Intelligenza artificiale e fumetti: l’anticipazione di Paperino, i personaggi Marvel e gli attuali problemi di copyright

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Intelligenza Artificiale e fumetti
Intelligenza Artificiale e fumetti

(Articolo da VicenzaPiù Viva n. 9sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Negli anni ’60 gli autori americani della Marvel Comics hanno immaginato delle intelligenze artificiali che si affiancano ai supereroi per salvare il mondo. Ma Paperino l’aveva previsto già nel 1959 e oggi anche i fumettisti usano l’IA.

Non tutti i supereroi americani sono dotati di superpoteri. Alcuni di loro sono dei comuni umani che hanno come potere quello dei soldi: sono miliardari, e di conseguenza, essendo anche molto intelligenti, usano la tecnologia per combattere il crimine. Il più noto di questi umani super ricchi che usano la tecnologia per potenziarsi e salvare il mondo è, nel mondo Marvel – ovvero la rivale storica della DC, quella, per intenderci, di Batman e Superman – Tony Stark alias Iron Man. Egli ha creato, oltre alla sua armatura, una sorta di maggiordomo virtuale che controlla la sua base operativa e anche i suoi robot e che si chiama J.A.R.V.I.S. (Just A Rather Very Intelligent System,. “Solo Un Sistema Piuttosto Molto Intelligente”) Nei fumetti questa intelligenza artificiale si chiama inizialmente H.O.M.E.R., Heuristically Operative Matrix Emulation Rostrum. Il primo J.A.R.V.I.S. è poi un programma che fa funzionare una tuta indossata dalla fidanzata di Stark, di cui l’intelligenza artificiale si innamora, andando fuori fase. Visione è invece un personaggio inventato nel 1968, ispirato ad alcuni libri di fantascienza, che vuole rappresentare un robot simpatico.
L’androide Visione infatti non vuole essere trattato come una macchina, ma cerca di salvaguardare il suo lato umano, temendo di perderlo. La sua umanizzazione è rappresentata anche dalla relazione con l’umana Scarlet Witch. Nei film del Marvel Cinematic Universe, J.A.R.V.I.S. diventa il sistema operativo dell’androide Visione: il programma di intelligenza artificiale di Tony Stark ha così un corpo. Questa nuova versione  è stata poi protagonista di una miniserie di nove episodi chiamata WandaVision, che approfondisce la relazione tra l’androide e la strega. Ma l’intelligenza artificiale nei fumetti era apparsa ben prima, nell’insospettabile mondo di Paperopoli. Nel fumetto Paperino e l’uomo di Ula-Ula scritto e disegnato nel 1959 da Romano Scarpa, Paperon de’ Paperoni compra un costosissimo “cervello meccanico” in grado di risolvere anche i calcoli più complicati. Il problema è che il computer è talmente intelligente, si dice nel fumetto, da esigere di eseguire solo gli ordini di chi gli sta simpatico.
Un’intelligenza artificiale che quindi si umanizza mostrando un lato capriccioso e permaloso. E l’unico a suscitargli simpatia si scoprirà essere un uomo proveniente da un atollo sperduto, che non ha mai conosciuto la tecnologia, una sorta di primitivo. Oggi l’intelligenza artificiale è uscita dal contenuto dei fumetti e ha iniziato ad influenzarne la forma: nel 2022 è infatti uscito Presenze, un numero di Nathan Never, fumetto edito dall’italiana Bonelli, la cui copertina è stata disegnata interamente da un programma di intelligenza artificiale.
Il programma, usato dal fumettista Sergio Giardo, è Midjourney. Risale al 2023 invece la nascita di RayBoot, un programma di intelligenza artificiale ideato dal fumettista Chris Onstad con un team di ingegneri. Onstad era in crisi creativa e non riusciva più a sostenere i ritmi di lavoro necessari per non perdere il suo pubblico. Ha definito “inquietante” la sensazione provata leggendo i lavori creati da RayBoot, in quanto sono molto simili al suo stile e alle sue idee, e ha dichiarato che non pubblicherebbe mai un lavoro creato con l’IA senza metterci comunque le mani. Sempre nel 2023 però, negli Stati Uniti, c’è stato un grosso problema di copyright legato ai fumetti realizzati con l’intelligenza artificiale. L’Ufficio federale per il copyright ha negato i diritti d’autore a un fumetto realizzato con il programma Midjourney, anche se c’era la presenza umana. Secondo i funzionari il vero autore è un programma, per cui l’essere umano non è proprietario dell’opera e deve accettare che altri possano impadronirsene o sfruttarne i diritti. All’autrice del fumetto è stata concessa protezione solo per il testo, ma non per tutto il fumetto, e sono stati citati come esempi il caso di una foto scattata da una scimmia o di una canzone il cui autore diceva fosse stata dettata “dallo Spirito Santo”.
Opposta la visione del tribunale di Pechino, che ha invece attribuito la proprietà intellettuale di un’immagine creata con IA alla persona, in quanto le sue scelte estetiche hanno influito sul risultato finale. In Italia la Cassazione riconosce il diritto d’autore anche ad opere create con IA purché ci sia un evidente contributo creativo umano. Ma il dibattito resta aperto.