Allargamento Unione europea: vicini a 10 richieste. Presentato Pacchetto 2024, Borrell e Várhelyi delineano le priorità. Ma serve credibilità

L'allargamento è una risorsa strategica o un grattacapo?

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Allargamento
Josep Borrell Fontelles, Olivér Várhelyi

Oggi è stato presentato il Pacchetto Allargamento UE 2024, con un intervento congiunto dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera, Josep Borrell, e del Commissario all’Allargamento, Olivér Várhelyi. L’incontro ha posto l’accento sulle sfide affrontate dall’Ue e dai paesi candidati, tracciando le priorità strategiche per rafforzare la stabilità e la sicurezza nella regione.

L’importanza strategica dell’allargamento

Josep Borrell ha aperto l’intervento ricordando come l’Unione europea abbia superato difficili sfide negli ultimi cinque anni. “Circa 1000 giorni fa, la Russia ha attaccato l’Ucraina, e ora l’ingresso nell’Ue è una scelta strategica” ha detto Borrell, evidenziando come l’Unione sia passata da cinque a nove candidati, con un decimo in potenziale arrivo. Ha sottolineato l’attrazione esercitata dall’Unione sui paesi vicini, che possono già godere di vantaggi concreti, come l’accesso ai programmi Erasmus.

Tuttavia, Borrell ha evidenziato la necessità di mantenere coerenza nelle relazioni esterne, in particolare con la Russia. Ha chiesto un’indagine indipendente sulle gravi irregolarità elettorali in Georgia e ha insistito sull’importanza di eliminare leggi discriminatorie.

Le sfide dei candidati: Ucraina, Kosovo, Serbia e Turchia

Borrell ha lodato l’Ucraina per aver mantenuto l’impegno nelle riforme, nonostante il conflitto in corso. Ha parlato delle “due battaglie” affrontate dal paese: una militare e una per l’adesione all’Ue. Ha anche evidenziato i progressi tra Kosovo e Serbia nel risolvere questioni tecniche, come la semplificazione del passaggio di frontiera tra le due popolazioni.

Per quanto riguarda la Turchia, ha riconosciuto che, sebbene l’allineamento alle politiche dell’Ue sia basso, il paese ha fatto progressi in campo economico. Tuttavia, restano questioni irrisolte, in particolare riguardo alla protezione dei diritti umani.

L’intervento di Olivér Várhelyi

Il Commissario all’Allargamento Ue Olivér Várhelyi ha ribadito che l’allargamento è una priorità fondamentale per la Commissione. Ha sottolineato che il processo deve rimanere credibile e ha evidenziato la necessità di mantenere aperto il percorso di adesione per i paesi che dimostrano progressi concreti. Ha anche anticipato la possibilità di un nuovo allargamento entro la fine del mandato, evidenziando come l’Ue stia fornendo ai paesi candidati gli strumenti necessari per prepararsi.

Verso un nuovo futuro dell’Ue?

Stando ai fatti comunque, per quanto sia necessario un allargamento come risorsa strategica il vero problema rimane la credibilità del processo di adesione. Gli allargamenti passati, in particolare il grande allargamento del 2004, hanno portato numerosi grattacapi alle istituzioni europee, tra i quali le violazioni dello stato di diritto di Paesi come Polonia e Ungheria, che hanno comportato a un vero braccio di ferro tra la Commissione e i governi dei due Paesi negli ultimi anni. Se non si riesce a far rispettare le condizioni per stare nell’Unione nemmeno dagli Stati già membri verrebbe da chiedersi se è davvero necessario trattare l’ingresso di nuovi Paesi potenzialmente molto problematici, che attualmente non stanno rispettando (e in alcuni casi non sembra nemmeno volgiano farlo) i principi della Carta europea dei diritti umani, conditio sine qua non per poter entrare in Unione europea.