Secondo i più recenti dati ISTAT – è scritto in un comunicato di CSQA Certificazioni – in Italia un ragazzino su due è vittima di episodi di bullismo e l’età più a rischio è quella compresa tra gli 11 e i 17 anni. Gli atti di violenza si ripetono con una frequenza settimanale nel 9,1% dei casi e, ad essere più colpite sono le femmine (20,9%) rispetto ai maschi (18,8%).
Un fenomeno pervasivo su cui CSQA Certificazioni continua il proprio impegno con l’adesione al nuovo standard per la prevenzione e il contrasto che è stato oggetto di un importante seminario dal titolo “La prevenzione e il contrasto del bullismo nella scuola” che si è tenuto a Vicenza presso la sede del Liceo G.B. Quadri. Ad esaminare, insieme a CSQA, le più efficaci misure per il contrasto a bullismo e cyberbullismo sono stati alcuni dei principali attori impegnati nell’innovazione sociale sul territorio: Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici, Camera Minorile di Padova.
CSQA – uno dei primi enti di certificazione a interessarsi a questa tematica – ha messo in evidenza quelle che sono le caratteristiche della prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018, una norma volontaria, che si presenta come un vero e proprio “regolamento antibullismo” certificabile, nato dal lavoro coordinato di UNI e ACCREDIA, al cui tavolo di lavoro ha collaborato anche CSQA.
Si tratta di un sistema di gestione per la prevenzione del rischio bullismo nelle strutture destinate ad accogliere minori – scuole di ogni ordine e grado e attività assimilabili alla scuola – fondamentale per individuare i rischi e assicurare una gestione operativa in grado di eliminarli o ridurli. L’applicazione e l’eventuale certificazione consente infatti di dare dimostrazione dell’impegno e delle misure messe in atto per prevenire il rischio.
“Il seminario di oggi – ha dichiarato Carlo Perini, Presidente di CSQA – testimonia ancora una volta come le sfide sociali complesse come il bullismo siano da affrontare attraverso profili qualificati nei diversi ambiti: psicopedagogico, giuridico, gestionale e formativo. L’obiettivo comune è fornire alle scuole uno strumento di miglioramento verificabile nella prevenzione e gestione di questi fenomeni, al fine di tutelare il benessere dello studente”.