“I nostri imprenditori dicono che non servono tanto i soldi ma ci servono le idee. È il punto di partenza. Sono convinto che l’autonomia produrrà un cambiamento di approccio culturale per andare, esclusivamente, nella direzione dell’efficienza”. Queste le parole del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, verso la conclusione dell’evento “1^ Giornata dell’autonomia. Verso la concreta attuazione della volontà popolare”, che si è tenuto oggi a Venezia.
Intervistato da Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, il Governatore ha aggiunto: “L’autonomia non è la secessione dei ricchi; questa legge quadro non prevede nemmeno di avere più soldi. Ma ci sono nove materie che possiamo trattare subito per acquisirne le competenze e quattordici che potremo farlo dopo la definizione dei Lep. La partita vera si gioca sulla riduzione delle catene decisionali perché consente di essere molto più efficienti nei confronti del cittadino. L’autonomia è l’esaltazione di tutto quello che oggi non siamo riusciti ancora a valorizzare ed è, quindi una grandissima opportunità. L’autonomia o la realizziamo per scelta o lo dovremo fare per necessità”.
La giornata è iniziata con la lettura di alcuni messaggi, tra cui quello del Ministro Calderoli e della senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, e con l’intervento in sala del presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti che ha ufficialmente aperto i lavori.
Ciambetti ha esordito rivendicando innanzitutto il senso della celebrazione: “C’è chi dice – ha dichiarato – che è assurdo celebrare una cosa che non esiste: affermazione gratuita e soprattutto sostanzialmente sbagliata. La Giornata dell’Autonomia non è un esercizio accademico di studiosi del Diritto Costituzionale, non è una flebile speranza, ma è un concreto processo in itinere, grazie ad un Governo che sta attuando il dettato costituzionale con un confronto serio, e noi speriamo il più celere possibile, con quelle Regioni che hanno deciso di intraprendere questo cammino: un cammino in cui il Veneto è stato parte decisiva nell’indicare il percorso democratico, trasparente, nel pieno solco della legalità e tradizione delle democrazie liberali europee”.
Ciambetti ha proseguito sottolineando come l’autonomia faccia parte della quotidianità della gente veneta: “Nel lavoro come nella vita sociale, il cittadino e la famiglia non attendono l’aiuto risolutivo di soggetti esterni, non pretendono pensioni o redditi di cittadinanza, ma davanti alle difficoltà i Veneti si danno da fare, cercano soluzioni, stabiliscono priorità nella spesa. Altrettanto fanno le comunità locali, i paesi, le città e i territori, applicando così nel vivere quotidiano quella sussidiarietà che è principio fondamentale delle democrazie moderne e della stessa Carta costituzionale europea”. Un modus vivendi che secondo Ciambetti si ritrova anche negli istituti democratici e nella pubblica amministrazione.
“L’Autonomia può essere declinata in diversi modi e portare più o meno benefici per tutti a seconda del governo e degli uomini che la attuano: chi può contestare gli amici tirolesi, i trentini, i friulani, ma anche i sardi, per la loro gestione dell’Autonomia? L’Autonomia è cattiva solo quando è spreco. Su di essa e contro di essa abbiamo sentito dire di tutto e di più, con temi che sono gli stessi usati da Francesco Saverio Nitti nella Costituente, e già allora demoliti con chiarezza da Emilio Lussu. L’autonomia rimane un tratto caratteristico del popolo Veneto, per fondati motivi storici: questa è la terra di Marsilio da Padova e poi della Repubblica di Venezia, che per secoli fu stato di diritto, con proprie magistrature, leggi e, per prima, con politiche di tutela della salute pubblica, esempio non a caso ammirato persino da Alessandro Manzoni. Non è un caso se qui nacquero e operarono federalisti di grade intelligenza e cultura: dal mazziniano e garibaldino Alberto Mario fino a Silvio Trentin, straordinaria figura di democratico socialista”. Ciambetti ha poi chiarito che l’autonomia non è “contro qualcuno”: “Casomai è per chi vuole affrontare la difficile strada della responsabilità, perché essere autonomi non significa essere egoisti e venir meno ai propri doveri di solidarietà. Non siamo neanche contro l’Italia: tutte le guerre risorgimentali sono state combattute nei nostri territori, come pure sulle nostre montagne e sui nostri sacri fiumi si combatterono aspramente la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Qui si fece la Resistenza. E noi siamo gli eredi anche di queste pagine di storia che non dimentichiamo perché qui si combatté soprattutto e sempre per la Libertà. Noi sappiamo che l’Autonomia è senso di responsabilità, è esercizio democratico. Essa pretende sacrificio, intelligenza, trasparenza e onestà intellettuale. Chiede a ciascuno di noi di impegnarsi: contrariamente al motto dannunziano, fatto proprio e storpiato dal fascismo, che in modo arrogante proclamava “me ne frego”, Autonomia significa “io mi impegno, mi interesso, ci tengo”, ha concluso Ciambetti.
