Autonomia costituzionale ma in parte illegittima: letture opposte di Camani (Pd) e Zaia della sentenza della Consulta

160
Autonomia differenziata, ancora polemiche
Autonomia differenziata, ancora polemiche

La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge Calderoli sull’autonomia differenziata ha acceso il dibattito politico, con interpretazioni opposte tra il Partito Democratico e il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Camani (Pd): “La Consulta smonta la legge Calderoli”

Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Veneto, critica duramente il provvedimento: «Dal richiamo alla tutela del principio di sussidiarietà e dei diritti costituzionali, alla riaffermazione del ruolo centrale del Parlamento nella definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e delle aliquote di compartecipazione, la Consulta ha di fatto smontato l’impianto della legge Calderoli».

Camani evidenzia come la sentenza abbia introdotto paletti significativi: «La devoluzione non può riguardare intere materie ma solo specifiche funzioni. Questo rende evidente che il provvedimento presenta molteplici profili di incostituzionalità». La capogruppo dem non risparmia critiche politiche: «Per chi ha sbandierato la Calderoli come una svolta epocale, incurante delle numerose obiezioni, si tratta di uno schiaffo istituzionale».

Zaia: “Confermata la legittimità della legge, un passo storico per il Veneto”

Di parere opposto è Luca Zaia, che sottolinea come la Corte abbia invece confermato la legittimità dell’autonomia differenziata: «La Consulta ha sancito che la nostra riforma è in linea con la Costituzione, rafforzando il percorso avviato anni fa. Questo verdetto rappresenta un passaggio storico per il Veneto e per il Paese».

Zaia riconosce l’esistenza di alcune criticità, ma le ridimensiona: «Gli aspetti ritenuti incostituzionali saranno monitorati attentamente dai nostri esperti. La legge, nel complesso, conferma che l’autonomia è un’opportunità, non una questione divisiva. Per il Veneto significa migliorare ulteriormente i servizi sul territorio, con una gestione più diretta e vicina ai cittadini».

Una questione che divide

La sentenza della Consulta diventa così un nuovo campo di battaglia tra chi vede nella legge un’iniziativa epocale e chi ne denuncia i limiti costituzionali. In attesa delle motivazioni dettagliate, il confronto politico sull’autonomia differenziata sembra destinato a rimanere al centro dell’agenda.