Il Tribunale dell’Unione europea ha accolto i ricorsi italiani contro la
decisione della Commissione Europea di considerare “aiuto di Stato”
l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) per il
salvataggio della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo (Tercas).
Questa sentenza (qui la nota ufficiale relativa) “fa rivoltare” nella tomba (economica) i risparmiatori delle due banche venete e delle quattro banche del centro Italia (Etruria, CariChieti, Banca Marche e Carife, con le due ultime già destinatarie di un intervento del Fondo, poi annullato per effetto delle decisioni europee su Tercas ora “bocciate”) e che, è già una scuola di pensiero, potrebbero chiamare la Commissione europea a risarcirli.
Sono, infatti, centinaia di migliaia di soci e obbligazionisti tuttora in attesa dei possibili indennizzi promessi dal governo per intero ma che, se ci saranno, saranno solo parziali, mentre di sicuro hanno visto svanire i loro soldi con la “risoluzione” e le messe in Lca delle loro banche a cui fu interdetto il possibile intervento del FITD.
Più tardi approfondiremo l’argomento ma c’è già da prendere nota delle dichiarazioni sulla sentenza del Tribunale dell’Unione Europea, che ha escluso che ci fosse aiuto di Stato per la Tercas, da parte di Salvatore Maccarone, presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che ha preso posizione sul MF-DowJones.
“La decisione del Tribunale europeo – ha dichiarato Maccarone – ci fa piacere e rende giustizia. Il Tribunale ha accolto una tesi che noi abbiamo sempre sostenuto, ovvero che non fosse stato fatto alcun ricorso al denaro pubblico nell’allocare le risorse utili al salvataggio di Tercas. La decisione della Commissione Ue, oltretutto, ha fatto sì che per i successivi salvataggi, il sistema ricorresse a strumenti differenti più complicati e costosi per il sistema
bancario e per la collettività” (‘strumenti differenti’ alias crac delle quattro banche risolte e delle due venete mese in Lca travestiti da salvataggi a spese dei risparmiatori e a vantaggio di Ubi Banca, Bper e Intesa Sanpaolo che hanno acquistato a nulla la parte buona delle sette banche…, ndr).
“Con la decisione odierna del Tribunale sulla Tercas – ha aggiunto il presidente del FITD – si ristabilisce un quadro interpretativo corretto e si renderà possibile in futuro utilizzare gli strumenti di intervento preventivo e alternativo, previsti dalla Direttiva Dgsd e dallo Statuto del Fondo e finora impediti dall’illegittimo
orientamento della Commissione Europea“.
“Ricordiamo che nel 2014-15 la Banca d’Italia voleva intervenire per salvare le banche in difficoltà – ha detto l’on veneziano Renato Brunetta (Forza Italia) come ripreso da Freenewsonline.it – utilizzando proprio il fondo interbancario, come già era stato fatto altre volte in passato. La Commissione Europea, per il tramite della direzione concorrenza (Margrethe Vestager, ndr), bloccò però gli interventi e obbligò lo Stato italiano a mettere quattro banche in risoluzione, creando danni ingenti all’economia italiana e ai risparmiatori, oltreché alla politica del nostro paese”.
“Il Fondo interbancario – prosegue Brunetta – aveva già deliberato l’intervento per Banca Marche e Cassa di Risparmio di Ferrara e fu costretto a ritirarlo. Oggi, il Tribunale europeo ha dichiarato la decisione della DGCOMP del tutto illegittima. Vale la pena segnalare che, allora, tutte le critiche furono indirizzate all’operato della Banca d’Italia, non alla decisione folle della Commissione. In quella assurda disputa interna, in cui in Italia ci siamo divisi per salvaguardare i vari interessi di bottega, l’Italia e gli italiani hanno subito conseguenze pesantissime”.
Gli fa eco, stringatamente, il senatore Daniele Pesco (M5S) sul suo profilo Facebook.