanziaria per il 2018, legge 205/2017. Tutta la pantomima recitata più volte a partire da marzo 2018 in avanti, soprattutto da Di Maio e soci, “stiamo lavorando per voi (risparmiatori azzerati) … per trovare i soldi”, “non dubitate, noi li troveremo” e dopo giugno a Governo in carica “noi li abbiamo scovati (sic!)”, era un fatto noto alle cronache parlamentari ed ai grillini fin da settembre dell’anno prima. Quel che si dice “la scoperta dell’acqua calda”.

Agosto 2018. Mancando ancora il decreto attuativo (a tutt’oggi inesistente) in quanto non assunto dal nuovo Governo, il Senato della Repubblica all’unanimità impegna l’esecutivo offrendo un nuovo termine di adozione dello stesso: 31 ottobre 2018. Questo secondo assenso, votato anche dai Giallo Verdi, in favore della legge 205 è stato davvero un buon risultato acquisito grazie all’iniziativa del Senatore Andrea Ferrazzi (Pd) che ha posto la questione.

Purtroppo non se ne fa nulla, i due contraenti il patto per (s)governare il Paese non rispettano quanto votato al Senato e di conseguenza la scadenza predeterminata decorre senza alcun provvedimento. Ma pur di non farsi mancare nulla, 5 Stelle e Lega dopo la pausa estiva alla Camera dei Deputati, intervenendo sul c.d. “decreto milleproroghe” cambiano radicalmente idea e nel merito modificano incisivamente la norma vigente fino ad allora.

Settembre 2018. Infatti, l’attuale maggioranza inserisce due paletti 30% e 100.000 € di ristoro, preannunciando i due sottosegretari Villarosa e Bitonci che la percentuale è da ritenersi a titolo di “acconto”, dettaglio non rinvenibile nel testo di legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Inoltre, due atti parlamentari contestuali alla discussione in aula e presentati da Forza Italia e dal PD tesi ad affermare che il 30% deve intendersi quale “anticipo” sul dovuto, vengono rigettati ai mittenti da parte dei Giallo-Verdi.

A dispetto di quanto appena narrato ed effettivamente successo, i due sottosegretari sempre presenti nei media declamano ed assicurano che l’impegno di considerare “il 30% un acconto, resta tale e quale”. La recita prosegue in incontri più o meno formali, cabina di regia inclusa, da settembre a novembre con ripetute interviste su radio-tv-carta stampata. Nei fatti, con l’approvazione della legge 145/2018 c.d. finanziaria per il 2019, fortissimamente voluta dal Governo in carica, delle panzane raccontate in abbondanza per un intero trimestre non si trova traccia.

La domanda è, Bitonci e Villarosa quando promettono sanno quello che dicono oppure sanno di mentire? La risposta appartiene unicamente alla loro personale conoscenza, consapevolezza e coscienza di ciò che accade nell’ambiente che usualmente praticano.

In questo periodo tutte le Associazioni in difesa degli azzerati ed a favore dei commi normativi tesi a dare il 100% del danno patito o non si rendono conto oppure non vogliono rendersi conto, il che non muta i termini della querelle, che le variazioni apportate alla legge 205/2017 hanno svuotato la medesima nei contenuti più innovativi; va da sé che i due “paletti” inseriti, sono iniqui e tendono a favorire i risparmiatori più ricchi. Nella maggior parte dei casi di lodi accolti, il valore economico è attestato nella fascia € 500,00-50.000,00 applicando, quindi, una percentuale del 30% si otterrà un rimborso massimo pro-capite di € 15.000,00.

Viceversa, il “risparmiatore” con azioni da rimborsare per una somma complessiva di 330.000,00 € ed oltre fino a qualche milione di patrimonio, potrà beneficiare di una provvista iniziale di 100.000 € e verosimilmente proseguirà la sua azione di recupero del mancante 70% avendone i mezzi.

Cosa succederà, invece, a quelli che porteranno a casa – a fine 2019 o ad inizio 2020 – la mancia micragnosa del Governo del Popolo? Da questa constatazione è sorta -in seguito e nel contesto della successiva proposta di legge per il bilancio in essere- il suggerimento Codacons Veneto di prevedere una soglia minima pari ad € 30.000,00 di danno patito ed acclarato da riconoscere da subito ed in toto a tutti coloro che vantano la stessa cifra da ristorare, a seguire gli altri ricorrenti con decisioni giudiziali od extra giudiziali di maggior entità.

Qualcosa di simile, è stato elaborato anche dal PD in sede di finanziaria per il 2019 sostituendo il criterio anzidetto con quello del reddito certificato ISEE fino a 15.000,00 cui corrispondere il 100% del danno ingiusto patito, a scendere gradualmente in percentuale per i scaglioni di reddito che si avvicinano ai 35.000,00 €. Inutile soffermarsi sul fatto che entrambe le proposizioni, sono state scartate dalla maggioranza Giallo Verde.

Ottobre 2018. E’ approvato dal Governo il Documento di Economia e Finanza per il 2019 denominato, più brevemente, D.E.F 2019. In numerose interviste il Vicepremier 5 stelle Di Maio afferma, davanti ai media nazionali, che “oltre al reddito di cittadinanza, alla flat tax, a quota 100 il DEF ripaga anche i Risparmiatori Truffati”. Messaggio non suffragato da dati contabili, dato che la tabellina allegata alla voce “riduzione del fondo risparmiatori” per il 2019, 2020, 2021 indica la cifra di 0 (zero) euro. È palese che egli non sa distinguere la differenza tra i diversi documenti di natura finanziaria, un conto è il DEF altro è la legge di bilancio.

