(Adnkronos) – Si intensifica l'escalation tra Israele e Hezbollah, con una ondata di raid e l'attacco totale da parte di Tel Aviv. E' stato per il Libano il giorno più lungo e sanguinoso, il peggiore da quasi 12 mesi, da quando cioè l'8 ottobre dello scorso anno sono iniziate le ostilità al confine tra lo Stato ebraico e il Paese dei cedri. Schermaglie innescate dal sostegno di Hezbollah a Hamas, che il giorno precedente aveva attaccato Israele e scatenato la campagna militare delle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Dalle prime ore di ieri, le Idf hanno confermato una lunga serie di attacchi contro siti di Hezbollah, anche abitazioni in cui venivano – secondo i militari israeliani – custodite armi per il Partito di Dio. I civili, nel sud e anche nella valle della Bekaa, sono stati invitati dalle forze israeliane ad abbandonare gli edifici con missili, razzi e altre armi custoditi al loro interno. 1.300 gli obiettivi di Hezbollah colpiti finora nei raid ha precisato il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, anticipando che "ci saranno giorni impegnativi". I raid proseguono, ha aggiunto. Fra gli obiettivi colpiti anche missili cruise "in grado di colpire a centinaia di chilometri", razzi con testate da mille chili, missili e droni. Il capo di Stato maggiore delle forze militari dell'Idf, Herzi Halevi, ha spiegato intanto che nei raid sono state smantellate capacità costruite da Hezbollah in 20 anni. "E' stata una operazione difensiva proattiva. Stiamo portando via le infrastrutture che Hezbollah ha costruito per 20 anni. E' molto significativo", ha dichiarato, aggiungendo: "Stiamo colpendo obiettivi, preparando le prossime fasi…tutto deve avere come obiettivo quello di creare le condizioni per far tornare gli sfollati del nord alle loro case". Le vittime? Per Hagari sono "numerosi i terroristi che si trovavano accanto ai sistemi d'arma". Ma intanto il ministero della Salute libanese traccia un devastante bilancio provvisorio e in continua evoluzione: sarebbero 492 i morti, fra cui almeno 24 bambini e 42 donne, e almeno 1.645 i feriti. La situazione, si precisa, rimane fluida dal momento che le autorità non hanno ancora concluso la valutazione dell'impatto degli attacchi. Il bollettino libanese non fa distinzioni tra uomini di Hezbollah e civili. Il ministero precisava però in mattinata che il bilancio comprendeva "bambini, donne e paramedici". Per il premier libanese Najib Miqati i raid israeliani sono "un piano distruttivo che mira a distruggere i villaggi e le località libanesi", sono una "guerra di sterminio".
Migliaia di famiglie sono intanto in fuga dal sud del Libano. Si dirigono verso la capitale Beirut e le aree del Monte Libano per abbandonare le aree meridionali del Paese dopo i raid: l'agenzia Dpa ha riferito di code di auto lungo le strade che collegano Tiro a Beirut, di auto piene di donne e bambini in fila per entrare da sud nella capitale. Di raid "ovunque", parla una donna in fuga a bordo di un'auto. "Non sappiamo dove andare, ma è meglio venire nella capitale", sintetizza un uomo a bordo della macchina. Una fonte governativa libanese accusa intanto Israele di "cercare di creare una crisi di sfollati per aumentare le pressioni su Hezbollah" in un Libano che fa i conti con la più grave crisi economica di sempre. Nei pressi di Beirut alcune scuole vuote sono state allestite per accogliere gli sfollati dal sud. Il ministro dell'Istruzione, Abbas al-Halabi, ha confermato che alcuni istituti nella zona del Monte Libano e in aree alla periferia di Beirut hanno aperto le porte agli sfollati. Nei raid, è stato intanto ucciso lo Sheik Ali Abu Riya, uno dei massimi funzionari di Hezbollah, riferisce Sky News Arabia citando diverse fonti. Abu Riya era capo aggiunto del Consiglio esecutivo di Hezbollah. E' mistero invece sulle sorti di Ali Karaki, il numero tre dell'organizzazione terroristica sciita e responsabile delle attività militari nel