Dopo essere stata insignita del premio ‘Guido Carli Elite – Migliore banca di credito cooperativo”, valutata come nuova maggiore realtà bancaria del Nordest, BCC Veneta congeda il suo primo semestre, a pochi mesi dall’efficacia della fusione tra BCC Verona e Vicenza e BCC Patavina, con un risultato soddisfacente e un importante sviluppo. Anche in prospettiva.
“Il percorso non è finito – esordisce il Presidente Flavio Piva -. Ma stiamo lavorando per creare il migliore equilibrio tra le varie eccellenze che avevamo in casa e le inevitabili problematiche che sorgono dopo le fusioni e che vanno risolte con capacità di visione e di intervento. Siamo molto soddisfatti dei primi risultati di questo progetto in cui abbiamo messo al centro le persone, i soci, le comunità, investendo sul modello policentrico di presenza territoriale in un Veneto, il nostro Veneto, ricco di iniziative di valore e di imprenditorialità diffusa.
Crescono a un ritmo interessante i nuovi clienti, sono oltre cinquemila solo negli ultimi mesi – annuncia Piva -. E sottolineo che la nuova clientela è un termometro vivo di fiducia e di apprezzamento per la qualità del lavoro della nostra Banca, per la validità dei nostri prodotti e del servizio che offriamo a famiglie e imprese. In pochi mesi abbiamo superato anche la soglia dei 30 mila soci. Anche questo dato è importante per considerare quanto il Credito Cooperativo non sia solo Banca ma molto di più, interpretando i valori della mutualità, della solidarietà e della cooperazione. L’impegno per sostenere tanti progetti sociali, culturali e sportivi meritevoli del territorio è una prerogativa che ci distingue e che ci viene riconosciuta”.
I dati della semestrale approvata dal Consiglio di amministrazione di BCC Veneta evidenziano alcune componenti in controtendenza rispetto al sistema bancario.
“Crescono, ed è un fatto di rilievo in controtendenza rispetto al sistema bancario, gli impieghi alla clientela – esordisce il direttore generale, Leopoldo Pilati -. In BCC Veneta il credito a chi ha progetti da sostenere non si è fermato. La nostra Banca non ha visto scendere la voce di bilancio sui finanziamenti, che sono invece aumentati di una percentuale che sfiora il 3% rispetto a inizio esercizio 2024. A conferma – continua Pilati – della capacità della banca di intercettare una richiesta di credito generalmente in vistosa flessione, sostenendo quindi lo sviluppo del tessuto economico locale e generando opportunità, investimenti e lavoro. Al contempo stiamo presidiando con cura – nota il dg – l’attività di gestione del rischio di credito, oltre a quella di attuazione di specifiche iniziative di de-risking, al fine di contenere gli NPL in uno scenario di mercato con segnali di incertezza”.
In particolare risulta in forte incremento il margine da interesse che si è attestato a 79,5 milioni di euro (+14,5% rispetto al primo semestre 2023); andamento in aumento anche per le commissioni nette che si sono attestate a 26,3 milioni di euro (+0,2%).
I livelli medi di coverage delle singole classi di crediti deteriorati risultano superiori alle medie di sistema e in particolare le sofferenze risultano coperte al 94,19%. Al 30 giugno 2024 le masse complessivamente amministrate per conto della clientela superano i 10 miliardi di euro. La raccolta diretta e indiretta (amministrata e risparmio gestito) ammonta a complessivi 6,942 miliardi di euro, costituita per il 60% da raccolta diretta e per il 40% da raccolta indiretta; all’interno di quest’ultima il 65% è costituito da raccolta gestita.
“La raccolta diretta a 4,138 miliardi di euro – prosegue il Direttore Pilati – aumenta dell’1,85% rispetto a inizio anno. Cresce anche la raccolta indiretta, che si attesta a 2,8 miliardi di euro, in crescita dell’8,61%, con particolare riferimento al comparto del gestito. Anche gli impieghi registrano un trend in aumento e superano i 3,100 miliardi di euro.
Dal punto di vista reddituale il risultato raggiunto dalla Banca nel primo semestre del 2024 è certamente di rilievo, con un utile netto di 41,4 milioni di euro.
“In virtù degli utili che vengono accantonati a riserva sale anche il patrimonio della Banca, che rafforza la sua solidità e la sua capacità di servire il territorio – spiega Pilati. Il patrimonio netto contabile risulta salito a 532,84 milioni di euro, era 492,5 milioni a fine 2023, mentre i fondi propri sono pari a 546,79 milioni di euro (507,9 milioni a fine 2023)”.
Grazie a questo risultato i coefficienti patrimoniali si pongono in ulteriore crescita, al di sopra dei requisiti minimi normativi e superiori agli indicatori del sistema bancario italiano: la Banca a fine giugno registra un CET 1 pari al 23,59%, un Total Capital ratio pari al 24,75%, in aumento rispetto al precedente esercizio. In calo i costi operativi, a 47,8 milioni di euro, in virtù del lavoro operato post fusione. Il cost/income risulta in netto miglioramento al 49,2%, come il ROE al 16,1%.
“Ci aspettiamo – spiega il Presidente Piva – che il taglio al costo del denaro operato dalla BCE nei giorni scorsi e il conseguente calo dei tassi, seguito dalla diminuzione di mezzo punto decisa dalla Federal Reserve Americana, costituiscano un’iniezione di fiducia e di vitalità per l’economia e rilancino la capacità di programmazione e di investimento delle nostre imprese. Certo gli scenari internazionali suggeriscono cautela nelle previsioni, in particolare per quanto riguarda la redditività dalla forbice finanziaria.
Per quanto ci riguarda stiamo lavorando per raggiungere i nostri obiettivi, confermando la nostra capacità come BCC Veneta di servire bene i nostri territori con presenza e relazione. Siamo in controtendenza anche qui – rilancia Piva -. Dopo Peschiera apriremo a fine novembre una nuova filiale a Rosà e saremo operativi con un nuovo ATM anche nel Comune di Lusiana Conco”.