Il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, impegnato in a Tirana per il “Primo Meeting Regionale FAO dei Presidenti delle Commissioni sulle politiche agricole e alimentari dei Parlamenti dei Paesi dell’Europa e dell’Asia centrale”, ha inviato una lettera al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, in cui ha affermato che l’autonomia è un diritto previsto dalla Costituzione: “Una battaglia contro l’autonomia, pertanto, non è solo una battaglia contro il progresso, ma contro la Costituzione stessa”. La lettera prosegue ribadendo che “L’attuazione dell’autonomia differenziata non solo sarà una vittoria per la nostra regione, ma rimarcherà il trionfo degli ideali democratici sui quali si fonda la nostra repubblica”. De Carlo ha poi ricordato il successo unanime del referendum del 2017 “in tutto il nostro Veneto, a partire da Belluno, che in quell’occasione votò anche per l’autonomia provinciale, e in particolare dalla mia Calalzo di Cadore, dove si registrò la più alta affluenza del Bellunese e una delle più alte in Veneto”. Infine, la sottolineatura politica: “Dopo una lunga battaglia combattuta a Roma, il traguardo è all’orizzonte: una battaglia lunga sette anni e che ha dovuto vedere l’avvento del Governo Meloni per approdare in Parlamento e diventare finalmente quella legge che oggi celebriamo. Chi oggi si scaglia contro l’autonomia, sette anni fa era in prima fila a chiedere ai nostri veneti di votare “sì” al referendum: la coerenza è sempre stato un nostro valore e deve esserlo per tutti, e sempre, in politica”.
Di segno contrario il comunicato sul tema Autonomia di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, la quale ha invece sottolineato la coincidenza della data odierna con un’altra ricorrenza: “Mi piacerebbe sapere in quanti, all’Autonomia Day, abbiano ricordato la ricorrenza del plebiscito del 22 ottobre 1866. La data di oggi rappresenta la realizzazione del sogno del veneziano Daniele Manin, fondatore della Repubblica di San Marco: l’adesione del Veneto al progetto nazionale italiano. Zaia non se lo ricorda? Il presidente della Regione dice che l’Autonomia è prevista nella Costituzione, ma dimentica l’art. 5 che parla di Repubblica una e indivisibile”. Baldin poi aggiunge: “Nel 2017, la scelta di celebrare la consultazione regionale sull’Autonomia nella data del 22 ottobre veniva rivendicata dalla Lega, proprio in contrapposizione al plebiscito del 1866 che sancì l’adesione delle province venete al Regno d’Italia. Una dimostrazione plateale che il progetto autonomista nasce dichiaratamente contro l’unità nazionale. Una contrapposizione che non si svolge solo sul piano simbolico: la trattativa avviata tra le Regioni e il governo rischia di spezzettare l’Italia in tanti staterelli, riportandoci al medioevo. Gli italiani se ne sono accorti e vedremo, al referendum per l’abrogazione del Ddl Calderoli, se Zaia avrà convinto gli italiani con la storiella di un’autonomia ‘che conviene a tutti’. Sono convinta che anche tanti veneti abbiano cambiato idea”.