Libano meridionale: ucciso "nella periferia meridionale di Beirut”, sostiene l’emittente Sky News Arabia che cita una fonte militare libanese, vivo secondo Hezbollah che smentisce il ferimento. Secondo quanto riporta Haaretz, Karaki sarebbe stato trasferito in un luogo sicuro. Nei raid di Israele contro il sud del Libano e la regione della Bekaa di ieri sono stati intanto uccisi anche due esponenti religiosi di Hezbollah, rende noto l'emittente saudita al-Hadath, ripresa dalla Tass. Si tratta di Abdul Moneim Mahna e Amin Saad, ucciso a Bint Jbeil. L'ala armata di Hamas afferma intanto che anche il suo comandante sul campo Mahmoud Al Nader è stato ucciso oggi in un attacco aereo israeliano nel Libano meridionale. "Stiamo affrontando giorni complessi. Ho promesso che avremmo cambiato l'equilibrio di forza al nord ed è esattamente quello che stiamo facendo”, il commento del premier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un incontro nel quartier generale del ministero della Difesa insieme a Yoav Gallant e al capo di Stato maggiore Halevi per una valutazione della situazione sull'escalation in Libano. "Per coloro che non hanno ancora capito, voglio chiarire la politica di Israele – ha quindi affermato Netanyahu -: non aspettiamo una minaccia, la anticipiamo. Ovunque, in ogni teatro, in qualsiasi momento”. "Tutti sono un obiettivo", ha quindi affermato il premier israeliano riferendosi al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel corso dell'incontro secondo quanto rende noto il sito di notizie israeliano YNet. Netanyahu si è rivolto intanto ai libanesi perché "si allontanino dalle zone pericolose", avvertendoli che Hezbollah li usa "come scudi umani": "Israele non è in guerra con voi", le parole del premier. "Vi preghiamo di allontanarvi subito dalle zone pericolose, adesso. Una volta terminata la nostra operazione, potrete tornare a casa in sicurezza”, ha detto in inglese in un video trasmesso poco dopo che l'esercito israeliano aveva annunciato di aver colpito ‘circa 800’ obiettivi di Hezbollah in Libano. “Hezbollah da troppo tempi vi usa come scudi umani. Ha piazzato razzi nei vostri salotti e missili nei vostri garage. Non lasciate che Hezbollah metta in pericolo le vostre vite e quelle dei vostri cari”, ha detto nel video. Il governo israeliano ha intanto dichiarato "una situazione speciale" nel Paese, formula usata in tempo di emergenza che concede alle autorità il potere di imporre restrizioni alla popolazione civile per garantire la sicurezza, hanno riferito i media israeliani, secondo cui la "situazione speciale" vale per 48 ore a meno che non venga estesa ulteriormente. Non sono state invece annunciate modifiche alle istruzioni delle Idf sul fronte interno. "Il mio team è stato in costante contatto con le controparti e stiamo lavorando per una de-escalation che permetta alle persone di tornare alle loro case in modo sicuro", ha intanto detto il presidente americano Joe Biden ai giornalisti, prima dell'incontro alla Casa Bianca con il presidente degli Emirati arabi uniti Mohammed bin Zayed. Gli Stati Uniti stanno presentando idee "concrete" per alleviare la crisi in Libano, ha quindi affermato un funzionario statunitense, riporta Cgtn, esprimendo la contrarietà Usa rispetto a un'invasione di terra israeliana per colpire Hezbollah. "Alla luce delle crescenti tensioni in Medio Oriente, e per abbondanza di cautela, stiamo inviando un piccolo numero di truppe aggiuntive per aumentare le nostre forze che sono già nella regione", ha quindi spiegato il portavoce del Pentagono, il generale maggiore Patrick Ryder, che ha annunciato l'invio di rinforzi Usa in Medio Oriente, secondo quanto riporta la Cnn, senza fornire ulteriori dettagli sul numero dei militari inviati, sul corpo di appartenenza e su dove saranno inviati. "Per ragioni di sicurezza operativa non rilascerò altre dichiarazioni", ha affermato. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)