Medioevo Vicentino. Un territorio in 8 aree: i Berici (1)

247
Medioevo Vicentino
Medioevo Vicentino

(Articolo da VicenzaPiù n. 9, sulle pievi del Medioevo Vicentino sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Proseguendo la nostra ideale camminata medievale lasciamo la città e, attraverso quella che era una volta la porta di San Pietro, presidiata dalle monache benedettine dell’omonimo monastero, ci inoltriamo verso sud e imbocchiamo la lunga strada della Riviera Berica che corre parallela alla catena montuosa (si arriva a 450 m.) che le dà il nome.
Si tratta indubbiamente di un territorio ad alta densità per quanto riguarda gli edifici storici, non soltanto di epoca medievale ovvero quelli di cui ci occupiamo in queste pagine, ma omogeneamente collocati in tutti i secoli avvenire, in particolare tra XV e XVIII secolo.
Sulla destra, Superata la superba architettura della rotonda palladiana, dopo 1 km circa trascuriamo la deviazione a destra che ci porterebbe in un luogo affascinante, all’interno della quale possiamo vedere i resti, ben visibili e comprensibili della commenda templare o giovannita di Vicenza. Proseguendo alcuni chilometri, Imbocchiamo sulla destra, dunque sempre dirigendoci verso i colli, la strada che ci porta verso il centro di Costozza, una frazione del Comune di Longare, che tuttavia fa vita a sé anche dal punto artistico, tale e la concentrazione di edifici di assoluto pregio. Soffermandoci soltanto sulle chiese medievali, nel raggio di poche centinaia di metri ne troviamo tre: S. Mauro (foto 1), S. Sofia e S. Antonio abate.
Della prima, che fu pieve di questa porzione del territorio dei Colli Berici, anche se demolita alla fine del ‘600 e completamente ricostruita nel 1719 su probabile disegno di Francesco Muttoni, è importante menzionare il campanile, unica testimonianza rimasta del periodo
medievale, risalente a un periodo compreso tra la fine del XII secolo e i primi decenni del successivo. La sua tipologia costruttiva è del tutto inconsueta per il territorio vicentino e si avvicina in misura maggiore a esempi altoatesini, primo fra tutti quello della parrocchiale di Tarces e della chiesa di S. Procolo a Naturno, in alta Val Venosta, dimostrando una volta di più che il Medioevo non fu periodo di chiusura, ma di scambi anche culturali, tra aree lontane tra loro.

Medioevo Vicentino. Chiesa di S. Sofia a Costozza
Medioevo Vicentino. Chiesa di S. Sofia a Costozza

Scendiamo ora dalla piccola altura sulla quale è posta la chiesa di San Mauro attraverso il breve sentiero che direttamente ci riporta sulla piazza del paese e, svoltando a destra, arriviamo al semaforo a ridosso del quale si trova la chiesa sconsacrata di S. Sofia (foto 2).
Dalle poche notizie forniteci dall’abate Maccà sappiamo che un documento del 1236 ne attesta l’esistenza; altri due riferimenti sono contenuti in atti risalenti al 1265- 1266. Nulla invece conosciamo intorno alla sua origine, anche se è possibile, sulla base dei dati documentari citati, che essa sia sorta nella prima metà del XIII secolo, Probabilmente sul luogo già doveva esistere un edificio sacro la cui prova potrebbe essere il rinvenimento di un lacerto di scultura ad intrecci, murato ora alla base della recinzione alla destra della chiesa, che rimanda ad una tipologia assai diffusa sul territorio e collocabile tra VIII e IX secolo.
Ora, se ci poniamo di fronte alla facciata della chiesa e guardiamo in alto a sinistra possiamo scorgere la parte absidale del terzo edificio cui facciamo riferimento, la chiesa di Sant’Antonio (foto 3). Per raggiungerla ci sarà sufficiente proseguire lungo la strada e superare il “volto” per poi svoltare subito a destra e dopo poco ci troveremo di fronte a uno dei più interessanti edifici sacri di tutta la provincia.
La prima attestazione dell’esistenza del convento e della chiesa di S. Antonio risale a un testamento del 1253. All’ultimo ventennio del XIII secolo risale una lunga serie di atti di compravendita e di livelli riguardanti il convento di S. Antonio Abate, che furono effettuati con una frenesia – e sempre all’unica condizione che i frati minori di S. Lorenzo, originari proprietari, potessero disporre liberamente del dormitorio e dell’edificio di culto. La facies dell’edificio rappresenta nel territorio considerato un unicum assoluto e crediamo sia possibile sostenere la realtà di un suo impianto prettamente “romanico”.

Medioevo Vicentino. Chiesa di S. Antonio a Costozza
Medioevo Vicentino. Chiesa di S. Antonio a Costozza

Le problematiche legate alla nascita dell’edificio e alla sua collocazione nel contesto dell’architettura sacra vicentina non possono certo esaurirsi in poche righe, tanto più se consideriamo che solo nel corso degli ultimi trent’anni gli studi relativi all’architettura minoritica – con particolare riferimento alle aree extraurbane – hanno trovato nuova linfa e vigore, indirizzandosi su un terreno più consapevole delle influenze locali e meno condizionato da una visione generalistica e uniformante (Diano 2004, p. 37 e relativa bibliografia). I legami evidenti tra la chiesa di S. Antonio e l’importante S. Lorenzo vicentino impongono allo stesso tempo cautela nell’interpretazione e rinnovati sforzi per comprendere un fenomeno, quello appunto della capillare presenza minoritica sul territorio, che dovrà essere affrontato con particolare attenzione. Ufficio è quasi sempre chiuso, ad eccezione del giorno a febbraio in cui si celebra il santo cui la chiesa è dedicata e che vale la pena segnare sul calendario per poterla visitare.
Infine, al termine dell’auspicabile visita, sarà certo interessante, tornati sulla piazzetta del paese, fermarsi alla Botte del Covolo, antica ghiacciaia della villa dei conti Da Schio e ora Bistrot, per gustare un ottimo calice di vino e, perché no, un panino o uno dei piatti preparati dalla curata cucina.