(Articolo sul fenomeno influencer da VicenzaPiù Viva n. 11, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
Mamma, da grande voglio fare l’influencer”. O lo youtuber, o qualcosa del genere. Sempre più spesso i genitori arrivano nel mio studio preoccupati rispetto all’orientamento professionale dei loro figli adolescenti.
In passato i modelli oggetto di imitazione erano calciatori o cantanti, oggi il web per gli adolescenti è quello che nel passato, per la mia generazione e quelle di prima, erano il campo da calcio dell’oratorio o lo specchio di fronte al quale, karaoke ancestrale, esibirsi o far finta di farlo. Ora se non “ci vivi”, nel web, praticamente sei fuori.
Se da una parte ci sono gli adolescenti che hanno bisogno di costruirsi un’identità, di rendersi visibili anche su internet, dall’altra c’è il rischio di isolarsi o di sperimentare ansia e fobia sociale.
Negli ultimi anni, l’ascesa degli influencer sui social media, in particolare su piattaforme come TikTok, ha rivoluzionato il modo in cui le persone consumano contenuti online.
Troviamo, fra questi personaggi, persone note del mondo dello spettacolo, della televisione, ma anche persone che diventano “conosciute” sui social, perché la loro popolarità nasce proprio qui. L’influencer ha un potere immenso sulla propria community, tale da poter influenzare le decisioni economiche dei follower. A tutti noi sarà capitato di cambiare idea su un prodotto o un servizio, dopo aver visto la “recensione” o il parere dei nostri beniamini online.
Che sia su Instagram, YouTube o Twitch: i player pubblicitari del nuovo mercato sono loro, espressione del capitalismo. Tuttavia, dietro la brillantezza e il successo degli influencer, si nascondono implicazioni psicologiche, sulla salute mentale e sul benessere degli utenti “consumatori” che vale la pena approfondire, evidenziando l’importanza di trasmettere soprattutto ai nostri figli una consapevolezza critica nell’utilizzo di tali piattaforme.
Quali pericoli nascondono i nuovi miti?
Gli influencer sui social media spesso presentano una versione idealizzata delle loro vite, mostrando un flusso costante di successi, bellezza, viaggi e momenti felici. Questa idealizzazione può portare gli utenti a confrontarsi con gli standard irrealistici imposti dagli influencer, creando sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima. È fondamentale sviluppare una consapevolezza critica per comprendere che la realtà online può essere distorta e non rappresentare la totalità della vita di una persona. È importante ricordare che ciò che viene mostrato online può essere selezionato e manipolato, non rappresentando necessariamente la realtà dietro le quinte.
Quali sono i rischi per la salute mentale?
L’abuso dei social ha effetti sul sonno: un ragazzo su cinque afferma di svegliarsi all’alba per controllare i propri messaggi. La privazione del sonno può causare voti bassi, malumore, disordini alimentari ed esacerbare problemi esistenti come ansia, depressione e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADD). I ricercatori hanno da poco stabilito un legame tra depressione e social media. Nonostante non sia ancora chiara la relazione tra causa ed effetto, con ruoli scambiati, gli studiosi hanno scoperto che l’uso dei social media può essere associato a un’intensificazione dei sintomi della depressione, disturbi del comportamento alimentare, inclusa una diminuzione dell’attività sociale e un aumento della solitudine.
La natura altamente coinvolgente di piattaforme come TikTok può portare, inoltre, all’insorgenza di dipendenza da social media. Gli utenti possono trovarsi a trascorrere molte ore al giorno su queste piattaforme, lasciando poco spazio ad altre attività importanti come il lavoro, gli studi, le relazioni personali e il tempo trascorso offline. L’equilibrio tra l’uso
dei social media e le altre sfere della vita è cruciale per il benessere psicologico. Per navigare in modo sano nel mondo degli influencer e delle piattaforme sociali, è essenziale sviluppare una consapevolezza critica.
L’importanza di una consapevolezza critica
Mentre godiamo dei contenuti divertenti e coinvolgenti offerti dagli influencer, è fondamentale mantenere una consapevolezza critica e bilanciare l’uso delle piattaforme sociali con la nostra salute mentale e il benessere globale.
Quello che serve è come sempre il confronto genitori-figli, cercare di trovare momenti comuni in cui si parla dei vari modelli. Ma è evidente, per esempio, che se un genitore è sempre collegato, per lavoro o, anche lui, per seguire il… flusso dei tempi, non potrà lamentarsi di un uso smodato da parte del figlio.
Fondamentale è poi allenare i ragazzi alla “sconfitta”, ancor di più nel mondo in apparenza dorato del web. I ragazzi, ma anche gli adulti in primis, devono capire che quella proposta dai social non è la realtà.
Che perdere, fallire, non è la fine del mondo. Ci si può e ci si deve rialzare e riuscire a trovare negli insuccessi un’opportunità per ripartire. Anzi, la vera sconfitta non è giocare e fallire ma… non aver nemmeno tentato di “giocare”, non aver nemmeno provato ad affrontare le sfide della vita.
I social enfatizzano il successo e la perfezione, ma possono trasformarsi anche in una gogna mediatica, come per Chiara Ferragni. Ciò implica comprendere che ciò che viene mostrato online può essere distorto, è fondamentale prendersi pause dal mondo virtuale, coltivare interessi offline, mantenere relazioni significative e cercare supporto professionale se si sperimentano effetti negativi sulla salute mentale.
Influencer: la nuova frontiera dell’educazione
Grazie alla loro capacità di comunicare in modo efficace e coinvolgente, questi “esperti” possono trasformare il modo in cui i giovani si confrontano con l’educazione. Se la scuola si appropriasse di questo strumento in modo forte ed esteso, potenziando il tema delle competenze educative e valoriali?
Gli influencer potrebbero dare un grandissimo contributo, assumendo per i ragazzi (appetibili consumatori e per i consumatori in genere) il ruolo di ambassador di valori, per l’educazione alle relazioni, alla non-violenza, alla cooperazione…. aspetti su cui le nostre istituzioni sono chiamate ad investire con sempre più urgenza. Possono offrire un contributo significativo anche all’educazione scientifica, tecnologica, ingegneristica e matematica, rendendo l’apprendimento più coinvolgente e pratico, attraverso incontri dal vivo, webinar e sessioni online, utile per raggiungere influencer che vivono lontano o che hanno agende molto fitte. Ricordiamoci che sono gli umani a determinare il modo in cui vengono utilizzate le tecnologie e gli “esperti”!.
Se gli influencer intercettassero, con dovizia di visione e con costante sintonia, i temi riguardanti le necessità evolutive dell’umanità, e parlassero in termini di valori e contenuti appropriati, come si modificherebbe la nostra società? Quale contributo educativo potrebbero dare ai nostri giovani? Certo, dovrebbero puntare di meno a far vendere e far comprare…e di più a diventare divulgatori.
Tutta un’altra cosa.
Per scrivere alla dottoressa: cittadini@vicenzapiu.com
Riferimenti bibliografici
M. Lancini, (2015), Adolescenti navigati.
Come sostenere la crescita dei
nativi digitali, Edizioni Erickson
E. Riva, (2007), L’autostima allo
specchio, Franco Angeli.
M. Vagnozzi, (2010). Sostenere attraverso
un social network le attività
educative rivolte agli adolescenti,
Didamatica, pp. 1-4.