Verrebbe da ridere di fronte all’autoincensamento di Zaia – scrive Paolo Benvegnù, segretario regionale Rifondazione Comunista del Veneto – e il coro dei servi che ogni giorno lo plaudono come moderno paladino dei Veneti se non ci fosse tragicamente da piangere.
Giorno dopo giorno, assistiamo al disvelamento di inquinamenti devastanti delle falde acquifere, di interramento di rifiuti tossici nella regione “meglio governata” d’Italia. Anche nel caso dell’uso dei rifiuti tossici nei sedimenti stradali del prolungamento della Valdastico e dintorni non erano mancate le denunce dei comitati e della politica che non si è mai venduta, così come per i Pfas.
La risposta della Regione, come nel caso della Miteni, è stata di lunghi anni di silenzio. Una lista di responsabilità, di inadempienze che non è comprimibile in un comunicato stampa. Le colpe di chi governa ormai da decenni il nostro territorio sono sotto gli occhi di tutti quelli che le vogliono vedere. Il giochetto dello scaricabarile fatto nella vicenda delle banche venete non può funzionare, né può essere permesso all’infinito.
Dopo quasi trent’anni di governo della Lega e del Centrodestra, il Veneto è una delle regioni più inquinate e cementificate in Europa. Nel governo reale del territorio, il micidiale intreccio tra una imprenditoria in buona parte a vocazione predatoria ed un ceto politico a questa fortemente connesso, ha portato a questo esito drammatico, di cui pagheranno un prezzo altissimo le future generazioni.
L’unica grande opera necessaria è la bonifica e il risanamento del territorio e la messa in sicurezza per prevenire i disastri provocati dai cambiamenti climatici. È ora di costruire dal basso in questa regione una alternativa di governo per un Veneto ambientalmente e socialmente sostenibile.
Mandiamo a casa i servi dei padroni!