Il Comitato delle parti della Convenzione di Berna ha approvato oggi l’abbassamento dello status di protezione del lupo. Tecnicamente, la specie passa da “rigorosamente” a “semplicemente” protetto. La decisione odierna è passata con 38 voti favorevoli, 5 contrari e due astensioni.
La Convenzione sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa o “di Berna”, è uno strumento giuridico internazionale vincolante in materia di conservazione della natura, che copre gran parte del patrimonio naturale del Continente Europeo e si estende ad alcuni Stati dell’Africa. I suoi obiettivi sono la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali e la promozione della cooperazione europea in tale settore.
La decisione del comitato permanente è stata criticata apertamente dalla galassia animalista e ambientale, su tutti da Io non ho paura del lupo (leggi qui), a Wwf solo per citarne alcune. Viene chiarito che la modifica non significherà l’apertura della caccia a questi animali, ma – ad esempio – alla possibilità di rendere maggiormente fattibili gli abbattimenti in alcuni casi come pericolo diretto per l’uomo o eccesso di predazione di animali da allevamento.
Su quest’ultimo aspetto, Confagricoltura nazionale ha parlato di “un passo importante per frenare l’espansione incontrollata dei predatori, in particolare in montagna”.
Va inoltre ribadito – e lo stesso mondo animalista lo riconosce – che, negli anni, da specie a rischio estinzione, la popolazione di lupi è tornata a crescere, tanto che l’Europa stessa ha chiesto l’allentamento delle misure di protezione. La crescita, però, era stata a sua volta il frutto di decenni di politiche di conservazione e, ora, si rischia l’effetto opposto.
Insomma, un passo indietro: “Una decisione che va contro il parere degli esperti e della scienza, ci riporta indietro di mezzo secolo e apre una strada pericolosa per il futuro della conservazione della natura in Europa” è la posizione del WWF (leggi qui).
D’altra parte, leggasi politica, la decisione di declassamento della protezione del lupo è stata accolta con entusiasmo da parte di ampissime porzioni dello spettro politico. Una circostanza che trova forte conferma proprio in Veneto.
Tra le numerose reazioni esultanti, si segnala quella di Sergio Berlato, deputato italiano al Parlamento europeo per ECR/FdI: “Adesso gli Stati membri dell’Unione europea potranno dotarsi di piani nazionali di gestione e di contenimento per garantire un equilibrio tra le varie specie di fauna selvatica ed una compatibilità tra la presenza del lupo e le attività umane, iniziando dall’agricoltura, l’allevamento e la pastorizia”.
Luca De Carlo (FdI), presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, ha sottolineato che “non è però finita qua: è necessario che il Parlamento Europeo acceleri in modo significativo sulla questione, aggiornando le proprie normative”.
La senatrice vicentina Mara Bizzotto, vicepresidente vicario del gruppo Lega al Senato ha detto: “Questa modifica è di fondamentale importanza e quanto mai necessaria affinché siano consentiti i piani di contenimento, cattura e abbattimento selettivo di questi predatori che stanno causando vere e proprie stragi di bestiame e danni ingentissimi agli allevatori e alle attività agro-silvo-pastorali delle nostre montagne e dei nostri territori”.
Molti anche i consiglieri della Regione Veneto che hanno esultato all’annuncio del voto. Tra questi, segnaliamo il vicentino Joe Formaggio (FdI): “La presenza incontrollata del lupo nelle aree montane e rurali ha causato danni significativi alle produzioni agroalimentari e messo a rischio la sicurezza delle persone e delle imprese. Difendere l’uomo e il suo lavoro deve sempre avere la priorità”, ha detto.
Da Vicenza, si è espresso anche il consigliere comunale di minoranza del gruppo Fratelli d’Italia, Francesco Rucco: “Non si tratta di opporsi alla tutela della fauna selvatica, ma di garantire un equilibrio che metta al centro la sicurezza delle persone e la sostenibilità economica dei territori. La stessa attenzione e il pragmatismo applicati alla gestione dei cinghiali devono ora essere estesi al lupo, per assicurare una convivenza equilibrata”.