Invece di dire baggianate, il capo politico del movimento pentastellato omette (volutamente?) di precisare che la posta finanziaria declamata ai e nei mass media di un miliardo e mezzo NON è a carico del debito pubblico, né deriva da imposte, tasse e tributi né concorre a sfondare i parametri prestabiliti in sede di Unione Europea; ma deriva da soldi “dimenticati” da cittadini ed “ereditati” dallo Stato.

Unico compito di Governo e Parlamento è quello di agevolarne la destinazione e la fruizione per i tartassati dalle banche, obiettivi finora non centrati. Nello stesso documento di programmazione il Governo Giallo Verde preannuncia che sta preparando ben 11 (undici) disegni di legge che saranno presentati con la legge di bilancio dell’anno in corso. Uno di questi è titolato “misure a favore dei soggetti coinvolti dalla crisi del sistema bancario, cosiddetto Fondo Ristoro a favore dei soggetti truffati”. Questo e gli altri 10 (dieci) fanno parte della serie “Chi li ha visti?

Novembre 2018.  ACF/Consob esaminando 874 di ricorsi accolti (502 delle due Banche Venete) ed applicando i criteri settembrini, eroga i primi e gli unici soldi finora dati, ovvero 10.835.571,099 €. Con tale operazione si dimostrano per tabulas due fatti: a) i 25 milioni stanziati dal Governo Gentiloni per l’anno scorso erano più che sufficienti, anzi ne sono stati “risparmiati” 14, b) la strumentalità e l’inutilità delle critiche alla legge 205/2017 soprattutto se non si sa fare meglio e di più.

A fine dicembre 2018, è varata la nuova legge finanziaria, il Governo – da ultimo – allarga la platea dei potenziali richiedenti, inserisce le micro-imprese e le onlus quali beneficiarie, aggiorna il dato contabile dei “conti dormienti” che quotano ora 1.574.607.863,12 €, li arrotonda ad € 1.575.000.000,00 ripartendoli in tre anni dal 2019-2021 ossia 525 milioni ad anno ed impegna il Ministro del Tesoro ad assumere un proprio decreto attuativo entro il 30 gennaio, da pubblicarsi in Gazzetta Ufficiale il 31/01/2019; fatto non accaduto.

Le fasi che hanno accompagnato la finanziaria vigente, causa il tira e molla con l’Unione Europea che poteva essere cessato fin da ottobre , hanno avuto – tra le tante conseguenze – quella di far votare alla Camera un bilancio e norme collegate del tutto differenti da quelle imposte al termine dell’andirivieni Roma-Bruxelles al Senato e quindi nuovamente alla Camera in terza lettura. Non a caso, l’art. 1 comma 493 e seguenti della legge nr. 145/2018 scritti interamente ed integralmente dal Gruppo Senatoriale dei 5 Stelle considerata la loro elevata professionalità, sono quelle oggetto di critiche da parte europea.

A nulla è valso, il tentativo del mite Ministro Giovanni Tria (ben replicato dal comico Crozza) di proporre una disciplina più in sintonia con le regole della necessità di avere un soggetto terzo che valuti le richieste dei ricorrenti. La Lega, pur rappresentando parte cospicua dei “risparmiatori traditi” in Veneto, ha consegnato l’intera questione all’altro partner di (s)governo ed ora, il redivivo Bitonci ri-appare dal letargo propinando di sostituire quanto scritto definitivamente a dicembre con quanto era stato votato a novembre.

Invece che una valutazione delle domande di ristoro (ora detto indennizzo, evviva il Cambiamento!) in ambito “domestico” ovvero da parte del MEF/Consulenti alias Consap, le stesse sono esaminate a cura di ACF/Consob; allo stesso tempo che si fa? Trovato l’accordo con i criteri UE, di necessità bisognerà cambiare le norme scritte nella legge vigente e quindi, si torna -come nel gioco dell’oca- alla casella precedente, ovvero alle due Camere del Parlamento che devono dare l’okay.

L’ineffabile leader pentastellato afferma con sicurezza “andremo avanti lo stesso e la UE deve farsene una ragione”. Su questo non ci sono dubbi, il Governo può legiferare ciò che vuole e gli attuali reggitori della res publica nulla pagheranno perché assolvono una pubblica funzione, potranno essere -invece – chiamati a restituire i soldi percepiti i beneficiati da questa operazione ossia i cittadini traditi e beffati una seconda volta, esattore l’Unione Europea; già successo con le quote latte.

Tutti questi ritardi non hanno avuto alcuna ragion d’essere. Bastava applicare la legge 205/2017 già approvata anche da Bruxelles, dare i soldi ai truffati e poi cammin facendo migliorarla. Troppo semplice! Vuoi mettere essere spettatori di un accadimento in diretta (ripetuto tante volte alla Televisione) offerto dai Capi Popolo calati a Vicenza che se la prendono con la Banca d’Italia, la Consob ed annunciano la nuova Commissione d’Indagine sulle banche. Rimborsare i 210.000 veneti in lista d’attesa, vabbè si vedrà quel che si può fare, hanno aspettato 14 mesi qualche altro mese od anno cosa cambia…