Acqua pubblica Veneto. Baldin (M5S): “Troppi sprechi”. Interrogazione al governo regionale

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Erika Baldin Spisal acqua pubblica veneto
Erika Baldin

Della quantità di acqua pubblica immessa in circolo dalle chiuse che servono il Veneto, ne va dispersa poco meno della metà prima di giungere nei rubinetti delle utenze. La situazione allarmante è stata rilevata tra la primavera e l’estate di quest’anno dal centro studi della CGIA di Mestre. Dati alla mano: si certifica che nel territorio regionale ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all’utente solo 57,8%, mentre gli il 42,2% va disperso lungo le tubature o diventano preda di allacciamenti abusivi”. A tale proposito, ho depositato un’interrogazione a risposta scritta, per chiedere come la Giunta regionale intende intervenire per contrastare il fenomeno. Data la scarsità della risorsa, acuita dal cambiamento climatico e dalla siccità la Regione dovrebbe preoccuparsi di garantire la piena efficienza delle tubature, smantellando anche gli accessi non autorizzati”. Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro- Fini, Erika Baldin.

“La dispersione di acque potabili rappresenta infatti un ingente spreco ambientale, oltre che gravare nelle bollette della cittadinanza. La situazione è particolarmente grave nelle montagne bellunesi – osserva Baldin – là dove la dispersione raggiunge il 64,2%. Ciò significa che a fronte di 678 litri d’acqua quotidianamente immessi per ogni abitante, 435 non arrivano al rubinetto. È peraltro la zona dove meno sono mancati episodi di dissesto idrogeologico, come frane, alluvioni, precipitazioni estreme, che testimoniano dell’importanza assoluta di preservare integralmente i bacini idrici.

Se è vero che l’acqua pubblica costituisce un diritto universale dell’umanità secondo la Dichiarazione universale dei diritti umani, e la stessa ONU è intervenuta nel 2010 emanando una risoluzione che esplicita il carattere universale e fondamentale del diritto all’acqua, anche la popolazione italiana si era espressa un anno più tardi attraverso il referendum: abbiamo votato a stragrande maggioranza, cioè il 95,3% in Veneto e il 95,8% in Italia – ricorda l’esponente del M5S -. Ricordo il carattere pubblico dell’erogazione idrica, a patto che però sia efficiente e funzionale alle esigenze umane.

Per far fronte alle criticità della rete veneta servirà un intervento nel bilancio, pertanto, chiedo alla Giunta regionale di stanziare fondi adeguati a garantire gli impegni previsti dalla legge regionale 17 del 2012, che prevede  che la Regione sostenga le aree caratterizzate da bassa densità abitativa ed elevati costi di servizio, allo scopo di favorire con il proprio contributo la realizzazione di strutture ed infrastrutture di approvvigionamento e accumulo di acqua”, conclude Erika Baldin.