Pace oltre i confini europei, Alessandra Moretti: gli “sforzi creativi” per salvaguardarla non si possono ridurre agli aiuti militari e finanziari all’Ucraina

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Pace oltre i confini europei
Pace oltre i confini europei

(Articolo sulla pace oltre i confini europei di Alessandra Moretti Vice Capodelegazione Pd al Parlamento Europeo da VicenzaPiù Viva n. 10sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Servono competenze della UE su politica estera e difesa bloccate da un anacronistico diritto di veto difeso dalle forze sovraniste, italiane ed europee.

Per ottenere la pace purtroppo non esiste una scorciatoia, una formula magica, una singola iniziativa diplomatica che metta i protagonisti attorno a un tavolo e risolva tutto con qualche compromesso e una stretta di mano, così come non esiste un’arma speciale o una campagna militare capace di vincere tutte le guerre e imporre con la forza una pace duratura.
Lo sapevano bene i padri fondatori dell’Unione europea, una costruzione nata dopo il conflitto più devastante che abbia mai flagellato l’umanità, per lo meno nell’era moderna, proprio per scongiurarne altri. La pace va costruita giorno dopo giorno, per questo l’approccio all’integrazione è stato deciso fin dall’inizio come graduale, pragmatico e funzionalista, ben sapendo, come disse il ministro francese Robert Schuman nel celebre discorso del 9 maggio 1950, che “la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”.
L’idea dell’Unione europea ha avuto così tanto successo che dopo decenni di pace e integrazione comunitaria oggi è impensabile una guerra tra Paesi europei. Abbiamo ottenuto tanto, e oggi troppi cittadini europei danno per scontate queste conquiste, ma non è sufficiente, perché l’Unione europea è nata come progetto di pace a livello mondiale e nessuno può illudersi di vivere in pace ignorando quello che avviene fuori dai nostri confini europei. Ce ne siamo resi conto il 24 febbraio 2022, quando i carri armati di Putin hanno oltrepassato i confini dell’Ucraina. Improvvisamente. Quello che, come eurodeputati Pd, diciamo da anni votando risoluzioni e progetti di riforma delle istituzioni comunitarie è diventato chiaro a tutti: il nostro processo di integrazione è drammaticamente in ritardo sulle competenze comuni su politica estera e difesa. Nella geopolitica mondiale non abbiamo voce. Siamo bloccati da un anacronistico diritto di veto difeso dalle forze sovraniste, italiane ed europee, che guardano la storia dallo specchietto retrovisore. E gli “sforzi creativi” per salvaguardare la pace di cui parlava Schuman si sono ridotti agli aiuti militari e finanziari all’Ucraina.
Oggi, all’inizio di una nuova legislatura europea in cui il Partito Democratico ha ottenuto una solida delegazione, la prima del Gruppo dei Socialisti e Democratici, siamo determinati a rimettere al centro del dibattito il tema delle riforme europee e una seria iniziativa diplomatica per costruire le premesse di una pace giusta e duratura.
La direzione è esattamente opposta a quella indicata dai sovranisti: il superamento dei nazionalismi di piccolo cabotaggio con la costruzione di accordi, alleanze e organismi sovranazionali che mettano al centro i diritti e il ripudio della guerra, subordinando le esigenze dell’economia a quelle degli esseri umani. In concreto significa riprendere il filo delle iniziative per l’Alleanza delle Democrazie avviate da Biden con chiunque siederà alla
Casa Bianca a novembre. Bisogna arrestare il degrado della democrazia all’interno delle nostre alleanze, come nel caso dell’Ungheria nell’Ue o della Turchia nella Nato, rafforzando le condizionalità su cui ci siamo battuti e continueremo a batterci al Parlamento europeo. Occorre costruire un sistema di accordi commerciali e sanzioni efficaci basati sul rispetto dei diritti e della legalità internazionale per sottrarci ai ricatti commerciali di Russia e Cina e fermare l’umiliante corsa dei leader europei che fanno a gara ad andare a genuflettersi a Pechino per strappare qualche contratto, mentre la Cina continua a rifornire la macchina bellica russa. Su questo pianeta le persone che vogliono vivere in pace sono decisamente più numerose e potenti dei pochi autocrati che vogliono la guerra. Devono solo imparare a lavorare insieme.