Piuttosto negativo il giudizio in merito alla prima giornata dell’autonomia anche da parte della capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani, che ha definito la giornata come un’autocelebrazione: “Abbiamo ascoltato interventi grossolani, un tanto al kg, senza la benché minima volontà di raccontare parole di verità. Insomma, i soliti argomenti costruiti per indicare il problema, nell’incapacità di prospettare una soluzione reale. Per dare sostanza alle celebrazioni il primo requisito è dato dalla capacità di mostrare di aver capito la lezione degli ultimi 10 anni di stallo. Invece è stata persa l’occasione di uscire dalla chiacchiera e di indicare una strada comprensibile, utile anche agli altri territori della Repubblica”.
Camani è stata critica anche sul tipo di comunicazione: “Nessuna novità neppure per quanto riguarda il registro, infarcito da toni divisivi e da giudizi sommari. Il solito armamentario di radicalismo pericoloso che allontana la realizzazione dell’autonomia e il protagonismo della nostra regione. Invece che un passo in avanti, è stato un ritorno agli argomenti di vent’anni fa”.
Queste, al contrario, le parole di Marco Zecchinato, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, promotore e relatore della legge sulla Giornata dell’Autonomia. “Questa mattina è stata ribadita l’importanza di questo percorso per il nostro territorio. L’Autonomia non è solo una questione amministrativa, giuridica o tecnica, ha anche un risvolto culturale di fondamentale importanza. È importante ribadire che il nostro impegno per l’autonomia è fermo e irrinunciabile. Quello che abbiamo iniziato con il referendum del 2017 si sta realizzando, e non si torna indietro. La variabile, ormai, è solo la tempistica: oggi siamo in una fase avanzata, con una legge quadro già definita e un tavolo nazionale aperto dallo scorso 3 ottobre per discutere sulle prime nove materie”.
L’autonomia in un certo senso è meritata dalla regione: “I numeri parlano da soli: il Veneto occupa il penultimo posto nella graduatoria della spesa statale regionalizzata. Più precisamente, nel triennio 2020-2022, la spesa dello Stato centrale a beneficio del territorio Veneto ammonta a 3.703 euro per abitante, fa meglio solo la Lombardia. E che dire della spesa pubblica rispetto al Pil? Il Veneto con il 35,7% del Pil, si colloca nettamente al di sotto della media nazionale. E non è tutto: il Veneto è anche tra i migliori pagatori a livello nazionale, un segnale di quanto la nostra regione sia virtuosa nella gestione delle risorse pubbliche. Tutto questo per ricordare che l’autonomia non è una concessione, ma un diritto che il Veneto ha guadagnato”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente dell’Intergruppo Alberto Villanova (Lega – Liga Veneta), che addirittura rivendica l’autonomia come diritto civile dei Veneti: “I dati esposti oggi dai tecnici intervenuti alla prima giornata dell’Autonomia lo confermano in modo indiscutibile. Il Veneto è, di fatto, trattato dal centro come una sorta di vera e propria colonia: la differenza tra quello che dà e che quello che riceve è persino imbarazzante”. Proprio per questo la richiesta di Autonomia secondo Villanova è il minimo sindacale: “Non tanto e non solo perché è costituzionalmente ineccepibile, ma anche e soprattutto perché rappresenta una frazione di quanto i Veneti meriterebbero.”
Stefano Casali, nominato vice capogruppo regionale dai colleghi del Gruppo Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni, ha parlato di sfide importanti per il rilancio delle realtà e delle eccellenze regionali: “Dobbiamo contrastare chi si oppone al voto democratico espresso proprio oggi, il 22 ottobre di sette anni fa e richiedere, ai sensi della Costituzione, l’Autonomia differenziata. Una tematica che ho seguito personalmente nella scorsa legislatura e che oggi porto avanti con convinzione insieme ai colleghi. C’è chi irrispettoso della sovranità popolare, vuole bloccare questa riforma utile, che farà il bene di tutta la Nazione, senza togliere niente a nessuno, ma rendendo lo Stato più snello e più efficace nei servizi e nelle risposte. Siamo determinati più che mai, come partito e come gruppo consiliare, a evitare slogan vuoti e ideologie, affrontando concretamente ogni problematica che i cittadini ci sottopongono, per garantire una buona e trasparente amministrazione”.