Il Comune di Vicenza ha istituito a gennaio i Comitati Istituzionale e Scientifico per le celebrazioni del centenario dell’assassino del deputato socialista, Giacomo Matteotti. Coordinati dagli ideatori dell’iniziativa, Giovanni Diamanti e Luca Fantò, i due Comitati vedono l’adesione, tra gli altri, di numerose personalità legate al Socialismo di ieri e di oggi nonché delle Associazioni antifasciste del territorio (di Giacomo Matteotti scrive lo storico Emilio Franzina su VicenzaPiù Viva che sarà in edicola il 9 novembre e sarà sfogliabile online per gli abbonati, ndr).
La figura del Segretario del PSU va ricordata poiché unisce in sé i valori oggi trascurati della giustizia sociale e della difesa intransigente della pace. Obiettivo principale dei Comitati, oltre che rendere omaggio al martire antifascista, è trasmettere alle nuove generazioni i valori morali e sociali che ispirarono l’azione del giovane Segretario socialista.
Valori di assoluta attualità in un mondo in cui le diseguaglianze la guerra la fanno da padrone, gli ideali di giustizia sociale e pacifismo che Matteotti ha rappresentato e continua a rappresentare sono modelli da proporre a tutti e soprattutto alle generazioni future. Allora come oggi, il coraggio del deputato antifascista e pacifista è un esempio.
Un esempio per coloro che combatterono prima il fascismo e poi la dominazione nazista, conseguenza delle politiche di Mussolini e dei suoi gerarchi. Un esempio per tutti coloro che oggi cercano di arginare la sfrontatezza dei populismi, l’arroganza dei pochi che si arrogano il diritto di possedere troppo mentre i molti soffrono per il troppo poco, la violenza di chi con le armi si illude e pensa di illuderci di poter trovare la pace.
I due Comitati si sono già riuniti e stanno raccogliendo le proposte per una serie di iniziative che si svolgeranno durante l’intero 2024 coinvolgendo scuole, piazze e strade della città.
Il comitato istituzionale, a cui hanno aderito anche le realtà del Forum delle Associazioni Antifasciste, è formato dal Coordinatore Luca Fantò e da Francesco Binotto, Gianluca Capristo Gianluca, Sergio Carta, Carmelo Cassalia, Claudio Cegalin, Marina Cenzon, Stefano Chemello, Luigi Creazzo, Riccardo Dal Lago, Otello Dalla Rosa, Giorgio Dalle Molle, Laura Fincato, Giovanni Luigi Fontana, Mario Giulianati, Luigi Poletto, Mariano Professione, Giorgio Sala, Michele Santuliana, Amalia Sartori, Marta Schiavo, Giuseppe Toscano, Ennio Tosetto, Silvano Veronese. Le sue funzioni sono quelle di rappresentanza delle realtà istituzionali coinvolte nel progetto, di raccordo politico-istituzionale tra le stesse, di indirizzo rispetto agli obiettivi delle celebrazioni del centenario, nonché di promozione dei contenuti e delle iniziative ad esso correlate.
Il comitato scientifico è formato dal Coordinatore Giovanni Diamanti e da Marco Almagisti, Fabrizio Cicchitto, Vittorio Michele detto “Bobo” Craxi, Antonio Di Lorenzo, Emilio Franzina, Camilla Ghiotto, Maria Lodovica Mutterle, Valdo Spini, con funzioni di studio degli aspetti politici, culturali, storici e sociali, nonché di produzione, validazione e diffusione dei contenuti a carattere scientifico relativi alle celebrazioni del centenario.
Giacomo Matteotti nacque il 22 maggio 1885 a Fratta Polesine, un piccolo comune del Polesine, a circa quindici chilometri da Rovigo, da una famiglia di proprietari terrieri originaria del Trentino. Penultimo di sette figli, solo tre di loro raggiunsero l’età adulta, e Giacomo fu l’unico a sopravvivere oltre la giovinezza. Ispirato dal fratello maggiore Matteo, che studiava economia politica, Giacomo si avvicinò al socialismo e intraprese studi di legge, laureandosi a Bologna. La sua tesi del 1910, intitolata “La recidiva,” trattava del fenomeno della reiterazione del crimine e venne apprezzata per la sua sensibilità sociale.
Nel 1910, Matteotti fu eletto nel Consiglio provinciale di Rovigo e in seguito ricoprì incarichi come consigliere comunale e sindaco di Villamarzana. Lottò per migliorare l’istruzione di base, convinto che la cultura fosse essenziale per l’emancipazione delle classi contadine. La sua attività come organizzatore di leghe bracciantili e amministratore locale ne fece presto il leader del socialismo polesano.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Matteotti si dichiarò neutralista. Nonostante una debolezza polmonare, fu richiamato alle armi e inviato in Sicilia fino al 1919. Nel 1916 sposò Velia Titta, sorella del celebre baritono Titta Ruffo, con cui ebbe tre figli: Giancarlo, Matteo e Isabella. Al suo ritorno in Polesine, riprese la sua attività politica e venne eletto deputato nelle elezioni del 1919. Divenuto una figura di spicco, affrontò varie aggressioni fasciste, inclusa una brutale nel 1921 che lo costrinse a lasciare il Polesine.
Nel 1922 Matteotti divenne segretario del Partito Socialista Unitario (PSU) e fu rieletto deputato nel 1924. Si recò in Inghilterra per raccogliere documenti che testimoniavano la corruzione fascista legata alle forniture petrolifere italiane. Il 30 maggio 1924, denunciò in Parlamento la violenza e l’illegalità che avevano caratterizzato le elezioni, chiedendone l’annullamento. Il 10 giugno 1924, venne rapito e assassinato; il suo corpo fu ritrovato il 15 agosto.
Il delitto Matteotti provocò una crisi politica senza precedenti per il regime fascista. Tuttavia, Mussolini superò la crisi e tra il 1925 e il 1926 promulgò le “leggi fascistissime,” che consolidarono la dittatura e smantellarono lo stato liberale. Il sacrificio di Matteotti rappresenta un momento cruciale nella storia italiana, segnando la lotta per la libertà contro l’oppressione fascista.