Ue, Scocchia (illycaffè): “Serve industrial deal, ora cambio di passo del Parlamento”

98

(Adnkronos) – “In Europa quello che serve è un ‘Industrial deal’. Va bene anche pensare anche al ‘Green Deal’, ci mancherebbe altro, però ci vuole anche un ‘Industrial deal’. Una politica industriale in Europa è sempre mancata e forse questo è l’ultimo treno per riuscire invece ad averne una seria, che ci faccia recuperare non solo nelle tecnologie digitali di intelligenza artificiale, ma anche nel settore tradizionale, perché molte aziende anche tradizionali non riescono a competere se il costo dell’energia è più elevato e il carico normativo burocratico è superiore. Quindi questo è il momento in cui si spera che il nuovo Parlamento europeo, neo insediato, faccia un cambio di passo”. Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia sulla situazione economica attuale, Cristina Scocchia, ad illycaffè, che oggi è intervenuta al Meeting di Rimini nel corso del convegno ‘Il valore del lavoro: una ricerca urgente’.  Scocchia sottolinea che comunque “io sono ottimista, l’ottimismo aiuta anche l’economia. L’Ocse ci conferma che quest’anno, nel 2024, l’economia globale dovrebbe chiudersi con un +3,1%, quindi con una crescita significativa del Pil. Questo significa sicuramente che l’impatto delle politiche monetarie restrittive continua a farsi sentire, però le economie mondiali stanno dimostrando un’ottima resilienza. L’inflazione è sotto controllo e sta riscendendo rapidamente, forse più rapidamente di quanto ci si aspettasse, la fiducia del settore privato si è stabilizzata, molti Paesi tra cui l’Italia hanno una disoccupazione ai minimi storici e molti Paesi tra cui il nostro hanno un reddito reale che ha ricominciato a crescere”, sottolinea.  Per la manager “ovviamente come sempre succede la crescita però non è uniforme ma a macchia di leopardo ed è un problema. L’Europa -sottolinea- è tra le aree del mondo che cresce meno e questo è preoccupante perché questa frammentazione dell’economia globale e questo protezionismo che abbiamo visto rifiorire nell’ultimo periodo sicuramente sono un rischio importante per l’area Euro. Un’area che ha già perso rilevanza a livello economico negli ultimi vent’anni. Vent’anni fa infatti eravamo un quarto dell’economia mondiale, dal 26% ora pesiamo solo il 18%. Negli stessi vent’anni gli Stati Uniti hanno mantenuto il loro 26% e i cinesi hanno quadruplicato la propria posizione arrivando al 17%. Quindi sicuramente c’è un’area euro che è indebolita e l’Ocse ci dice che probabilmente da qui al 2050 perderemo ulteriormente e peseremo ancora meno, il 14%”, ribadisce. Secondo Scocchia “questo perché ci sono diversi fattori su cui potevamo contare prima che sono stati messi in discussione dal nuovo contesto geopolitico, come l’apertura dei mercati internazionali con la possibilità di esportare liberamente nelle economie emergenti dell’Asia, l’energia a basso costo dal mercato russo, la spesa per la difesa legata agli Stati Uniti. In più l’Europa ha accumulato un grandissimo ritardo tecnologico, soprattutto nelle tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale. L’Ia -sottolinea- richiede enormi investimenti e quelle economie di scala che noi in Europa non abbiamo”.  “Quindi diciamo -conclude- che io rimango sempre una persona ottimista, però mi auguro che il nuovo Parlamento europeo adesso acceleri nel processo di integrazione, nel processo di messa a punto di quelle risorse che sono necessarie per gli investimenti strategici. E le priorità che in questo momento il mondo imprenditoriale chiede sono sempre le solite note: cioè la autonomia e autosufficienza energetica, la difesa comune, la capacità di investire in nuove tecnologie”, spiega Scocchia.  Il prezzo del caffè nei prossimi mesi E Scocchia commenta anche l’andamento del mercato del caffè. “Siamo sempre nella tempesta, il mercato continua a essere caratterizzato da un prezzo del caffè verde che è molto volatile e da un trend rialzista senza precedenti. Oggi il caffè verde costa 245 cents per libbra, il 66% in più dell’anno scorso, oltre il doppio rispetto a 3 anni fa. E questo ci spiega perché in tre anni il costo della tazzina del caffè che beviamo al bar è aumentato del 15%, e adesso costa in media un euro e mezzo in Italia. E si stima che aumenterà ancora, e che possa arrivare a toccare i 2 euro nei prossimi mesi se queste pressioni rialziste sul costo del caffè verde, la materia prima, continueranno”, sottolinea.  