Si chiama “Il naturalista” la scultura in terracotta donata alla Biblioteca civica Bertoliana dall’artista vicentino Maurizio D’Agostini, le cui opere – incisioni, dipinti e sculture – hanno conquistato la critica d’arte contemporanea e sono conservate ed esposte in numerose collezioni pubbliche e private, italiane e straniere.
La scultura – alta 72 centimetri, lunga 38 e larga 20, realizzata nel 2000 – è stata collocata nella sala grande di palazzo Costantini (ex sala Dalla Pozza) di contra’ Riale 13, dove sabato scorso si è tenuta la cerimonia di svelamento, con l’intervento del giornalista Antonio Stefani. Erano presenti l’autore, i suoi amici ed estimatori, alcuni critici d’arte, oltre alla vicesindaca Isabella Sala e al presidente della Bertoliana, Alberto Galla.
“Abbiamo accettato subito con gratitudine questo dono di Maurizio D’Agostini, un raffinato artista vicentino di casa nel mondo – ha dichiarato Galla -. D’ora in avanti gli utenti di Palazzo Costantini, sede della biblioteca di pubblica lettura del centro di Vicenza, avranno la compagnia di questa scultura tanto simbolica quanto pregevole. Essa si aggiunge peraltro alla collezione artistica costituitasi nel corso degli ultimi due secoli in Bertoliana, grazie alla sensibilità per l’arte di munifici vicentini che hanno donato opere di alcuni tra i maggiori artisti locali, e non solo”.
Distribuite negli ambienti più prestigiosi della Bertoliana, infatti – anche con l’allestimento di sale espositive permanenti – si trovano testimonianze di alcuni dei momenti più alti della produzione artistica locale, come i ritratti dipinti da Giovanni Busato, Nino Busetto e Ubaldo Oppi, i paesaggi di Federico Castegnaro, i busti scolpiti da Giusto Le Court (Giovanni Maria Bertolo), Luigi Ferrari (Dante Alighieri), Maria Camerini Scola (Antonio Fogazzaro), gli acrilici decostruttivisti di Giorgio Peretti.
Maurizio D’Agostini nasce a Vicenza nel 1946. Frequenta i corsi d’incisione, sbalzo e disegno alla Scuola d’arte e mestieri di Vicenza, dove, nel biennio 1977-79, è poi docente di incisione a bulino. Negli anni Settanta collabora con l’industria orafa vicentina e la designer del gioiello Giulietta Cozzi. Nel decennio successivo si dedica all’incisione; espone in mostre personali i suoi lavori di grafica, che riscuotono l’apprezzamento del pubblico e della critica. A partire dagli anni Novanta, e nei trent’anni successivi, rivolge completamente la ricerca alla scultura, grazie al sodalizio artistico con l’architetto milanese Carlo Moretti: sono gli anni delle sculture monumentali. Tra queste vanno ricordate il “Cavallo” collocato al Centro direzionale di viale Crispi e il “Don Chisciotte” esposto nel foyer del Teatro comunale di Vicenza. Espone ad Annecy, Grenoble, Ginevra, Friburgo e in altre località francesi ed effettua lunghi soggiorni in Alta Savoia, Provenza, Bretagna e Normandia. Conoscitore della figura umana che diventa fonte ispiratrice delle sue sculture, indaga nell’esistenza dell’essere umano lavorando sulla vibrante tensione dei corpi che modella giocando su volumi, spazi e richiami classici.