Polizza catastrofali, si rischia la… catastrofe per la competitività dei territori veneti: CNA guida la richiesta di proroga

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polizza catastrofali, un rischio per la competitività territoriale veneta

Certo non peggiore delle conseguenze del maltempo, ma l’obbligo assicurativo per i danni catastrofali dal primo gennaio 2025 rischia di essere la vera “emergenza” di queste settimane per le aziende venete. Le imprese si trovano ad affrontare la scadenza con tante incertezze e pochissimo tempo a disposizione, e infatti stanno facendo fronte compatto le associazioni di categoria dell’artigianato e della piccola e media impresa, con CNA a rappresentare le istanze anche di Confartigianato e Casartigiani al tavolo delle assicurazioni convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy negli scorsi giorni.

Nel mirino lo schema di decreto interministeriale illustrato a fine settembre dal Ministro Adolfo Urso, che dà seguito operativo a una misura inserita nella Legge di Bilancio 2024, vincolando le aziende con sede in Italia di qualsiasi struttura o dimensione a dotarsi di una polizza per i problemi causati da calamità naturali ed eventi straordinari (terremoto, inondazione e esondazione, frana e alluvione) per coprire i danni diretti a fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature e terreni. Il decreto vincola le compagnie a risarcire in modo istantaneo il 30% dei danni per velocizzare l’iter di ripartenza; in caso di mancato adempimento non sono previste sanzioni per le aziende non assicurate, ma l’esclusione automatica da qualsiasi bando o incentivo pubblico. Ora si attende la pubblicazione definitiva del decreto, ma alla luce delle indicazioni fino a ora condivise, CNA si è fatta portavoce di una comune richiesta per la proroga dell’obbligo.

Cinzia Fabris cna veneto Ovest
Cinzia Fabris, presidente di CNA Veneto Ovest

Cinzia Fabris, presidente CNA Veneto Ovest spiega che la proroga è necessaria sia perché il decreto ancora deve essere compreso e interpretato, sia perché bisogna dare il tempo alle imprese di sottoscrivere polizze efficaci, che rispettino il principio di mutualità del rischio: «Le compagnie – aggiunge – non hanno ancora avuto il tempo di preparare proposte adeguate, e gli imprenditori potrebbero trovarsi di fronte a tante offerte tutte assieme, con pochi strumenti per valutarle bene. Ecco perché chiediamo di pensare a un portale per poter confrontare le diverse possibilità in modo chiaro e consapevole».

Ma è soprattutto un’altra questione a preoccupare le organizzazioni datoriali: i rischi connessi al fattore territorialità. «Il decreto – sottolinea Fabris – non tiene conto delle criticità specifiche di aree come quelle vicentine e veronesi, dove eventi come allagamenti, trombe d’aria, grandinate e danni alle merci rappresentano un rischio reale e frequente, ma non sono inclusi tra le coperture obbligatorie. A queste problematiche si aggiungono le incertezze legate alla determinazione dei premi assicurativi, che variano sensibilmente in base a dinamiche che sono addirittura provinciali e comunali, come la classe sismica. E questo potrebbe impattare sensibilmente sull’appetibilità di specifiche zone: Vicentino e il Veronese ormai da anni affrontano a intervalli regolari sfide e criticità legate al cambiamento climatico, ma questo non deve diventare fattore di disincentivo per nuovi investimenti e insediamenti produttivi, altrimenti al danno ambientale rischiamo di pagare pure la beffa della perdita di competitività».