Ottobre, mese del benessere psicologico: sport, benessere e performance visti dalla psicologa

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Sport, benessere e performance
Sport, benessere e performance

Nel mese di ottobre saranno molte le iniziative sportive a Vicenza: “La via dei berici” che unisce sport, passione ciclistica, mobilità sostenibile, turismo, cultura e solidarietà, “l’87° Giro del Veneto”, il 16 ottobre gran finale a Vicenza, con la salita a Monte Berico, il 20 ottobre la “Strapiramidi color run edition”, l’evento di corsa e camminata aperto anche agli amici a quattro zampe, domenica 29 ottobre a Castegnero una passeggiata tra gli  ulivi con visita alla Grotta Murata tra “I colori e i sapori dei Colli Berici” con un percorso misto collinare di 3 ore circa.

Lo sport fa bene alla salute ma non solo…. Calma la mente, aiuta a moderare lo stress, l’umore, a combattere la depressione, e può aiutare a prevenire e aiutare a gestire anche i problemi di salute mentale più gravi.

Psicologia e sport: quanto conta il fattore mentale?

La performance sportiva dipende sia da fattori fisiologici che psicologici. Ne risulta, quindi, che  l’allenamento fisico è importante tanto quanto la preparazione mentale, al fine di migliorare la prestazione, fino al raggiungimento della “peak performance” o prestazione eccellente. Purtroppo, in passato sia atleti che allenatori, sono stati mossi dalla convinzione che la psicologia dello sport fosse solo a beneficio di atleti “problematici” e non un programma generale per migliorare le prestazioni.

Attraverso programmi dedicati di preparazione psicologica, il professionista supporta gli atleti promuovendo strategie mentali efficienti per fronteggiare i momenti di malessere e per ottimizzare la concentrazione, potenziare la capacità di gestione di ansia e stress. Per rendere l’idea basti pensare ai campionati mondiali di sciabola vinti nel 2011 a Catania da Aldo Montano, dove l’atleta ha affrontato una crisi durissima ed è riuscito a risorgere ai massimi livelli nonostante gli infortuni, superando il blocco della performance, grazie alla preparazione mentale condotta dal prof. Giorgio Nardone, «psicologo e stratega», perché come ci ricorda il tennista spagnolo Rafael Nadal: “La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni”.

Da cosa è influenzata la prestazione sportiva?

Le emozioni hanno un ruolo determinante in qualsiasi attività che svolgiamo nella nostra vita, e nello sport è fondamentale saper gestire il livello d’ansia, e altre emozioni, come: rabbia, incredulità, shock, senso di ingiustizia, dolore. Per essere vincenti, a qualsiasi livello, non basta imparare il “come” vincere ma anche, e soprattutto, il “come” gestire le sconfitte, sportive e della vita. Il mio compito è aiutare il l’atleta a volgere ogni situazione a proprio favore, e portare anche le emozioni negative a beneficio del rendimento.

Ottobre: tempo di scegliere uno sport per i bambini. Sport individuale o di gruppo: quale scegliere?

Innanzitutto prima di scegliere lo sport da praticare, è utile provarne più di uno, perché tutti possiedono pregi e difetti, e agiscono su certe caratteristiche del bambino e ne trascurano altre.

Negli sport individuali il risultato dipende dall’impegno di chi li pratica, aiutano a sviluppare l’applicazione in vista di un obiettivo, la combattività, l’iniziativa e l’assunzione di responsabilità, e sono più indicati per i bambini estroversi, turbolenti e facilmente distraibili. Gli sport di squadra, richiedono il contributo di tutti e impegnano in compiti comuni, sollecitano la responsabilità e il rispetto verso gli altri, stimolano la cooperazione e la socializzazione, abituano a misurarsi e obbligano a confrontarsi dentro precise regole.  Sono più adatti per i bambini introversi, timidi o scontrosi.

Il gruppo è preferibile anche per coloro che fanno un uso eccessivo dei social media, tablet, tv, che ci portano quasi a vivere una realtà parallela fatta di contatto digitali o virtuali e non reali, con il rischio che poi nella realtà si faccia ancora più fatica ad interagire, soprattutto per le persone più introverse.

Gli sport che prevedono anche lo scontro fisico abituano a misurarsi con coraggio, allenano a disciplinare e dirigere l’aggressività e renderla non violenta, al rispetto dell’avversario, all’autocontrollo e alla sicurezza, perché la violenza è una risposta alla paura di essere vulnerabili.

Infine, quelli che prevedono l’osservanza di precise regole di comportamento, come il Karate, sono adatti a bambini irrequieti, iperattivi, privi di “margini”.

Conclusioni

Concentrazione, gestione dello stress, motivazione e autostima sono solo alcune delle aree su cui lavora la psicologia dello sport, per massimizzare le performance sportive. Gli atleti che integrano l’addestramento mentale nella loro preparazione possono ottenere un vantaggio competitivo significativo, perché “un buon allenatore farà vedere ai suoi giocatori quello che possono essere, piuttosto che quello che sono” (Ara Raoul Parasheghian, giocatore di football americano).

Comprendere e sviluppare la mente diventa quindi, nel mio lavoro, una componente essenziale per accompagnare l’atleta a raggiungere il suo massimo potenziale: un viaggio, un percorso, che prevede un profondo lavoro su se stessi.

Bibliografia:

BANDURA, A. (2000). Autoefficacia: teoria e applicazioni. Trento: Erickson.

BOUET, M. (1974). I segreti psicologici dello sport. le motivazioni degli sportivi. Roma: Edizioni Paoline.

Montano A., Nardone G., Sirovich G., (2012) RISORGERE E VINCERE. Ponte alle Grazie Ed.