Congresso delle famiglie in Veneto, Vinova: “è contro donne e gay”

345
Gay pride famiglie
Gay pride famiglie

La tredicesima edizione del World Congress Of Families (WCF) – è scritto in un comunicato del Consiglio Direttivo di ViNova – il congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, riunirà diverse sigle “pro-life”e anti-LGBTQ+ (come Generazione Famiglia, Comitato Difendiamo i Nostri Figli, ProVita Onlus, CitizenGo), oltre ad associazioni cattoliche integraliste, ortodosse ed evangeliche, tutte unite dalla promozione dei “valori “cristiani, la contrarietà all’aborto, la condanna dell’omosessualità, la battaglia contro la pornografia, l’adulterio ed il divorzio, ed una visione restrittiva dei diritti e del ruolo della donna.

Il congresso di Verona ha avuto il patrocinio della Provincia, nella figura del Sindaco di Verona, Federico Sboarina, e del Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ma soprattutto del Ministro dell’Interno Matteo Salvini e di quello della Famiglia Lorenzo Fontana, originario proprio di Verona e vero motore di tutta l’iniziativa.

Noi di VINOVA riteniamo che:

1) dare diritti ad alcune persone non ne debba togliere agli altri

2) quei diritti civili che abbiamo ottenuto (divorzio, aborto, convivenza civile, tutela lavorativa della maternità, ecc) sono conquiste di donne e uomini che hanno combattuto per decenni contro ingiustizia e intolleranza e hanno portato a conseguenze sociali, familiari ed educative fondamentali per la libertà e il benessere di tutti. È nostro dovere difenderli

3) la società deve essere inclusiva delle cosiddette minoranze sessuali, non mettere al centro solamente la famiglia tradizionale. Ci sono molti altri modi di amare, di fare coppia, di sentirsi una famiglia, di fare i genitori. Noi siamo per la famiglia cattolica, ma anche per quella non cattolica o di altra religione, così come siamo per un impegno al rispetto delle identità sessuali già nelle scuole proprio per evitare che prenda piede quell’ondata temibile di omofobia che si traduce in intolleranza, odio e violenza.

C’è stato un tempo in cui le donne più emancipate e gli omosessuali venivano bruciati sui roghi: ridare voce a queste idee è come regredire al Medioevo.

Settant’anni fa Simone de Beauvoir scriveva: “Non dimenticate mai che è sufficiente una crisi politica, economica o religiosa per mettere in discussione i diritti delle donne. Questi diritti non sono acquisiti per sempre. Dovrete restare vigili per tutta la vostra vita”.