Pronto il nuovo socio per i vini Zonin. Secondo indiscrezioni la famiglia vicentina, aiutata dall’advisor Mediobanca, avrebbe individuato un investitore di minoranza per il gruppo da 201 milioni di fatturato. L’operazione prevederebbe un aumento di capitale da circa 70 milioni di euro e la cessionr di una quota di circa il 30-40%. Casa Vinicola Zonin 1821 (alias Zonin spa, ndr) è una delle maggiori aziende del settore con circa il 90% dei ricavi che viene generato fuori dall’Italia. Nei mesi passati erano usciti alcuni nomi di potenziali investitori: dal fondo americano Blackstone fino alla 21 Investimenti di Alessandro Benetton.Giunti segnali di interesse anche da parte del fondo francese Unigrains dedicato all’agroindustria, specializzato in aziende della filiera anche di matrice familiare. L’obiettivo di quest’alleanza sarebbe quello della crescita internazionale del gruppo, anche tramite acquisizioni (si punterebbe anche su Cile e Sudafrica), per aggiungere nuovi marchi e attività alle etichette Principi di Butera, Ca’ Bolani, Tenuta il Bosco e ai vigneti americani della Barboursville. La meta finale sarebbe la quotazione in Borsa. Il nuovo socio potrebbe entrare con una quota corposa, tra il 30% e il40%.
La decisione è stata presa nei mesi scorsi dai fratelli Domenico, che della Zonin 1821 è presidente, Francesco e Michele Zonin (entrambi vice presidenti) a cui il padre Zonin ha affidato l’impegno di continuare, e di espandere sui mercati, l’attività di famiglia che dagli anni ’70 è a Ca’ Bolani in Friuli, poi cresciuta in Piemonte, Lombardia, Sicilia e Puglia fino allo sbarco negli Usa.
CAUSE PENDENTI
L’operazione non dovrebbe incrociare, sulla carta, i procedimenti giudiziari e civilistici in corso nei confronti di Gianni Zonin. Nell’ambito dell’azione civilistica di responsabilità, i liquidatori della Banca Popolare di Vicenza avevano infatti chiesto a gennaio la revoca di due «patti di famiglia» di oltre due anni fa attraverso i quali l’imprenditore ha ceduto ai figli anche la piena proprietà del rimanente 26,9% e i diritti di usufrutto sul 23% del capitale della Gianni Zonin Vineyard sas di Giovanni Zonin & C. e il 38,5% della Zonin Giovanni sas, holding dell’impero vitivinicolo dell’ex banchiere vicentino. La posizione della famiglia è che il «patto» è come un testamento, è l’anticipo di un dato ereditario. Deciderà la magistratura.
La società vinicola Zonin è al quarto posto in Italia con 201 milioni di ricavi con una crescita annua di oltre il 4%. Da qui l’opportunità di un investitore che sostenga i piani di sviluppo anche all’estero dove la Zonin possiede pezzi di pregio come la Barbourville in Virginia e la Dos Alma, la nuova società in Cile il cui obiettivo in tre anni è di produrre 600 mila bottiglie. L’interesse dei fondi stranieri è consistente ma in pista c’è anche la trevigiana 21 Investimenti, che recentemente ha stretto un accordo con Aberdeen Standard Investments. Insieme le due realtà hanno creato il veicolo 2Iasi al 50% ciascuno. Con sede a Londra e un team iniziale di sei persone, il fondo punta ad acquisire quote non di controllo di eccellenti imprese europee, con un orizzonte di investimento a lungo termine, mantenendo in capo agli imprenditori la quota di maggioranza del proprio business. Due anni fa 21 Investimenti ha ceduto i vini Farnese.
di m. cr., da Il Gazzettino