“Dottoressa mi sento in colpa a non andare in vacanza con mia figlia insieme al mio ex marito, anche la premier Giorgia Menoni con l’ex compagno Andrea Giambruno si sono ritrovati insieme in vacanza, per la figlia Ginevra”, esordisce in studio una mia paziente. Personalmente, reduce dalla vacanze non ho seguito le vicende, mi documento e mi rendo conto che sono in molti tra persone dello spettacolo e personaggi di soap che quest’estate stanno dando, da genitori separati, questo “cattivo modello educativo”: https://www.ilmattino.it/lifestyle/gossip/giorgia_meloni_andrea_giambruno_vacanza_insieme_ritorno_separazione_oggi_22_8_2024-8310077.html
Una riflessione psicopedagogica e non solo…, partendo dalle vacanze della premier Meloni e della sorella Arianna, passando per quelle dei personaggi della soap è auspicabile farla.
I vari settimanali di intrattenimento intitolano: “Vacanze insieme, per il bene dei figli”.
Ma quale bene?
Siamo sicuri che fingere per una sola settimana di continuare una storia ormai finita, sia davvero il bene dei figli?
E soprattutto, con una storia rotta da poco, con tutti i suoi strascichi, ancora freschi, quanto si è in grado di fingere di stare ancora bene insieme, di fronte ai bambini?
E quanto invece fa male quella permanenza?
Si sta insieme quindici giorni e poi tutto torna come prima, da genitori separati, ognuno nella propria casa e i bambini di nuovo con la “valigia” e allora qual’è il fine di questa vacanze insieme per il loro bene?
Quale messaggio arriva al bambino?
La coerenza o l’incoerenza?
Il bambino riesce a comprendere questo bene o rischia di passare dall’illusione alla disillusione?
In educazione coerenza così come sincerità/verità sono parole chiave, che non dovrebbero mai mancare e che necessitano di fatti concreti, e non di prove che le rendono ambigue.
La premier in una intervista ha detto: “Penso sia importante far capire ai bambini che una separazione non debba scatenare per forza un conflitto tra i genitori e che i figli non debbano essere costretti a scegliere tra mamma e papà. Non è sempre facile, mi rendo conto, ma quando è possibile è utile farlo”. https://www.vanityfair.it/article/giorgia-meloni-vacanze-figlia-ex-andrea-giambruno-padre-migliore-che-potessi-desiderare-per-ginevra
Questo è verissimo, come professionista che segue anche le coppie in via di separazione e divorzio, ritengo che ogni genitore sia per il bambino come un diamante: per sempre!
Quando i genitori mi chiedono come affrontare la separazione con i figli, la mia prima risposta è di parlare loro dicendo la verità sulla vicenda separativa che stanno vivendo, utilizzando un linguaggio comprensibile per l’età del figlio.
Una comunicazione che dovrebbe essere fatta da entrambi, insieme, a rimarcare che è salvaguardata la continuità dell’esistenza della coppia genitoriale, unita nell’affrontare la crisi nell’interesse del benessere del bambino. Il momento migliore è quando la decisione è accompagnata da un reale allontanamento dal tetto coniugale. La separazione/divorzio non é un evento ma un processo da affrontare. I bambini talvolta rimangono intrappolati per il rancore che permane tra i genitori. Il riconoscimento che quanto accaduto é una decisione degli adulti, estranea ai figli ed é irreversibile può favorire l’accettazione. Il figlio va rassicurato sul fatto che la decisione di vivere separati non cambia l’amore che si ha verso di lui.
Quindi fin dall’inizio della vicenda è chiesto ai genitori un atto di verità, così come di trasmettere al bambino la libertà di poter esprimere le proprie emozioni e all’adulto di riconoscerle e farle riconoscere, perché ogni figlio/a deve sapere che la propria mamma e papà saranno sempre i suoi genitori, anche se il matrimonio finisce e non vivranno più tutti insieme. È fondamentale che il bambino percepisca un clima sereno, e non di guerra, se pensiamo metaforicamente alla famiglia come una casa con tanti piani, nella separazione ciò che fallisce è il piano di coppia coniugale, ma il piano della genitorialità rimane per sempre.
Le vacanze insieme di genitori separati in quest’ottica possono creare confusione e soprattutto generare false illusioni nei bambini, che possono non comprendere le “buone intenzioni dei genitori”, con il rischio di far loro sperimentare incertezze o dubbi, quando è invece necessario che si confrontino con la vita vera, per crescere forti!