Secondo Scocchia infatti “le ragioni per cui il caffè verde continua a costare sempre di più sono molteplici e non hanno una facile soluzione. La prima è sicuramente il cambiamento climatico che potrebbe dimezzare i terreni coltivati entro il 2050. Basti pensare a quanto sta succedendo in questi mesi: si passa dalle piogge torrenziali in Brasile alla siccità in Vietnam. Ma nel breve e medio termine la filiera è sotto pressione anche a causa del problema legato al canale di Suez, che ha fatto lievitare i costi e allungato i tempi, e a causa delle speculazioni che riguardano più in generale le soft commodities”, sottolinea. “Nel biennio 2022/2023 -ricorda Scocchia- i costi di produzione della illycaffè sono aumentati del 17% ma abbiamo riversato a valle sui consumatori solo un terzo di questo aggravio dei costi (il 3% nel gennaio 2022 e il 3% nel gennaio 2023 ). Per il momento non intendiamo aumentare il prezzo dei nostri prodotti per aiutare i nostri clienti finali, sia B2B che B2C, ma evidentemente dovremo rivedere questa decisione se il trend rialzista dovesse perdurare”, ribadisce. Le novità dal mondo del lavoro E sul mondo del lavoro nel momento attuale Scocchia è chiara. “Il mito del posto fisso è tramontato. Oggi le nuove generazioni chiedono sicuramente uno stipendio giusto, equo e commisurato all’impegno profuso ma soprattutto un ambiente accogliente dove le relazioni umane siano valorizzate. E dove sia valorizzata la diversity e sia presente un atteggiamento di flessibilità, con lo smart working che permette una migliore conciliazione tra vita personale e professionale”, sottolinea.  Secondo la manager dello storico marchio del caffè ‘made in Italy’ “il mondo del lavoro oggi è molto sfaccettato. Se prima in maniera univoca il lavoro definiva molto anche le persone, che dedicavano la maggior parte del tempo e dell’energia ad esso, chiedendo il posto fisso, adesso invece i giovani, ma anche i meno giovani, iniziano ad avere un atteggiamento diverso. C’è ancora chi è molto definito dal proprio ‘io lavorativo’, ma c’è anche una nuova generazione che invece ama di più la flessibilità, il bilanciamento tra la vita professionale e quella lavorativa”, ribadisce Scocchia. E secondo il ceo di illycaffè la nuove generazioni di lavoratori “chiedono anche che ci sia poi un’adesione valoriale tra quelli che sono i principi della persona e quelli che sono i principi che l’azienda completamente pone in essere”. E per questo serve un cambio di passo, secondo Scocchia. “Questa è una sfida molto bella per i manager, perché emerge, e deve sempre di più emergere, uno spirito di leadership diverso. Quindi una capacità da parte dei leader aziendali di coniugare l’intelligenza emotiva con l’intelligenza cognitiva. Se prima bastava quella cognitiva, adesso abbiamo bisogno dell’intelligenza emotiva per poter dimostrare capacità di ascolto, di empatia, di inclusione, di cui c’è tanto bisogno”, sottolinea. E Scocchia spiega che “quello che noi facciamo in Illy è mettere al centro un compasso morale molto forte. Tutte le nostre azioni sono finalizzate a creare valore e a diffondere valore lungo tutta la catena, siamo una vera e propria stakeholders company. E questo è importante. Illycaffè da anni si è focalizzata, prima ancora che diventasse di moda farlo, sulla creazione e diffusione di valore nei confronti di tutti i portatori di interesse. Questo è un atteggiamento etico e morale molto forte che permette a molti candidati di riconoscersi in questi valori”, sottolinea la manager. “Poi -sottolinea- abbiamo ovviamente una grande flessibilità. Abbiamo la flessibilità in entrata per i neo genitori, lo smart working per tutti i lavoratori, supportiamo la genitorialità dando contributi non solo in Italia ma anche all’estero per gli asili nido. E portiamo avanti il training di formazione che permette alle persone di crescere all’interno dell’azienda. Perché poi secondo me quello che più di tutto è ricercato è finalmente il merito. E noi ci impegniamo in maniera concreta ad essere un’azienda a meritocratica”, conclude.   —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)