Domenica 10 marzo, alle 17.30 nel salone d’onore di Palazzo Chiericati, il Gruppo Archeologico C.R.T. propone la terza conferenza del ciclo “Il magico e il sacro nel mondo classico”. La relatrice Virginia Angeletti parlerà di “Religione popolare e magia in Magna Grecia”.
Le conferenze sono organizzate dal Gruppo archeologico CRT, l’assessorato alla cultura e i Musei Civici di Vicenza e rientrano nel programma di “Parole e Musica in museo” calendario di iniziative culturali che si terranno nel Salone d’onore di palazzo Chiericati da ottobre 2018 a giugno 2019 ()
Nel mondo della Grecità d’Occidente fioriscono correnti e dottrine che si possono definire ‘parallele’ rispetto alla religiosità ufficiale: viene immediato pensare all’orfismo e al pitagorismo, che tra l’altro sono strettamente connesse. Espressione diretta e, almeno allo stato attuale degli studi, unica testimonianza materiale di queste pratiche orfiche sono le laminette auree con iscrizione rinvenute in necropoli, la più antica delle quali proviene da Hipponion (Vibo Valentia). Sebbene i loro testi siano ancora oggetto di indagine linguistica e contenutistica, è ormai un dato acquisito che si tratti di formule e preghiere che venivano rivolte dall’iniziato a divinità ctonie nel momento di trapasso nell’al di là. Apparentemente poco connesse con il mondo magico, esse sono al contempo uno dei pochi elementi di questo mondo periferico che rivelano quello che Dodds ha definito “l’irrazionale” greco. Ma non solo. Le laminette auree presuppongono che questo irrazionale sia in rapporto stretto con il mondo di Proserpina, e quindi di Demetra, e con quei culti agricoli che regolamentano i ritmi della natura e il ciclo della stagione. E sono proprio queste due dee che pervadono ancora adesso la religione popolare del Meridione d’Italia, indagata per la prima volta in modo eccelso da Ernesto de Martino. Una religione popolare permeata di credenze e, soprattutto, rituali di purificazione che ai nostri occhi sembrano assolutamente magici: moderne guaritrici, che in alcune regioni del Sud Italia non hanno perso la diretta derivazione dalle sacerdotesse di Demetra, sono preposte a calmare il tarantismo o a curare le malattie dei bambini, sempre adottando sistemi antichi permeati da profonde conoscenze sulla natura e i suoi elementi. Siamo, quindi, in un ambito regionale nel quale è difficile, e per alcuni versi impossibile, scindere completamente il mondo moderno da quello antico e nemmeno i riti magici da quelli riconducibili a una sfera ortodossa del sacro.
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