Elena Pavan in Fratelli d’Italia, Pd Bassano del Grappa: “Torna da chi l’ha scaricata al ballottaggio”

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tribunale della pedemontana Elena Pavan
Elena Pavan, ex sindaco del Comune di Bassano del Grappa

L’ex sindaco di Bassano del Grappa, Elena Pavan, ha recentemente annunciato la sua adesione a Fratelli d’Italia. Lasciando la lista civica a suo nome con la quale aveva partecipato alle scorse elezioni comunali, che hanno segnato la vittoria del candidato di Centrodestra, il leghista Nicola Ignazio Finco, sostenuto al secondo turno proprio da Fratelli D’Italia.

L’annuncio è stato dato nel corso di un evento al quale hanno partecipato altri rappresentanti veneti del partito: l’europarlamentare Elena Donazzan, il coordinatore provinciale Silvio Iovine.

Il passaggio nel partito della Meloni non è andato giù al Partito Democratico di Bassano del Grappa. “Pavan torna tra le braccia di chi l’ha sostenuta al primo turno per fare uno sgarbo alla Lega, ma che non ci ha pensato un attimo a scaricarla ai ballottaggi per sostenere il suo avversario – interviene Maria Di Pino, Segretaria dem cittadina -. Entra cosi in un gruppo di maggioranza che nei primi mesi di amministrazione non ha fatto altro che scaricarle addosso tutte le responsabilità di scelte che Finco non riesce a gestire e che in campagna elettorale senza troppi giri di parole affermava che lei non era stata all’altezza compito. Con questi presupposti ci si aspetta di vedere fuoco e fiamme in una amministrazione che di passi falsi ne ha già fatti parecchi. Con buona pace della città e delle sue esigenze”.

“Oltre alla questione politica, c’è un altro aspetto da non sottovalutare – dichiara Domenico Riccio, portavoce del Pd di Bassano, che insiste -, ovvero la nomina di Elena Pavan come rappresentante per le minoranze nell’unione montana: coerenza imporrebbe che presenti subito, specie in un momento così delicato per l’Unione, le dimissioni per lasciare spazio ad un vero rappresentante delle minoranze.
In consiglio, baluardo scolorito di una battaglia perduta, resta però un gruppo di minoranza che porta ancora il suo nome, ennesimo paradosso di un politicare ondivago. Lo apprezzeranno quelli che l’hanno sostenuta fino in fondo e l’hanno consolata nel momento della sconfitta? Ne dubitiamo fortemente”, conclude Riccio.