Tragedia di Mestre un anno dopo. Zaia: “Rivivo con sgomento quella terribile sera”

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Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha ricordato il primo anniversario della tragedia di Mestre. Ovvero l’incidente stradale avvenuto il 3 ottobre 2023 a Marghera e nel quale un autobus urbano è precipitato da un cavalcavia, causando 21 morti e 15 feriti (leggi qui).

“Rivivo con sgomento le immagini di quella terribile sera del 3 ottobre dell’anno scorso – ha detto il governatore Veneto -, quando un autobus è precipitato per 50 metri dal cavalcavia Rizzardi di Mestre. Immagini strazianti di lamiere accartocciate, fiamme, sirene lampeggianti, ma anche di soccorritori professionisti e volontari, che subito dopo lo schianto a terra sono intervenuti per prestare aiuto ai passeggeri. Una macchina del soccorso rapida ed efficiente, che purtroppo ha solo potuto evitare che il numero delle vittime fosse ancora più alto.

Il bilancio dell’incidente è stato devastante. 21 persone hanno perso la vita sul colpo, di cui 20 turisti, di nazionalità ucraina, romena, tedesca, portoghese, croata e sudafricana, di ritorno da una gita a Venezia. Insieme a loro abbiamo pianto la morte dell’autista del mezzo Alberto Rizzotto, originario di Conegliano. Tra le vittime, a cui col passare dei mesi si è aggiunta un’ulteriore persona, una signora spagnola di 52 anni ricoverata all’ospedale di Padova, c’erano famiglie, coppie di fidanzati, due giovani sposi, con la moglie al 7° mese di gravidanza. Quindici, invece, sono state le persone rimaste ferite, alcune in gravissime condizioni, e portate con urgenza negli ospedali del territorio: Mestre, Dolo, Mirano, ma anche Padova e Treviso.

A un anno dalla Tragedia di Mestre – ancora Zaia – questi accadimenti, che hanno profondamente scosso la nostra comunità, voglio rivolgere un pensiero alle vittime di questo tremendo incidente, rinnovando il messaggio di cordoglio mio personale e della Regione del Veneto ai loro familiari.

Al contempo desidero ribadire il nostro ringraziamento a tutti i soccorritori e ai sanitari che per mesi si sono presi cura dei feriti, alcuni dei quali arrivati in condizioni disperate. È per merito della loro professionalità non solo in ambito medico, ma anche psicologico, se i feriti hanno potuto essere dimessi dagli ospedali. Per tutti noi il simbolo di questa tragedia resterà la piccola ucraina di soli 4 anni, che dopo oltre 9 mesi di ricovero, lottando tra la vita e la morte, ce l’ha fatta”.