L’elegante distesa rosso cardinale delle poltrone del Teatro Comunale di Vicenza ieri sera è stata presto invasa dai tanti invitati alla serata speciale di Banca delle Terre Venete, che ha dedicato ai propri soci il godibilissimo concerto Diego Basso plays soundtracks.
Ricordate? “La mia banca è differente”, recitava un fortunato spot di BCC nel 2013. Ed è ancora davvero così: nel dare il benvenuto al nutrito pubblico, Gianfranco Sasso, presidente di Banca delle Terre Venete, ha rammentato proprio che lo statuto dell’Istituto cooperativo prevede l’impegno a migliorare le condizioni non solo economiche dei propri soci, promuovendo cultura, socialità e condivisione. Anche con questi appuntamenti, a quanto pare assai graditi.
E lo spettacolo che è andato in scena al Teatro Comunale di Vicenza non poteva certo non essere gradito, anche al vasto pubblico, non solo numericamente parlando. Il tema, quello delle colonne sonore dei grandi film, era destinato a coinvolgere ed emozionare tutti.
In linea con la filosofia di Banca delle Terre Venete che crede nelle nuove generazioni, per il cui futuro lavora intensamente -parole di Sasso- sul palco uno schieramento impressionante (ancor prima di esibirsi) di ben 120 giovani artisti, tra voci (dei cori Lirico Opera House e Pop Art Voice Academy) e strumenti (dell’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana). Con la sua capigliatura alla Albert Einstein che ne anticipava la genialità e un brio elettrizzante, il Maestro Diego Basso -stakanovista dei teatri nazionali e internazionali, come lo ha definito la presentatrice- ha fatto il suo ingresso tra grandi applausi, che fin dalle prime note si sono dimostrati meritatissimi. Se anche la bacchetta non era fatata, dalla sua danza è scaturita una vera magia: un unicum di voci e suoni in armonia assoluta.
Veneto di Castelfranco, il poliedrico direttore d’orchestra (tra cui, dal 2014, quella de Il Volo) apprezzato per le sue doti di arrangiatore pop, rock e sinfonico, nella serata berica promossa da Banca delle Terre Venete e dedicata al connubio tra musica e cinema, ha reso omaggio a un altro suo talentuoso conterraneo: Renato Casaro, trevigiano -purtroppo impossibilitato a partecipare personalmente- brillante pennello cui si devono la maggior parte dei poster cinematografici dei grandi film non solo italiani.
Sul megaschermo che sovrasta il palco del Teatro Comunale di Vicenza, dopo il trailer del film a lui dedicato L’ultimo uomo che dipinse il cinema (2020), le sue indimenticabili locandine hanno scandito la scaletta del concerto, che prevedeva brani dalle colonne sonore più disparate, ma tutte iconiche, dagli anni ’60 ai ‘90: da L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci a Conan il barbaro di John Milius, dai Rambo di Ted Kotcheff e Peter Macdonald ad Asterix & Obelix contro Cesare di Claude Zidi, da Balla coi lupi di Kevin Kostner a Il tè nel deserto ancora di Bertolucci, da I magnifici sette di John Sturges a C’era una volta in America di Sergio Leone e The Mission di Roland Joffé, questi ultimi due entrambi musicati da Ennio Morricone.
E all’indimenticabile, massimo compositore italiano per il cinema e ai suoi grandi successi western non poteva che essere riservata l’ultima, applauditissima parte dello spettacolo con il tris Il buono, il brutto, il cattivo, Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, tutti diretti da Sergio Leone, di cui Renato Casaro era il pittore preferito. www.bancaterrevenete.it www.diegobasso.com www.tcvi.it