Vicenza, due aggressioni in pochi giorni, sei agenti in ospedale. Sindacato di Polizia Locale: “Basta demagogia, serve il taser”

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S.u.l.p.l. su aggressioni agenti: dotare polizia locale di taser
Polizia locale di Vicenza (foto di archivio)

Il S.U.L.P.L. – Sindacato Unitario Lavoratori Di Polizia Locale del Veneto – attraverso un comunicato stampa ribadisce la preoccupazione per gli episodi di violenza che sempre più frequentemente vedono vittima la Polizia Locale, in particolare i due avvenuti nello spazio di un weekend a Vicenza, sostenendo la necessità di dotare gli agenti del dispositivo taser, sul quale, spiegano «la demagogia di una certa parte della politica si spreca e sta diventando pericolosa. Più pericolosa del dotare gli agenti della Polizia Locale di Vicenza dell’arma ad impulsi elettrici».

Il Sindacato sottolinea come siano in aumento liti e conflitti violenti: «la gente sa che gli operatori di polizia hanno le mani legate. Questa condizione diminuisce da un lato la percezione di sicurezza dei cittadini, dall’altro incoraggia i soggetti violenti ad affrontare apertamente gli operatori che sono invece intimoriti dalle conseguenze dell’utilizzare la forza»

Il Sulp ha poi ricordato che nel 70% dei casi in cui si utilizza il taser, i soggetti desistono soltanto nel vedere in pugno all’agente l’arma, come dimostrano anche i dati sulla sperimentazione in Italia: «Citare quindi – prosegue il comunicato -, il Report della Commissione delle Nazioni Unite contro la tortura, come scusa per non voler adottare uno strumento che è già in dotazione alle forze di Polizia di molti Paesi nel mondo (tra i quali sembrerebbe esserci anche la Gendarmeria Vaticana) non è nient’altro che pura demagogia politica, tipica della cultura “defund the police” in stile americano. Una politica che, ricordiamo, nelle città statunitensi nelle quali è stata adottata, ha portato un aumento dei reati violenti fino al 65%. Qualche politico intende portare avanti questa idea? Si accomodi, ma non sulle spalle degli Agenti di Polizia Locale, o delle forze di polizia in generale.»

Secondo il Sulpl inoltre, se si considera “strumento di tortura” tutto ciò che è in grado provocare aprioristicamente un dolore fisico, allora si dovrebbe considerare tale qualunque strumento di difesa e di coercizione. E in certe situazioni non si può pensare al dialogo: «Li vorremmo vedere – continua il testo del Sindacato -, questi buonisti, a difendersi da un’asse di legno chiodata, come quella utilizzata nell’aggressione di domenica, utilizzando esclusivamente il dialogo.

Ci vadano loro a bloccare soggetti violenti come quelli che abbiamo visto aggredire, in questi giorni, gli agenti di Polizia Locale e gli operatori del 118 a Vicenza, o i colleghi di Jesolo qualche giorno fa e prima ancora il collega di Pedavena. Poi ci vengano a dire che queste situazioni si possono risolvere con parole gentili e modi amorevoli.

La scelta di dotare gli operatori della Locale di armi e strumenti di autodifesa non può più essere demandata agli enti locali. Per questo indirizziamo il nostro appello soprattutto alle opposizioni del Comune di Vicenza, che rappresentano l’attuale maggioranza parlamentare, affinché spingano il Governo a non perdere più tempo sulla riforma della Polizia Locale, prevedendo l’obbligatorietà dell’armamento degli operatori, comprese le armi ad impulsi elettrici. Attendiamo una risposta anche dalla Regione, alla quale abbiamo rinnovato la richiesta, proprio in questi giorni, di adottare senza indugi e per quanto di competenza, una disciplina più rigida con gli enti locali, sul tema della sicurezza degli operatori.»

Il comunicato si conclude con gli auguri di pronta guarigione a tutti gli operatori di polizia e sanitari coinvolti nelle aggressioni.