Processo Miteni, sul CdV: l’ex manager si dice “a posto con la coscienza”

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Nuova udienza al Processo Miteni davanti alla corte d’Assise del tribunale di Vicenza: in aula Luigi Guarracino, uno dei quindici imputati. Il procedimento è stato instaurato contro i vertici della Miteni per l’avvelenamento delle acque da PFAS che ha interessato in particolare ampie porzioni della provincia di Vicenza e di Padova.

L’imputato – si apprende da Il Corriere del Veneto – ha chiarito di aver affrontato in passato accuse simili e ha dichiarato: “Ritengo di essere stato proattivo, di aver fatto tutto ciò che dovevo fare. Venivo da esperienze che mi avevano ferito, ed ero molto attento a queste tematiche. Ho iniziato l’iter per conseguire la certificazione ambientale prima che emergesse la vicenda pfas, e sono qui a metterci la faccia proprio perché sono a posto con la coscienza“.

Alla Miteni di Trissino, Luigi Guarracino ha ricoperto i ruoli di direttore generale, direttore tecnico e amministratore delegato, occupandosi in particolare dello sviluppo business e per lo sviluppo di nuove molecole poiché i perfluorurati a catena lunga (Pfos e Pfoa), erano stati attenzionati dalla comunità scientifica e le aziende optavano per la loro sostituzione con prodotti ecocompatibili.

Dalle pagine del CdV si legge: “Il suo ruolo è quindi cambiato nel 2009, quando si è trovato a capo dello stabilimento, del quale durante la deposizione Guarracino ha lodato «l’ottima organizzazione e l’efficienza degli impianti», in particolare quello a copolimeri, utilizzato per pulire dai Pfas l’acqua di processo. Nel 2012, quindi, la decisione di conseguire la certificazione per il sistema ambientale Iso 14.000 «anche per dare un impulso al business», ottenuta nei primi mesi del 2013, facendo poi riferimento all’autodenuncia presentata alla Provincia dopo avere rilevato il superamento di valori limite di alcune sostanze.

Incalzato dalle domande di pm e avvocati di parte civile, l’imputato ha negato di essere a conoscenza dell’inquinamento di Pfas prima di quella data, mentre a suo dire era stato informato dal dottor Giovanni Costa, il medico aziendale, che il livello delle sostanze nel sangue dei dipendenti della Miteni «era in costante diminuzione nel tempo». Infine, riguardo alla sparizione delle sue mail aziendali, Guarracino ha risposto che non ne conosce il motivo, ma a suo dire era già successo in passato nell’azienda.

Presente nel corso dell’udienza anche una troupe di una televisione giapponese, arrivata a Vicenza per approfondire il ruolo della Mitsubishi, e le immancabili mamme no pfas. Queste ultime hanno scritto una lettera a Mario Draghi (che in un’occasione pubblica aveva parlato di Pfas definendoli «insostituibili in questa fase di transizione energetica») esprimendo tutta la loro contrarietà. «Le molecole PFAS sono cancerogene e per anni ci siamo state in contatto. Noi e i nostri figli abbiamo i PFAS nel sangue e purtroppo ne stiamo pagando le conseguenze»”.

Fonte: Il Corriere del Veneto